La riforma ITS in 20 punti, passo dopo
passo
Tutto quello che c’è da sapere sul testo approvato dal Parlamento ed
entrato in vigore lo scorso 27 luglio
La riforma sugli Istituti Tecnici Superiori è entrata ufficialmente in vigore lo
scorso 27 luglio, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del testo
approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 12 luglio. Il
provvedimento è frutto di un lavoro parlamentare durato circa un anno e
mezzo, caratterizzato da tre letture (Camera, Senato e nuovamente Camera)
e un confronto costante tra le principali forze politiche. La riforma è una delle
poche leggi di iniziativa parlamentare su cui si è registrato un largo consenso:
è stata votata dalla maggior parte dei partiti che siedono negli scranni di
Montecitorio e Palazzo Madama.
Su TuttoIts vi abbiamo raccontato l’iter rapido (seppure con qualche “stop and
go”) della riforma, primo provvedimento organico in grado di ridefinire la
governance degli Istituti dopo il dpcm del 2008. Vi abbiamo anche spiegato i
10 punti fondamentali della legge e raccontato gli aspetti principali del
provvedimento. Adesso vi proponiamo un guida più corposa: ecco i 20 punti
da conoscere della riforma ITS.
La riforma ITS è entrata ufficialmente in vigore
- Priorità strategica
Costituirà “priorità strategica” per gli ITS la formazione
professionalizzante di tecnici superiori per soddisfare i fabbisogni formativi
in relazione “alla transizione digitale, anche ai fini dell’espansione dei servizi
digitali negli ambiti dell’identità, dell’autenticazione, della sanità e della
giustizia, all’innovazione, alla competitività e alla cultura, alla rivoluzione verde
e alla transizione ecologica” nonché “alle infrastrutture per la mobilità
sostenibile”. - Cambia il nome
Con la riforma approvata dal Parlamento gli ITS cambiano nome: si passa da
Istituti Tecnici Superiori a Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy). - Chi accede ai percorsi
Nel testo che ridefinisce la governance degli Istituti viene specificato che
potranno accedere ai percorsi ITS giovani e adulti in possesso di un
diploma di scuola secondaria di secondo grado o di un diploma
quadriennale di istruzione e formazione professionale, unitamente a un
certificato di specializzazione dei corsi di istruzione e formazione tecnica
superiore di almeno 800 ore. - Nuove aree tecnologiche
Arrivano novità per le aree tecnologiche. Al momento ne esistono 6:
efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove
tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività
culturali e tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
La riforma punta ad allargare il numero delle aree che sono state introdotte
dal dpcm del 2008, uno dei provvedimenti alla base dello sviluppo degli Istituti
Tecnici Superiori. Sarà un decreto del ministero dell’Istruzione, da adottare
entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, a individuare
una serie di aree tecnologiche che dovranno fare riferimento ad ambiti come
transizione ecologica o transizione digitale. - La durata dei percorsi
La riforma suddivide i percorsi ITS su due livelli, a seconda del Quadro
europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (European
qualification framework, Eqf). Ci sono i percorsi biennali di quinto livello Eqf
dalla durata di quattro semestri e almeno 1.800 ore di formazione. Previsti poi
i percorsi triennali di sesto livello Eqf, suddivisi in sei semestri e almeno 3.000
ore di formazione. In entrambi i due casi le attività comprendono ore di
teoria, pratica e laboratorio. - Stage e tirocini
Gli stage aziendali e i tirocini formativi saranno obbligatori almeno per il
35% della durata del monte orario complessivo dei percorsi ITS. Potranno
essere svolti anche all’estero e saranno sostenuti da borse di studio - La governance
Per dare vita a un nuovo ITS in una provincia serviranno almeno una scuola
secondaria di secondo grado del territorio (con un’offerta formativa
attinente) e una struttura formativa accreditata dalla Regione, situata
anche in una provincia diversa da quella sede della fondazione. Saranno
necessarie anche una o più imprese legate all’uso delle tecnologie di cui si
occuperà l’Istituto Tecnico Superiore. E ancora: un ateneo o un’istituzione
dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) o un Istituto di
ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) oppure un ente di ricerca.
Le istituzioni Afam vengono quindi equiparate dalla riforma alle università.
Inoltre non sarà più obbligatoria la presenza degli enti locali nelle Fondazioni. - Raccordo con le istituzioni universitarie
ITS e istituzioni universitarie, nella loro autonomia, “rendono organici i
loro raccordi attraverso i patti federativi”, con l’obiettivo di realizzare
“percorsi flessibili e modulari per il conseguimento, anche in regime di
apprendistato di alta formazione e ricerca, di lauree a orientamento
professionale”.
