Legge di Bilancio 2023: novità previdenziali

Legge di Bilancio 2023: novità previdenziali


di Antonella Madia
Dopo aver scongiurato l’esercizio provvisorio per l’anno 2023 il Governo
ha definitivamente ottenuto l’approvazione della Legge di Bilancio 2023,
approvata dal Senato e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale come Legge
29 dicembre 2022, n. 197.
Analizziamo brevemente quali sono le novità più importanti in materia
previdenziale.
Novità sul Reddito di Cittadinanza
La nuova Legge di Bilancio reca notevoli novità per quanto riguarda la
gestione del Reddito di Cittadinanza. In particolare, all’articolo 1, commi
313-321, si occupa di fissare modifiche e paletti a tale sussidio, prevedendo in
particolar modo che il Reddito di Cittadinanza sia riconosciuto per massimo 7
mensilità, tranne che nel caso in cui il nucleo familiare sia composto anche
da persone con disabilità, minorenni o con almeno 60 anni di età.
A partire dal 1° gennaio 2023 è obbligatorio per i percettori del Reddito di
Cittadinanza aderire ad un periodo di percorso personalizzato di
accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale di sei
mesi; in caso di mancata frequenza del programma assegnato, si avrà la
decadenza della prestazione per il nucleo familiare del beneficiario del
Reddito di Cittadinanza. Ogni Regione avrà l’obbligo di trasmettere all’ANPAL
gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza.
Non è tutto, in quanto a partire dal 1° gennaio 2023 i percettori di Reddito di
Cittadinanza che abbiano un’età compresa tra 18 e 29 anni e che al contempo
non abbiano adempiuto all’obbligo di istruzione minima, per poter continuare a
percepire il RdC dovranno iscriversi e frequentare percorsi di istruzione di cui
all’art. 4, comma 1, lett. a) del Regolamento di cui al DPR 263/2012, o
comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo di istruzione.
La stretta nei confronti dei percettori di Reddito di Cittadinanza non si limita
però a quanto detto finora, in quanto se uno dei componenti del nucleo
familiare non accetta la prima offerta di lavoro, anche se non congrua, e
finanche se quest’ultima pervenga nei primi 18 mesi di percezione del
contributo, si avrà la decadenza dalla percezione del RdC.
Altresì, qualora con il Reddito di Cittadinanza il soggetto percettore paghi un
canone di locazione, la componente pari al canone annuo previsto nel
contratto di locazione non sarà corrisposta direttamente al percettore ma
direttamente al locatore dell’immobile risultante dal contratto di locazione.
Si stabilisce inoltre un obbligo a carico dei Comuni, i quali dovranno impiegare
tutti i percettori di Reddito di Cittadinanza residenti che hanno sottoscritto un
patto per il lavoro o un patto per l’inclusione sociale nell’ambito di progetti utili
alla collettività.
Isee precompilato prioritario a quello ordinario dal 2023
Con la Legge di Bilancio sono previste anche novità in termini di ISEE: infatti,
viene favorito il concetto di DSU precompilata. A partire dal 1° luglio 2023 la
DSU dovrà essere presentata da parte del cittadino prioritariamente in
modalità precompilata, e solo nel caso in cui sia necessario integrare, sarà
possibile accedere alla modalità ordinaria. Le modalità operative saranno
individuate da MLPS, INPS, Agenzia delle Entrate e Garante Privacy.
Assegno unico
Altre novità di rilievo riguardano l’assegno unico e universale per i figli a
carico; a partire dal 1° gennaio 2023 si prevede l’incremento del 50% della
misura base per l’assegno a ciascun figlio di età inferiore a un anno e per
ciascun figlio di età compresa tra 1 e 3 anni, nel caso di famiglie con almeno 3
figli e con ISEE fino a 40.000 euro.
Per i nuclei familiari con quattro o più figli a carico, dal 1° gennaio 2023 la
maggiorazione forfettaria dell’assegno si attesta a 150 euro anziché ai
precedenti 100 euro.
Inoltre viene strutturalmente equiparata la presenza nel nucleo familiare di un
figlio maggiorenne a carico disabile con il figlio minorenne a carico.
