Perché risparmiare energia in ufficio? Il caro prezzi in ambito energetico è oggi un dato di fatto e siamo chiamati a farci i conti in tutti gli ambiti, anche in ufficio.
Oltre a rendere la spesa più sostenibile, risparmiare energia in ufficio consente di migliorare il comfort, la salute e la qualità della vita nei luoghi di lavoro, nonché di ridurre l’impatto ambientale, contribuendo a raggiungere un importante obiettivo per tutti. In merito arriva in aiuto l’ENEA, che ha redatto una guida operativa per consentire a tutti di capire quali scelte e azioni compiere in ufficio per il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione dei consumi. Vediamo i vari consigli passo passo. Risparmio energetico in ufficio: chi e come contribuire? Il dispendio di energia deriva spesso da errate abitudini lavorative il cui miglioramento può essere ottenuto con accorgimenti tali che evitano di rinunciare ai servizi semplicemente usando meglio gli apparecchi e gli impianti per la climatizzazione e illuminazione. Per continuare ad avere anche in ufficio un ambiente confortevole, quindi, l’ENEA offre suggerimenti pratici sia ai proprietari degli immobili sia alle aziende e ai loro dipendenti: ● i proprietari degli immobili sono chiamati a programmare interventi strutturali per ottimizzare l’efficienza energetica degli edifici e degli impianti; ● i datori di lavoro devono scegliere per gli uffici apparecchiature efficienti, rendere l’ambiente lavorativo confortevole e sostenibile e adottare un codice comportamentale che promuova il contenimento dei consumi; ● i dipendenti devono adottare uno stile di vita virtuoso, più attento alla riduzione degli sprechi. Quanta energia si consuma in un ufficio? Stando ai dati ENEA, gli edifici adibiti a ufficio rappresentano circa il 10% di tutto il parco immobiliare italiano. I consumi energetici sono legati: ● per circa il 30% all’uso di luce artificiale; ● per il 25% al riscaldamento; ● per il 16% alle apparecchiature (computer, stampanti, fax, fotocopiatrici e scanner in primis); ● per il 9% alla climatizzazione estiva; ● per il 9% per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Quanta energia si può risparmiare in ufficio? I risparmi possono raggiungere il 50%, secondo le stime dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Come dimezzare i consumi in ufficio? L’ENEA consiglia di: ● progettare interventi di riqualificazione energetica dell’edificio e degli impianti di climatizzazione e illuminazione; ● effettuare un uso attento e informato di apparecchiature e impianti. “La scelta dell’intervento da realizzare deve essere preceduta da una attenta valutazione, che deve tener conto del clima dell’area dove è costruito l’edificio, della tipologia e stato dell’isolamento delle pareti e degli impianti di climatizzazione e illuminazione, dei sistemi di gestione degli impianti, della destinazione d’uso dell’edificio e infine, non meno importanti, della tipologia e numerosità delle apparecchiature presenti nell’edificio e del comportamento degli utenti”. Quali beni e servizi scegliere per risparmiare energia? La scelta sull’acquisito di nuovi apparecchi, per ottenere il massimo risparmio energetico, deve sempre ricadere su beni e servizi di classe energetica “A” o superiore. Sebbene costino leggermente di più, i prodotti di ultima generazione garantiscono consumi energetici bassi, utilizzano meno inchiostro e carta utilizzata (ad esempio stampando fronte/retro) e così via. In particolare, la presenza del marchio EnergyStar garantisce che l’apparecchio abbia realmente un basso consumo energetico, mentre il marchio UE Ecolabel certifica che un prodotto o servizio rispetta l’ambiente in tutto il suo ciclo di vita. L’ENEA consiglia anche di preferire prodotti condivisibili in rete tra più utenti, specie nel caso di stampanti, fotocopiatrici, fax e scanner. Come si misura il consumo di un apparecchio elettronico? Per sapere quanto consuma un apparecchio elettronico utilizzato in ufficio – e non solo – basta consultare l’etichetta posta sul retro, che indica la potenza massima assorbita (es. 40 W). Per misurare il consumo reale giornaliero, settimanale o mensile di un apparecchio elettronico