GIOVANI E FORMAZIONE – Next Generation Schools: nuovi spazi per imparare

Next Generation Schools: nuovi spazi per
imparare


L’innovazione nella scuola passa dal rinnovamento degli spazi di
apprendimento e dalla capacità degli insegnanti di usarli al meglio. Un
blog per discutere una selezione di storie esemplari.
di Maria Chiara Pettenati e Marco Gioannini
Un blog per parlare di innovazione nella scuola italiana partendo dai nuovi
ambienti di apprendimento. Un blog per presentare e discutere una selezione
di esperienze significative nelle scuole italiane, fra le quali alcune assai
interessanti dal punto di vista dell’Agenda 2030. Un blog anche per offrire
spunti ai dirigenti scolastici e ai docenti che oggi si trovano nell’urgenza di
riuscire a presentare progetti per i fondi del Pnrr, in primo luogo quelli per
“Scuole 4.0: scuole innovative e laboratori”, e magari sono alla ricerca di idee
per cambiare gli spazi della propria scuola (e non solo riempirli di nuove
tecnologie).
Questo vuole essere il nuovo blog Next Generation Schools, che ha origine
da un approfondimento svolto all’interno del Gruppo di lavoro Goal 4
dell’ASviS, con la partecipazione di rappresentanti di numerosi enti aderenti e
curato sul piano editoriale da due coordinatori del Gruppo di lavoro, Maria
Chiara Pettenati e Marco Gioannini.
Il Pnrr prevede per l’edilizia scolastica interventi per quasi 13 miliardi di euro.
Poco più di un miliardo si trova nella Missione due (Rivoluzione verde e
transizione ecologica) per costruire con criteri innovativi 212 scuole che in
tutto il Paese andranno a sostituirne altrettante di vecchie. Tutto il resto, oltre
11 miliardi, si trova nella Missione quattro (Istruzione e ricerca) con interventi
importanti per i nidi e le scuole dell’infanzia (4,6 miliardi), per la messa in
sicurezza e la riqualificazione di edifici già esistenti (3,9 miliardi), per mense e
palestre (circa un miliardo) e infine per le scuole innovative, con interventi
sulle aule didattiche e i laboratori (2,1 miliardi).
Sono risorse importanti che non possiamo permetterci di impiegare male e
senza una visione lungimirante di come rinnovare il nostro patrimonio di
edilizia scolastica, come imparare a usarlo una volta rinnovato e,
eventualmente, come realizzare questo rinnovamento con la partecipazione
attiva dalle figure professionali che ne faranno uso. Una visione che tenga
insieme le esigenze della qualità strutturale e della sicurezza degli edifici,
della sostenibilità ambientale ed energetica, ma anche quelle dell’innovazione
pedagogica e didattica.
In questi anni in Italia si è consolidata la convinzione, sostenuta da ricerca ed
esperienze anche internazionali, che l’innovazione nella scuola – nella
didattica, nella sua organizzazione quotidiana, nel benessere di chi vi lavora e
studia, nel suo aprirsi al territorio – passa necessariamente dal rinnovamento
degli ambienti di apprendimento e da una visione dello spazio educativo come
dinamico, aperto e interconnesso, dove il lavoro individuale e di gruppo, la
sperimentazione, l’approfondimento delle discipline, le pratiche per la piena
inclusione dei più fragili, come pure l’educazione alla cittadinanza e allo
sviluppo sostenibile, diventano esperienze realizzabili in tutto l’edificio e non
solo nell’aula tradizionale. Questa è oggi spesso insufficiente alle esigenze
formative, che troverebbero risposta più adeguata in una molteplicità di spazi
diversificati e complementari, concepiti per formare un ambiente integrato, a
sostegno di una didattica attiva e moderna, con elevati standard di qualità
pedagogica, sostenibilità, vivibilità e benessere.
Per riassumere in poche parole chiave: condividiamo l’idea che gli spazi della
scuola Italiana di domani (e per quanto possibile già di oggi) siano: aperti (alla
comunità e al territorio, alle collaborazioni con soggetti esterni), sostenibili
(grazie a interventi sull’efficientamento energetico e attraverso attività che
insegnino a vivere responsabilmente il pianeta), flessibili e diffusi (sia interni
che esterni, per un’offerta didattica più differenziata e personalizzata),
accessibili (concretamente adeguati a soddisfare i bisogni educativi di tutti gli
allievi, anche dei più fragili) e accoglienti (dove innanzitutto si sta bene).
Tutto ciò richiede anche di interrogarsi in quale misura il tema dei nuovi spazi
di apprendimento sia già presente nella formazione formale e informale del
personale della scuola in Italia e – dal punto di vista dell’ASviS – se
un’appropriata formazione delle figure chiave della scuola su questi temi
possa generare un impatto positivo a sostegno della visione dell’Agenda
2030.
In ogni puntata del blog presenteremo – in un formato snello e sintetico – un
caso tratto una selezione di esperienze significative di nuovi ambienti di
apprendimento realizzate nelle scuole pubbliche italiane di ogni area del
Paese e in ogni grado scolastico. Sono esperienze che sono state segnalate e
analizzate (anche promosse e realizzate, talvolta) da enti che aderiscono
all’ASviS. Saranno presi in esame casi di scala progettuale e impegno
economico diversi: interventi che hanno trasformato radicalmente un intero
edificio scolastico, ma anche azioni di minore magnitudine, limitate a specifici
spazi scolastici, all’interno e all’esterno della scuola. Tutti, però, hanno inciso
sul cambiamento didattico nella loro scuola e hanno dedicato specifica
attenzione al tema della formazione dei docenti e alla capacità dei docenti
stessi di creare community impegnate a lavorare sull’innovazione scolastica,
magari in sinergia con altre reti e scuole.
Le prime tre puntate del blog saranno dedicate ai casi della scuola Enrico
Fermi di Torino (secondaria di I grado), del Liceo Pascasino di Marsala, delle
‘Aule natura’ realizzate dal Wwf in molte scuole italiane.
Altri casi sono già pronti alla pubblicazione. Ma non vorremmo fermarci qui,
alla discussione dei casi da noi selezionati. Il blog per noi sarà un successo se
saprà stimolare la raccolta di nuove storie e a estendere la nostra conoscenza
di quel che si muove – e sappiamo che è tanto – nel campo dell’innovazione
scolastica in Italia.
di Maria Chiara Pettenati e Marco Gioannini, co-coordinatori Gruppo di
lavoro ASviS sul Goal 4 “Istruzione di qualità”

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