Pensioni: debutta Quota 103 e altre novità
La Legge di Bilancio prende in considerazione anche disposizioni in materia
pensionistica: infatti, è ufficiale l’introduzione di Quota 103, canale
sperimentale per accedere alla pensione anticipata.
Per accedervi è necessario il raggiungimento di almeno 41 anni di anzianità
contributiva e almeno 62 anni di anzianità anagrafica. Potranno accedervi i
lavoratori pubblici e privati ma anche i lavoratori autonomi e parasubordinati
purché rientrino nell’ambito di gestione dell’Inps. La domanda d’accesso può
essere inoltrata anche successivamente al 2023, purché il soggetto in
questione maturi il requisito entro il 31 dicembre 2023.
Misura alternativa all’accesso a Quota 103
Non finisce qua in termini pensionistici, in quanto i commi 286 e 287 della
nuova Legge di Bilancio, vogliono dall’altro canto garantire la presenza in
servizio di tali soggetti con una misura alternativa all’esodo, ossia misure di
favore per continuare a lavorare.
In particolare il lavoratore dipendente che pur avendo maturato i requisiti entro
il 31 dicembre 2023 prosegue l’attività lavorativa, può rinunciare all’accredito
contributivo della quota dei contributi a proprio carico, e chiedendo allo stesso
tempo al datore di lavoro la corresponsione a proprio favore dell’importo
corrispondente. In tal caso aumenterebbe il reddito disponibile del soggetto
che decide volontariamente di rimanere in forza.
APE sociale rinnovata
Per quanto riguarda i pensionamenti, un’altra misura interessante è quella
dell’APE sociale, che è stata nuovamente prorogata fino al 31 dicembre 2023.
Sarà possibile quindi accedere all’APE sociale fino al 31 dicembre 2023 per i
soggetti che fanno parte delle categorie professionali individuate dall’allegato
3 alla Legge di Bilancio 2023; tali sono i soggetti che per almeno 7 degli ultimi
10 anni, ovvero per almeno 6 degli ultimi 7 anni, abbiano effettuato le attività
indicate nell’allegato 3, e siano in possesso di un’anzianità contributiva di
almeno 36 anni.
Il limite dell’anzianità contributiva è fissato invece a 32 anni per alcune
particolari categorie di lavoratori, quali: operai edili, ceramisti, conduttori di
impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.
Opzione donna ma con una grande “forbice”
Rinnovata anche l’opzione donna ma con regole molto più stringenti, che in
sostanza vanno a restringere notevolmente il campo di applicazione di tale
disposizione. Possono accedere al trattamento pensionistico anticipato le
lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 abbiano maturato un’anzianità
contributiva pari almeno a 35 anni, e altresì un’età anagrafica di almeno 60
anni (che viene ridotta però di un anno per ogni figlio), laddove però si sia in
possesso di specifici requisiti ossia:

  1. assistenza da almeno sei mesi al coniuge o un parente di primo
    grado convivente con un handicap grave, un parente o affine di
    secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della
    persona con handicap grave abbiano compiuto 70 anni, oppure
    siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti;
  2. riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%;
  3. lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un
    tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la
    struttura per le crisi d’impresa. In tal caso si avrà la riduzione di due
    anni a prescindere dal numero di figli avuti dalla lavoratrice.
    NDR. Scopri qui in nostro Focus dedicato alle pensioni anticipate
    Aumento dell’importo delle pensioni
    In via eccezionale a partire dal 1° gennaio 2023 viene riconosciuto un
    incremento delle pensioni di importo mensile pari o inferiore all’importo
    mensile del trattamento minimo INPS. L’incremento è pari ad 1,5 punti
    percentuali per l’anno 2023 e a 2,7 punti percentuali per l’anno 2024, ed è
    ancora maggiore per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni.
    fonte: COMMERCIALISTA TELEMATICO

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