è possibile ricorrere ad un wattometro: inserendolo nella presa elettrica e poi collegandovi l’apparecchio, sarà possibile vedere i kWh assorbiti istantaneamente e nell’arco di tempo desiderato. Quale computer scegliere per risparmiare energia in ufficio? Per scegliere il computer migliore per risparmiare sui consumi legati all’utilizzo di questo strumento di lavoro diventato ormai imprescindibile in praticamente ogni ufficio, bisogna tenere conto delle caratteristiche tecniche dei componenti con cui sono assemblati, oltre che dell’utilizzo che ne viene fatto. Il consumo varia in base al modello e alle prestazioni. A grandi linee possiamo dire che i notebook consumano meno dei PC desktop: ● un notebook consuma intorno ai 30W da acceso e fermo e arriva ad assorbire 180W durante un’elaborazione grafica o un gioco; ● un PC desktop va dai 150-200 W di assorbimento in caso di modello di fascia bassa ai 200-400 W per i top di gamma. Gli alimentatori dei PC possono raggiungere un’efficienza dell’80- 90%. Ad esempio, spiega ENEA, “se l’alimentatore è da 100 W, ben 10-20 W sono disperse sotto forma di calore”. Per quanto riguarda i software, è utile sapere che l’utilizzo di un programma di elaborazione dei testi comporta un minor dispendio di energia di un programma di elaborazione grafica e che la maggior parte dell’energia consumata dai computer è dovuta: ● all’elaborazione effettuata dal processore (CPU), che assorbe dai 60 ai 140 W, a seconda della sua potenza; ● l’altro componente “dispendioso” è la scheda grafica, che consuma dai 50W dei computer di fascia bassa ai 300W di quelli top gamma; ● la scheda madre consuma circa 20W per i computer di fascia bassa e 60 W per i computer più potenti; ● l’hard disk consuma circa 10-15W, la ventola di raffreddamento del case 5 W, mentre una memoria RAM da 3 a 6W per ogni Dimm installato. Monitor: come risparmiare energia? Come per i televisori e gli smartphone, anche la tecnologia legata ai monitor dei PC è andata avanti e oggi i vecchi schermi a tubo catodico sono stati quasi completamente soppiantato da quelli LCD, che consumano meno della metà. Ancora meglio fanno i monitor LED, che consumano fino al 70% di energia in meno dei monitor LCD. Per risparmiare sulla corrente elettrica, bisogna quindi puntare su monitor LED, che tra l’altro – oltre a consumare meno – durano di più, sono più sottili e leggeri e hanno una migliore qualità dell’immagine rispetto a un monitor LCD. Consumi PC: come ridurli? Per abbattere ulteriormente le bollette, ENEA consiglia di abilitare le opzioni di risparmio energetico: impostare lo spegnimento automatico del monitor e dell’hard disk durante i periodi di inattività consente di ridurre i consumi di oltre il 30%. La funzione denominata, a seconda dei casi e sistemi operativi, “sospensione/standby/sleep”, una volta abilitata, fa sì che il computer stacchi l’energia a tutti i suoi componenti tranne alla RAM. In questo modo il PC consuma pochissima energia e, in caso sia necessario utilizzarlo, si avvia rapidamente. La funzione “hybernate” o “ibernazione” serve, invece, per spegnere completamente il computer, copiando però prima il contenuto della memoria RAM sull’hard disk, dove viene salvato in modo permanente. In questo modo, al riavvio, il PC è in grado di riprendere dal punto in cui era stato arrestato (utile soprattutto quando lo spegnimento è causato dall’esaurirsi della batteria del portatile). Infine, quando non si usa il computer per lungo tempo e, in generale, a fine della giornata lavorativa, il consiglio è di staccare la spina del computer: anche se spento il PC assorbe dai 3W a 6W. Screensaver: serve per risparmiare energia? No. Anzi, per risparmiare energia, bisognerebbe evitare di attivare lo screensaver sui propri computer. Questo perché i moderni monitor non hanno più la necessità di avere quell’immagine animata o statica che, in caso di monitor a tubo catodico, servivano ad evitare di bruciare i fosfori dei pixel dello schermo. Oggi, con i monitor LCD e LED, la loro funzione è puramente decorativa e consuma energia, anche perché impediscono al computer di entrare in modalità “sospensione”. Stampante: quale consuma meno? Per quanto