ANALISI E COMMENTI – L’Italia spinge sull’innovazione, ma restano le zavorre: sicurezza e formazione pesano sul futuro

L’Italia spinge sull’innovazione, ma
restano le zavorre: sicurezza e formazione
pesano sul futuro


L’Italia comincia a raccogliere i frutti degli investimenti in Innovazione,
spinti anche dalla recente pandemia. Ma non si possono negare le
criticità emerse proprio in quel periodo, legate principalmente a due
questioni: la sicurezza informatica e le risorse umane
di Alessandro Lavarra_Innovation business developer
Il sistema Italia negli ultimi anni ha investito in innovazione e ha iniziato a
guadagnare posizioni nelle classifiche sulla digitalizzazione. Questa crescita è
trainata da alcuni settori e da alcune specifiche caratteristiche del nostro
sistema economico e produttivo.
I settori che hanno spinto la digitalizzazione
Una buona spinta per la digitalizzazione è stata, in modo inatteso, impressa
dalla Pubblica Amministrazione che, partendo da una situazione di grande
svantaggio, ha saputo indirizzare alcuni progetti in un meccanismo virtuoso,
penso alla fattura elettronica, al 730 precompilato, SPID, Pago PA, l’app IO,
l’anagrafe nazionale, il design dei siti e altri progetti infrastrutturali.
Rimanendo sugli effetti della pandemia anche l’organizzazione del lavoro in
chiave digital ha dovuto giocoforza adattarsi alla situazione di emergenza. Il
lavoro da remoto o il più evoluto smart-working sono cresciuti e si sono
trasformati per molte organizzazioni in una nuova normalità obbligando a
ripensare sia gli strumenti di lavoro sia gli aspetti gestionali e organizzativi in
chiave digital.
Fatta questa premessa generale sull’accelerazione della trasformazione
digitale e sulle caratteristiche che ha assunto in Italia facciamo alcune
considerazioni sulle criticità che sono emerse, legate principalmente a due
questioni: la sicurezza informatica e le risorse umane.
Sulla soglia di una guerra cibernetica globale
L’aumento dei servizi digitali, delle tecnologie OT e IoT e del lavoro da remoto
ha innalzato in modo significativo l’esposizione al rischio di incidenti legati alla
sicurezza informatica.
A questo si è unita la crescente facilità di portare a termine attacchi utilizzando
piattaforme e servizi messi a disposizione degli aspiranti hacker dalle gang di
cyber crimine con lo sviluppo di un vero e proprio mercato del ransomware as
a service.
Secondo il report Clusit 2022 confrontando il primo semestre dell’anno
appena trascorso con il primo semestre del 2018, gli attacchi informatici sono
cresciuti del 53%.
Confermando una tendenza già osservata nel 2021, gli attacchi gravi sono
stati il 45% del totale, mentre quelli con impatto critico sono arrivati nel primo
semestre del 22 a rappresentare un terzo di tutti gli attacchi.
Nel complesso, gli attacchi con impatto Critical e High sono stati il 78% del
totale.
Secondo gli esperti di Clusit negli ultimi quattro anni è avvenuto un vero e
proprio cambiamento epocale nei livelli di cyber sicurezza, con una ulteriore
accelerazione dovuta all’instabilità geopolitica relativa al conflitto
Russia-Ucraina, al quale non è corrisposto un incremento sufficiente delle
contromisure difensive.
Le aziende e ancor più le amministrazioni pubbliche, devono prendere
consapevolezza dei rischi legati a questi fenomeni e intraprendere percorsi di
crescita sostanziali per contrastare le minacce.
Competenze digital: Italia al terzultimo posto per capitale
umano
Per quanto riguarda il capitale umano, l’Italia si colloca al 25esimo posto su 27
paesi dell’UE.
Solo il 46 % delle persone possiede perlomeno competenze digitali di base,
un dato ampiamente al di sotto della media UE.
Il paese ha una percentuale molto bassa di laureati nel settore TIC: solo l’1,4
% dei laureati italiani sceglie discipline TIC, il che rappresenta il dato più
basso registrato nell’UE, nel mercato del lavoro la percentuale di specialisti
TIC è pari al 3,8 % dell’occupazione totale, ancora una volta al di sotto della
media UE. (DESI 2022)
Il mercato del lavoro legato al digitale soffre da diversi anni di un pesante
sbilanciamento tra domanda e offerta. I profili legati al digitale si stanno
specializzando sempre di più rendendo ancora più difficile il loro reperimento e
mettendo le aziende di fronte alla necessità di dotarsi di più profili specialistici.
fonte: AGENDA DIGITALE

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