ANALISI E COMMENTI – ENERGIA – Stoccaggi, nuove fonti, rigassificatori: dove prenderemo il gas per l’inverno

Stoccaggi, nuove fonti, rigassificatori:
dove prenderemo il gas per l’inverno


Il gas russo copriva circa il 40% del nostro fabbisogno. Ecco le misure
messe in campo dal governo Draghi per affrancarsi dalla dipendenza di
Mosca
La guerra tra Russia e Ucraina, considerato l’importante ruolo svolto dal gas
russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale, che è pari a
circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas
consumati, ha posto la necessità di adottare misure d’urgenza per garantire la
sicurezza degli approvvigionamenti nazionali.
Mentre dalla Russia arrivano minacce diretta all’Italia (qui le parole della
portavoce del Ministero degli Esteri Zakharova e quelle di Putin), il piano
per ridurre i consumi di gas in Italia è sostenibile e può garantire un rilevante
risparmio di risorse. A dirlo è direttamente il ministro per la Transizione
ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista a Radio Capital. “Se la collettività
si comporta in maniera sobria nei consumi energetici a livello volontario, si
risparmia una quantità di gas che può arrivare quasi un terzo di quella che
prendevamo prima dalla Russia ogni anno”.
Per questo il Ministero della Transizione ecologica ha messo a punto un
“Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”. Prima di tutto
misure adottate per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas, che sono
partite immediatamente a ridosso dello scoppio del conflitto, volte ad
assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022
2023.
In secondo luogo, misure tese a diversificare rapidamente la provenienza del
gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e
aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
Stoccaggi e approvvigionamenti: le misure del Governo
Per quanto riguarda la prima misura relativa agli stoccaggi, il Governo ha
fissato con decreto del 1° marzo 2022 un obiettivo nazionale di riempimento
degli stoccaggi di almeno il 90%.
Alcuni scostamenti a partire da maggio, determinati dall’eccessiva volatilità dei
prezzi, ha reso poi necessario un nuovo intervento, con il decreto del 22
giugno, che ha dato a Snam il mandato di offrire un servizio di riempimento di
ultima istanza per coprire la parte mancante rispetto al livello medio
necessario a raggiungere il target mensile, e successivamente, affidando il
servizio alla società GSE.
Questi interventi e la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di
raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di
circa 83%.
L’insieme delle iniziative messe in campo consentirà di sostituire entro il 2025
circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di
diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con
politiche di efficienza energetica.
Diversificazione della provenienza del gas importato: cosa
cambia
Per quanto riguarda le misure per diversificare la provenienza del gas
importato, Cingolani ha siglato un accordo per il graduale aumento delle
forniture di gas dall’Algeria, che consentirà di sfruttare al massimo le attuali
capacità disponibili di trasporto del gasdotto che approda in Sicilia, fornendo
volumi crescenti di gas già a partire dal 2022.
Sono state anche incrementate nel breve termine le importazioni dal gasdotto
TAP, la cui società ha inoltre avviato le interlocuzioni per realizzare il
raddoppio della capacità di trasporto, che non necessita di interventi tecnici
sul tratto italiano del gasdotto.
Inoltre il Governo, in coordinamento con ENI e con SNAM, si è attivato per
garantire approvvigionamenti di GNL da nuove rotte, in particolare:
● fino a 3,5 miliardi di Smc dall’Egitto
● fino a 1,4 miliardi di Smc dal Qatar
● fino a 4,6 miliardi di Smc progressivamente dal Congo
● circa 3,0-3,5 miliardi di Smc da forniture in fase di negoziazione da altri
Paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia.
Più rigassificatori: le novità
Per poter sostituire le forniture di gas provenienti dalla Russia, oltre alle
iniziative che interessano le importazioni via gasdotto e gli stoccaggi nazionali,
è necessario incrementare la dotazione di infrastrutture del gas.
Considerato che i rigassificatori esistenti sono già utilizzati al massimo, il
governo ha puntato su nuovi terminali di rigassificazione di GNL, in tempi
coerenti con le quantità negoziate da nuove rotte.
La scelta del Governo – spiega ancora Cingolani nel suo piano – si è
indirizzata su strutture galleggianti, più flessibili e con minori tempi di
realizzazione rispetto alle strutture fisse, oltre che più coerenti con la politica
di decarbonizzazione del sistema energetico, che rimane la priorità generale
della politica di diversificazione.
Il MITE ha quindi chiesto a SNAM di procedere all’acquisizione di due FSRU
(Floating Storage and Regasification Unit) di capacità di circa 5 miliardi di Smc
ciascuna.
L’obiettivo del Governo è quello di arrivare ad avere in esercizio al più presto,
entro i primi mesi del 2023, il primo rigassificatore galleggiante e,
successivamente e comunque entro il 2024, anche il secondo impianto.
Questo è fondamentale soprattutto per poter affrontare l’inverno 2023-2024,
considerato che con molta probabilità gli stoccaggi saranno pienamente
utilizzati nella stagione invernale 2022-2023 e dunque bisognerà ricostituire
adeguatamente le riserve.
Gas nazionale
Un aiuto concreto alla copertura del fabbisogno di gas, per riparare alla
riduzione delle importazioni, arriva anche dal gas di provenienza nazionale, la
cui produzione è stata più che dimezzata nell’ultimo decennio a causa del calo
naturale di produzione dei giacimenti e alla carenza di nuovi investimenti,
anche a causa delle difficoltà nell’ottenimento dei permessi.
Il governo ha quindi deciso misure da cui si attende nel medio termine un
aumento, fino ad un raddoppio, della capacità di produzione nazionale, oggi
intorno a 3 miliardi di Smc.
Rinnovabili
Infine, il tema sostenibilità. Tutte queste azioni messe in campo vanno di pari
passo alle numerose misure già in corso del Governo per aumentare la
produzione di energia elettrica rinnovabile e di gas rinnovabili (biometano e
idrogeno) attraverso l’accelerazione delle procedure di installazione e il
supporto agli investimenti, anche grazie alle riforme e alle risorse previste nel
PNRR.

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