riguarda le stampanti, la prima cosa da tenere a mente, dal punto di vista del risparmio energetico, è che la maggior parte del consumo (50%) non avviene durante la fase di stampa, che causa solo l’8% dei consumi, bensì nella modalità standby (50%). C’è poi un altro 42% di consumi che deriva dalla fase in cui la stampante è spenta ma con la presa elettrica inserita. Le stampante laser, sempre più diffuse, sono più energivore di quelle a getto d’inchiostro. Un modello piccolo, che stampa bianco/nero in formato A4, utilizza 372 W in fase di stampa e <7 W in standby. Un modello aziendale, che stampa anche a colori, formato A4 e A3, utilizza in stampa 576 W e in standby 11W. Le stampanti a getto d’inchiostro sono più economiche dai punto di vista energetico e come costi di acquisto, ma i costi delle cartucce d’inchiostro sono più alti. Una stampante a getto d’inchiostro professionale, che stampa anche a colori, in formato A4 e A3 consuma 20 W durante la stampa e 4 W in standby. Fotocopiatrice: come risparmiare energia? Anche le fotocopiatrici sono dispositivi che frequentemente troviamo negli uffici, semplici o multifunzione, con tecnologia xerografica e con tecnologia digitale. Secondo le stime ENEA, una fotocopiatrice utilizza: ● circa il 75% del suo consumo complessivo di energia nella fase di riscaldamento che precede la stampa; ● solo circa il 15% per i controlli elettronici; ● il 10% per le lampade. Anche in questo caso non bisogna dimenticare che lo standby continua a consumare energia e la fotocopiatrice assorbe corrente anche quando è spenta ma collegato alla rete elettrica. Il consiglio è di: ● scegliere fotocopiatrici da mettere in rete al servizio di più utenti: “un singolo apparecchio consumerà sicuramente meno della somma dei consumi di tanti piccoli apparecchi”, segnala ENEA; ● scegliere prodotti con le certificazioni “energystar” ed “ecolabel”; ● staccare la spina della fotocopiatrice alla fine dell’orario di lavoro o nei periodi di inattività, soprattutto nei fine settimana e in occasione di festività. In questo modo si risparmia fino al 24%; ● attivare le funzioni “risparmio energia”, simili a quelle dei PC. Standby: quanto consuma? Come abbiamo visto, anche in standby – ovvero quando apparentemente “spenti” ma collegati alla rete elettrica – gli apparecchi elettronici continuano a consumare energia. Secondo le stime, si tratta di circa il 10% dei consumi causati dall’apparecchio. Durante lo standby, spiega ENEA, viene assorbita energia dagli alimentatori, dai sensori in attesa di un segnale proveniente da tastiere e da display a LED che indicano lo stato dell’apparecchio. Nel 2005 l’UE ha emanato la Direttiva Energy Using Products (Ecodesign o EuP, obbligatoria per ottenere il marchio CE e il marchio Energy Star), che ha dettato le norme sul consumo dei dispositivi in standby, lo smaltimento e la loro progettazione. La successiva Direttiva 2009/125/CE (Energy related Products) detta norme anche sui prodotti connessi all’energia come finestre, materiale isolante o dispositivi del bagno (ad esempio docce e rubinetti). Dal 2010 l’Unione Europea ha imposto un limite di consumo in standby per gli apparecchi di nuova costruzione. Dal 2013 viene richiesta la presenza anche di un sistema di gestione dell’energia, in grado di spegnere o mandare in standby gli apparecchi elettronici automaticamente dopo un breve periodo di inattività. L’ENEA segnala tuttavia che ancora oggi oltre il 30% degli apparecchi utilizzati non rispetta le norme europee sullo standby e si prevede che entro il 2030 ben il 15% dei consumi elettrici in Europa sarà dovuto alle funzionalità di standby degli apparecchi. Ovviamente più l’apparecchiatura è obsoleta è più sarà alto il consumo in standby. Ascensore: quanto consuma? Nella propria guida ai risparmi energetici in ufficio, l’ENEA dedica un capitolo all’utilizzo degli ascensori. In Europa, dopo la Spagna, l’Italia è il Paese in cui sono più diffusi: circa 900.000. Il consumo energetico medio di un ascensore rappresenta circa il 5% del consumo elettrico complessivo di un edificio adibito ad uffici. I maggiori consumi energetici di un ascensore avvengono, ancora una volta, in fase di