ANALISI E COMMENTI – La sanità italiana sempre più in affanno. Prosegue l’esodo delle cure da Sud a Nord.

La sanità italiana sempre più in affanno.
Prosegue l’esodo delle cure da Sud a Nord.


Tempi di attesa peggiorati in metà delle Regioni
e anche il numero delle prestazioni è ancora
distante dal pre Covid. I nuovi dati Agenas
di Luciano Fassari
Per quanto riguarda la mobilità sanitaria interregionale cala il giro
d’affari ma non si ferma l’esodo da Sud a Nord per curarsi con ben 14
regioni che presentano saldi negativi e il 30% delle prestazioni per cui
non era necessario recarsi fuori regione. Peggiorano le liste d’attesa in
mezza Italia con il privato che in ogni caso fa meglio del pubblico. E
anche sul numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale si fa fatica
a tornare ai livelli pre Covid.
Un Servizio sanitario nazionale sempre più in affanno con l’esodo delle cure
da Sud a Nord che non si ferma nonostante il giro d’affari sia in calo, i tempi di
attesa che rispetto al pre covid sono peggiorati e il numero totale delle
prestazioni che ancora non è a livello del 2019.
È questo il quadro che emerge dai nuovi dati presentati oggi da Agenas sulla
mobilità sanitaria interregionale, il monitoraggio dei tempi di attesa degli
interventi chirurgici e le attività di specialistica ambulatoriale.
Tutti temi che sono all’attenzione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci
che nei suoi primi intendimenti ha dichiarato di voler lavorare al recupero delle
prestazioni, alla riduzione delle liste d’attesa e all’equità tra le Regioni. Tutte
questioni, doveroso ricordarlo, su cui molti dei suoi predecessori hanno
tentato d’intervenire senza però grande successo.
Mobilità sanitaria interregionale: cala il giro d’affari ma non si ferma
l’esodo da Sud a Nord per curarsi
L’area del Portale statistico di AGEANS, dedicata alla Mobilità sanitaria, mette
a disposizione dati che rappresentano il trend degli ultimi 5 anni rispetto
all’attività interregionale dei ricoveri ospedalieri. Nel corso del 2021 il valore
dell’attività osservata è di poco al di sotto dei 2,5 miliardi di euro – in aumento
rispetto al 2020 – e al di sotto dei valori degli anni 2017, 2018 e 2019.
Analizzando i numeri si scopre che, a prescindere dal giro d’affari, il
fenomeno dell’esodo da Sud a Nord per curarsi non si arresta. Sono ben
14 le Regioni che hanno infatti saldi negativi. Fanalini di coda sono la
Campania che nel 2021 registra un saldo negativo di 185,7 mln. A seguire la
Calabria (-159,5 mln), la Sicilia (-109,6 mln), la Puglia (-87,6 mln), la Liguria
(-60,7 mln), l’Abruzzo (-49,5 mln), la Basilicata (-40,3 mln), la Sardegna (-34,4
mln), le Marche (-21,1 mln), l’Umbria (-9,8 mln), la Valle d’Aosta (-7,1 mln), il
Friuli Venezia Giulia (-6,8 mln), la Pa di Bolzano (-4,3 mln) e la Pa di Trento
(-0,03 mln). In attivo a guadagnarci di più dalla mobilità è nel 2021 l’Emilia
Romagna che scalza la Lombardia dal vertice con un saldo attivo di 293,9
mln. Lombardia che segue con un +274,9 mln. In attivo anche il Veneto (+102
mln), la Toscana (+38,1 mln), il Lazio (+34,2 mln), il Piemonte (24,8 mln) e il
Molise (+8,7 mln).
Altro numero rilevante è poi quello d’appropriatezza delle cure fuori
regione dove Agenas stima che 800 mln sui 2,5 mld di giro d’affari riguardano
prestazioni per cui non sarebbe occorso recarsi fuori dalla propria regione.
Monitoraggio dei tempi di attesa degli interventi chirurgici. Il privato fa
meglio del pubblico e in 10 regioni sono peggiorati rispetto al 2019
Sempre all’interno del Portale statistico dell’Agenzia è possibile effettuare la
lettura dei risultati dei tempi di attesa dei ricoveri per interventi chirurgici.
L’analisi dell’area dedicata ai tumori maligni, per il periodo 2019-2021, indica
come la pandemia da COVID abbia ancora degli effetti sui volumi sebbene si
riscontrino dei miglioramenti nella garanzia di ricevere gli interventi nella
classe di maggiore urgenza – Classe A – da effettuarsi entro 30 giorni.
Il primo dato che emerge è che tra il 2019 e il 2021 ben 10 regioni su 21
abbiano peggiorato le loro performance sui tempi di attesa per quanto
riguarda i tumori maligni. La peggiore performance è stata la Pa di Trento che
ha registrato un calo del 25,4%. A seguire l’Emilia Romagna con -14,1% e il
Piemonte con il -10,7%. Migliorati invece del 19,3% il rispetto dei tempi di
attesa in Valle d’Aosta. Bene anche l’Abruzzo (+14,5%) e la Toscana
(+13,4%).
Sempre sui tempi di attesa il portale di Agenas contiene anche i dati delle
singole regioni sul rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di classe di
priorità A (30 giorni) per l’area cardiologica e per i tumori maligni mettendo
anche a confronto il pubblico con il privato accreditato. Da una nostra
elaborazione emerge come in generale nel privato i tempi siano molto più
brevi come si può evincere dalla tabella sottostante. In ogni caso praticamente
in nessuna regione italiana si registra il rispetto al 100% dei tempi di attesa.

Numero prestazioni di specialistica ambulatoriale: ancora non raggiunti i
livelli pre Covid
I dati a disposizione di Agenas mostrano come sebbene rispetto al primo
biennio covid (2020-2021) il numero di prestazioni sia in crescita nel 2022
(anche se molto lontano dai livelli del 2019). A parte infatti la Regione Toscana
tutte le altre regioni sono ancora distanti dai numeri pre pandemici. Fanalino di
coda Bolzano che nel primo semestre 2022 ha erogato il 46% di prestazioni di
specialistica ambulatoriale in meno rispetto al 2019.
fonte: QUOTIDIANOSANTA.IT

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