Benefit aziendali: quali sono, a cosa
servono e come vengono tassati
di Claudia Cervi
Benefit aziendali ancora più convenienti con il Dl Aiuti bis. Ecco quali
sono, a cosa servono e come vengono tassati i bonus che le imprese
concedono ai dipendenti per favorire il loro benessere
Nell’ultimo anno sono diversi gli interventi del Governo per contrastare il
caro-prezzi e tutelare il potere d’acquisto di famiglie e imprese. Tra questi il
Decreto Aiuti bis che alza a 600 euro, per il solo 2022, la soglia di esenzione
dei benefit aziendali riconosciuti al dipendente.
Vediamo nel dettaglio quali sono, a cosa servono e come vengono tassati i
Fringe benefit che le imprese concedono ai dipendenti per favorire il loro
benessere.
Quali sono i benefit aziendali
I benefit aziendali ( o fringe benefit) sono delle integrazioni alla retribuzione
che le aziende concedono ai dipendenti per aumentare il loro potere
d’acquisto e contribuire al miglioramento del clima nell’ambiente lavorativo e
del benessere generale.
Possono essere erogati direttamente in busta paga ovvero in natura,
attraverso la concessione di beni e servizi che migliorano il work-life-balance
dei dipendenti e delle loro famiglie, come previsto dall’art. 2099 del Codice
Civile.
L’azienda può concedere i fringe benefit singolarmente a ciascun lavoratore
nell’ambito del contratto individuale e del ruolo ricoperto: non è detto infatti
che tutti i dipendenti di una stessa azienda debbano beneficiare dell’auto
aziendale o di alloggi messi a disposizione.
Ma quali sono i benefits aziendali più usati dalle aziende?
Ecco alcuni esempi che spaziano dall’ambito sanitario a quello previdenziale,
dalla formazione alla gestione del tempo libero:
● auto aziendale;
● dispositivi tecnologici come computer e smartphone aziendale;
● assistenza sanitaria;
● polizze assicurative;
● corsi di formazione;
● acquisto a prezzi agevolati di azioni societarie (Stock option);
● alloggi messi a disposizione del dipendente e della famiglia.
● previdenza complementare aziendale e/o privato;
● rimborso spese scolastiche o rette per asili nido
● convenzioni con palestre e centri benessere;
● finanziamenti agevolati;
● rimborso degli interessi passivi relativi a mutui e finanziamenti;
● rimborsi spese per pagare le bollette di luce, gas e acqua (confermato
dal Dl Aiuti bis);
● buoni pasto;
● buoni acquisto che i dipendenti possono utilizzare presso esercizi
convenzionati.
A cosa servono i benefit aziendali
I benefit aziendali generano vantaggi sia per i lavoratori per l’impresa che li
eroga.
Oltre ai benefici fiscali di cui parleremo tra poco, attraverso i benefit aziendali i
dipendenti possono soddisfare esigenze extra-lavorative o supportare la
propria famiglia grazie ai servizi offerti dall’azienda. Secondo alcune ricerche
di mercato molti dipendenti preferiscono ricevere benefit aziendali al posto di
aumenti di stipendio.
I vantaggi per l’azienda che eroga benefit aziendali sono molteplici, dal
miglioramento del clima tra i lavoratori al incremento delle performance,
specie quando il benefit è utilizzato come riconoscimento del lavoro svolto.
Uno degli effetti positivi è dato dalla riduzione dei livelli di turnover, grazie alla
maggiore fidelizzazione dei dipendenti. Senza poi dimenticare i vantaggi
fiscali che permettono ai datori di lavoro di abbattere il costo del lavoro grazie
alla deducibilità di tali benefit dal reddito d’impresa.
Come sono tassati i benefit aziendali
I benefit aziendali godono di una fiscalità agevolata prevista dagli articoli 51 e
100 del TUIR, il Testo Unico Imposte sui Redditi, ma negli ultimi anni sono
diventati ancora più convenienti.
Dopo l’emendamento al Decreto Sostegni che ha raddoppiato il limite per
l’esenzione fiscale (a 516,46 euro annui) per il 2020 e il 2021, il più recente
Decreto Aiuti bis (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto) ha alzato da
258,23 a 600 euro la soglia sotto la quale i benefit aziendali sono esentasse
per i lavoratori.
Nel dettaglio, l’art. 12 del Dl Aiuti bis stabilisce che “non concorrono a formare
il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti,
nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il
pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia
elettrica e del gas naturale, entro il limite complessivo di 600 euro”.
fonte: MONEY.IT