standby (70%) soprattutto per l’illuminazione (per ridurre i costi scegliere lampade a LED). Qualora si abbia l’opportunità di scegliere, meglio puntare su modelli più recenti, che consumano meno, hanno motori elettrici ad alta efficienza e sistemi di recupero dell’energia prodotta durante la fase di frenata e durante la fase di discesa nonché sistemi intelligenti di “risparmio energia” che riducono automaticamente le funzioni durante i periodi di inattività. Mettendo insieme questo accorgimenti si risparmierebbe il 50-60% sui costi energetici degli ascensori. Anche in questo caso, un ruolo importante, nella riduzione dei consumi, lo hanno gli utenti finali: ogni volta che si scelgono le scale invece dell’ascensore, oltre a migliorare il proprio stato di salute, si risparmiano circa 0,05 kWh. Come ridurre i costi dell’illuminazione? Ridurre i costi dell’illuminazione è un obiettivo importante in ufficio, considerando che circa il 30% del consumo energetico negli ambienti di lavoro è legato all’uso di luce artificiale. È possibile dimezzare i costi effettuando dei lavori strutturali che puntino a sfruttare al massimo la luce naturale proveniente dalle finestre, senza oscurarla con tendaggi troppo scuri o creare fastidiosi effetti abbaglianti, con tendaggi troppo chiari. Anche il posizionamento dei punti luce deve essere ben studiato, per mettere l’illuminazione solo lì dove effettivamente serve. Ad esempio per l’illuminazione della scrivania è meglio scegliere una lampada da tavolo. Sicuramente anche ricorrere alle lampade LED aiuta a ridurre il costo dell’energia in ufficio, così come installare dei sistemi di controllo del flusso luminoso artificiale, e dei rilevatori di presenza per l’accensione. Tra i consigli comportamentali, per ridurre ulteriormente i consumi dovuti all’illuminazione sociale, ENEA ricorda di spegnere le luci quando usciamo dall’ufficio e dagli ambienti comuni, come bagni, corridoi, scale, sale riunioni, e così via. Climatizzazione: trucchi per risparmiare in ufficio? Per risparmiare sui consumi energetici legati alla climatizzazione in ufficio, l’ENEA consiglia di ridurre i gradi: ogni grado in più si traduce in un aumento di consumo dal 5% al 10% annuo. La temperatura sale di 1-2° C dopo che una persona permane all’interno di una stanza per circa mezz’ora. Quindi, è sufficiente regolare la temperatura ambiente intorno ai 18°C per ottenere una temperatura più che adeguata all’interno dei nostri uffici. Ottima anche l’abitudine di non riscaldare o raffrescare le stanze vuote e farlo solo dice effettivamente necessario (es. le sale riunioni solo quando utilizzate). Se d’inverno in ufficio fa troppo caldo, non aprire porte e finestre o spogliarsi, meglio abbassare la temperatura. In estate bisogna tenere le finestre e le porte chiuse quando l’impianto è acceso e se fa freddo meglio alzare la temperatura impostata (consiglio: non scendere sotto i 6 gradi rispetto all’esterno). Per cambiare l’aria nelle stanze basta aprire le finestre per pochi minuti, vietato tenerle socchiuse per ore. Non coprire i radiatori con “copri-termosifoni” o tende. Spegnere l’aria condizionata almeno mezz’ora prima di uscire dall’ufficio e, dove possibile, optare per il deumidificatore, invece del condizionatore. Energia: buone pratiche per risparmiare in ufficio? Tra le buone pratiche per ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, le bollette in ufficio e non solo, l’ENEA raccomanda: ● utilizzare lampade e display LED; ● acquistare apparecchiature conformi alla direttive europee in merito ai consumi in standby e, dove previsto, che abbiano il marchio “Energy star”; ● staccare dalla presa elettrica gli apparecchi che non sono usati frequentemente; ● usare una multi presa – possibilmente con interruttore e controllo per il sovraccarico – per raggruppare computer e periferiche, così da spegnere veramente tutto, contemporaneamente. Esistono anche le cosiddette multi prese “standby killer”, che sfruttano il principio master/slave. Quando l’apparecchio “master”, ad esempio il computer, viene spento si spengono automaticamente tutti i dispositivi accessori (ad es. video, DVD player, dolby sorround, videogiochi, etc…).