La riforma specifica che i patti federativi potranno prevedere “nel confronto
con le parti sociali più rappresentative, la promozione e la realizzazione di
percorsi per l’innalzamento e la specializzazione delle competenze dei
lavoratori, anche licenziati e collocati in cassa integrazione guadagni (Cig)”,
per effetto di crisi aziendali e di riconversioni produttive, che potranno
“costituire credito formativo per l’eventuale conseguimento di lauree a
orientamento professionale”. - Finanziamento stabile
Gli Istituti Tecnici Superiori potranno contare sul Fondo per l’istruzione
tecnologica superiore, istituito nello stato di previsione del ministero
dell’Istruzione. Si tratta di un finanziamento stabile per gli ITS: sono previsti
a partire da quest’anno 48,35 milioni di euro. Il Fondo finanzierà
prioritariamente la realizzazione dei percorsi formativi, il potenziamento dei
laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate, nonché
l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie e le borse di studio. - Presidenza alle imprese
Le imprese fondatrici e partecipanti esprimeranno il presidente della
Fondazione ITS, cioè il legale rappresentante. - Credito d’imposta
L’articolo 4 della riforma prevede un credito d’imposta al 30% per le
imprese che decidono di investire negli ITS. Il credito sale al 60% se
l’erogazione avviene nelle province in cui il tasso di disoccupazione è
superiore a quello medio nazionale. - Monte orario lezioni
La docenza degli Istituti Tecnici Superiori dovrà arrivare per almeno il 60%
delle ore complessive dal mondo del lavoro. - Coinvolgenti docenti scuole
La riforma specifica che il coinvolgimento nei percorsi ITS dei docenti
delle istituzioni scolastiche avverrà “a condizione che esso sia compatibile
con l’orario di insegnamento e di servizio, nonché con l’assolvimento di
tutte le attività inerenti alla funzione docente, e che non comporti nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato”. - Monitoraggio
Il sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi formativi di sesto livello
Eqf degli ITS, sarà realizzato congiuntamente dal ministero dell’Istruzione e
dal ministero dell’Università e della ricerca, con la possibilità di avvalersi di
enti pubblici vigilati o controllati, ossia riconosciuti a livello nazionale per le
attività di valutazione della formazione superiore. - Comitato nazionale
Viene istituito il “Comitato nazionale ITS Academy”, che avrà compiti di
consulenza e proposta, ovvero di consultazione delle associazioni delle
imprese, delle organizzazioni datoriali e sindacali, degli studenti e delle
fondazioni ITS, con l’obiettivo di raccogliere elementi sui nuovi fabbisogni di
figure professionali di tecnici superiori nel mercato del lavoro. - Anagrafe studenti
Arriva al ministero dell’Istruzione (Mi) l’anagrafe degli studenti iscritti ai
percorsi ITS. Criteri e modalità della costituzione dell’anagrafe vengono
rimandati però a un decreto attuativo (la riforma ne richiede diversi per una
serie di misure). - Reti di coordinamento
Il Mi dovrà poi promuovere la costituzione di “Reti di coordinamento di
settore e territoriali” per lo scambio di buone pratiche, la condivisione di
laboratori e la promozione di gemellaggi tra fondazioni ITS di regioni diverse.
Le reti di coordinamento si riuniranno almeno due volte l’anno. - Orientamento
La riforma contiene anche misure per far conoscere gli ITS a giovani e
famiglie. Previste campagne informative, attività di orientamento a partire
dalla scuola secondaria di primo grado, anche con l’obiettivo di favorire
l’equilibrio di genere nelle iscrizioni ai percorsi ITS. - Verifiche finali
Le verifiche finali delle competenze acquisite nei percorsi ITS saranno
condotte da commissioni d’esame costituite in modo da assicurare la
presenza di: “rappresentanti della scuola, dell’università, delle istituzioni
dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e della formazione
professionale” e di esperti del “mondo del lavoro, dell’università, delle
istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e della ricerca
scientifica e tecnologica”. - Accreditamento temporaneo
La riforma è entrata in vigore lo scorso 27 luglio. Da quel momento e per
almeno un anno ( 27 luglio 2023), si riterranno “accreditate
temporaneamente” le Fondazioni ITS che lo sono già prima del 31 dicembre
2019 e quelle accreditate da quel momento ed entro la data di entrata in
vigore della riforma (27 luglio), purché abbiano almeno un percorso attivo con
un numero di iscritti non inferiore al 50% della media nazionale “degli iscritti ai
medesimi percorsi e che dispongano di sedi e laboratori anche in via non
esclusiva”.
Sarà un decreto del ministero dell’Istruzione a stabilire “modalità semplificate
di accreditamento” per gli Istituti già esistenti alla data di entrata in vigore della
riforma.