Caro energia, termosifoni giù di un grado e
un’ora in meno da ottobre: il piano allo
studio del governo
Lo avrebbe confermato il ministro della Transizione ecologica Roberto
Cingolani, nel corso dell’informativa sul piano di risparmio del gas
durante il Cdm di giovedì scorso a Palazzo Chigi
Da ottobre i termosifoni saranno abbassati di un grado -da 20 a 19- e tenuti
accesi un’ora in meno al giorno. E questo non varrà solo nelle case -per i
riscaldamenti centralizzati- ma anche negli edifici pubblici. A confermarlo, a
quanto apprende l’Adnkronos, il ministro della Transizione ecologica Roberto
Cingolani, nel corso dell’informativa sul piano di risparmio del gas che sta
tenendo durante il Cdm in corso a Palazzo Chigi
La stretta sui riscaldamenti dovrebbe arrivare con un decreto ministeriale che
lo stesso Cingolani firmerà nei prossimi giorni. Nel corso dell’informativa,
rivelano le stesse fonti, il ministro non avrebbe fatto accenno a eventuali
ricorsi allo smart working nel servizio pubblico né tantomeno a interventi
sull’illuminazione delle vetrine dei negozi. Escluso anche il ritorno alla Dad
nell’ambito del piano di risparmi energetici
Corsa contro il caro energia
Il governo continua la corsa per mettere a punto un nuovo pacchetto di
sostegni a famiglie e imprese contro il caro-energia. Servirà ancora qualche
giorno per avere una ricognizione delle risorse realmente a disposizione: si
attendono i calcoli dell’andamento delle entrate anche di agosto e, soprattutto,
gli incassi della tassa sugli extraprofitti, dopo la stretta introdotta proprio con il
decreto aiuti bis a inizio agosto.
Nonostante il pressing di alcuni partiti, da Fdi a Italia Viva, e delle imprese
coinvolte, per cambiare la base imponibile del contributo straordinario, è
difficile che si possa intervenire in modo così radicale. Possibile invece che
arrivi, con un nuovo decreto, qualche ritocco che delimiti meglio, ad esempio,
le operazioni infragruppo coinvolte.
Le misure allo studio
Calcoli che serviranno a valutare, in base al perimetro dei fondi a
disposizione, se ci siano i margini per una proroga della Cig straordinaria (a
carico dello Stato) per chi è in difficoltà proprio per i costi dell’energia. E
mentre si valuta come intervenire di nuovo con il credito di imposta per le
imprese energivore, si stanno studiando anche interventi diretti, in particolare
per le piccole imprese in crisi di liquidità perché si ritrovano a pagare bollette
stellari.
Il veicolo: per ora un nuovo decreto
Le nuove misure che il governo punta ad approvare al più presto, non
dovrebbero confluire almeno in un primo momento nel decreto aiuti bis. In
commissione al Senato, che ha avviato l’esame del provvedimento, il governo
ha spiegato di non essere intenzionato a presentare emendamenti. Il nuovo
decreto, in questo scenario, sarebbe quindi lasciato al nuovo Parlamento per
la conversione, con tempi che rischiano di essere altrettanto compressi visto
che la scadenza si sovrapporrebbe alla formazione delle nuove Camere e del
governo. Probabile, però, che alla fine il nuovo decreto – una volta definite le
misure – venga trasformato in un emendamento proprio al decreto aiuti bis.
FONTE – SOLE 24 ORE