Settimana corta, lavorare 4 giorni a
settimana in Italia: la proposta

Settimana corta, lavorare 4 giorni a
settimana in Italia: la proposta


Ecco cosa prevede la proposta della “settimana corta” lavorativa
lanciata dalla Fim CISL in riforma all’orario d’impiego nel settore
manifatturiero e non solo
La settimana corta in Italia è già una realtà per alcune aziende e ora arriva
anche la proposta della Fim CISL che chiede di estendere la
sperimentazione, come già avvenuto nel Regno Unito e in altri Paesi europei.
La settimana corta, secondo la Federazione Italiana Metalmeccanici, potrebbe
infatti aiutare a recuperare terreno rispetto all’Europa sia sul fronte del
benessere dei lavoratori sia quello della produttività delle aziende,
soprattutto, nel settore manifatturiero.
In questo articolo vi spieghiamo qual è la proposta della CISL per avviare la
sperimentazione della settimana corta di lavoro in Italia, cosa stanno facendo
gli altri Paesi e quali sono le poche aziende Italiane che hanno già adottato
questo esperimento.
SETTIMANA CORTA IN ITALIA, LA PROPOSTA CISL
Secondo la Fim CISL è necessario aprire in Italia un confronto tra parti
sociali per avviare le sperimentazione della settimana corta nel Paese, in
alcuni settori professionali. In particolare, Roberto Benaglia, segretario
generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, il 21 febbraio 2023 ha lanciato un
appello al Governo, che potete leggere in questa nota (Pdf 199 Kb)
chiedendo di regolare il lavoro, soprattutto, nel settore manifatturiero in modo
più sostenibile, libero e produttivo.
Secondo il sindacalista, i salti tecnologici ed organizzativi che la
digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno portando in tante aziende
metalmeccaniche, dovrebbe spronare gli organi politici preposti a ripensare gli
orari aziendali e ridurli.
Si tratterebbe di un sistema assolutamente non in contrasto con la
competitività aziendale, ma un modello perfetto per stabilire nuovi equilibri
e migliori risultati. Nel dettaglio, la proposta Fim CISL, già lanciata nel
congresso del sindacato a Torino, è la seguente:
● negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4
parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario;
● la riduzione di 1/5 dell’orario può essere dedicata anche alla
formazione o ai carichi di cura.
Per mettere in campo questo progetto, la Fim CISL vorrebbe coinvolgere nei
prossimi mesi alcuni grandi player del comparto dei metalmeccanici e
avviare percorsi sperimentali, lavorando per gradi. L’idea sarebbe di iniziare
da pochi stabilimenti per capire la portata dell’intervento e le esigenze dei
lavoratori. Man mano, andrebbe elaborata una formula su misura che tenga
conto anche dei picchi di produzione delle imprese. Ma andiamo a vedere
cosa si intende esattamente per “settimana corta”.
COS’È LA SETTIMANA CORTA
Con il termine “settimana corta” si intende generalmente la settimana
lavorativa della durata di 4 giorni al posto dei 5 canonici. Una
regolamentazione che comporterebbe meno ore settimanali di lavoro per i
dipendenti generalmente a parità di retribuzione. Quest’ultimo aspetto
potrebbe non essere assicurato però, perché in alcune sue applicazioni la
settimana lavorativa di 4 giorni potrebbe anche prevedere una piccola
riduzione della paga o un carico di orario di lavoro settimanale di poco più
leggero rispetto ai classici 5 giorni.
Per i suoi promotori questa forma di organizzazione del lavoro aiuterebbe a
rendere la giornata professionale di ogni settore maggiormente sostenibile e
flessibile. Questo modello è infatti attento ai bisogni delle persone, aiuta a
rendere i posti di lavoro più attrattivi e a conciliare i tempi di vita con quelli di
lavoro, oltre a apportare sorprendentemente benefici alla produttività
dell’azienda datrice di lavoro. Ma vediamo i dettagli della proposta CISL
sull’avvio della sperimentazione in Italia della settimana corta.
GLI OBIETTIVI DELLA SETTIMANA CORTA
Secondo la Fim CISL, la settimana corta di lavoro non mirerebbe a ridurre gli
orari in modo generico come nel secolo scorso. Piuttosto, renderebbe il lavoro
maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone.
Inoltre, per il sindacato, tale modello renderebbe gli impieghi più attrattivi, in
un’epoca dove tanti, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di
lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro. Lo scopo è
creare un lavoro produttivo, ma maggiormente sostenibile anche per una
popolazione lavorativa sempre più anziana ed esperta.
PAESI CHE HANNO GIÀ AVVIATO IL MODELLO
L’idea di settimana corta proposta dalla Fim CISL è una soluzione per la
flessibilità già attuata in modo simile in altri Paesi, con discreto successo.
Modelli del genere hanno dimostrato la loro efficacia ad esempio, in alcuni
Paesi, vediamo insieme quali.
REGNO UNITO
Tra giugno e dicembre 2022 si è tenuta una sperimentazione della settimana
corta in 61 aziende del Regno Unito di diversi settori. Il progetto prevedeva
una riduzione oraria a 32 ore settimanali per ciascun dipendente. Tale
riduzione poteva essere spalmata su 4 giorni lavorativi, senza alcuna taglio
dello stipendio. Dal progetto è risultato un aumento in termini di produttività e
benessere per il personale, tanto che 56 delle 61 aziende coinvolte hanno
deciso di continuare a lavorare su 4 giorni. Ad analizzare i risultati della
sperimentazione sono stati gli esperti del Boston College che hanno riportato i
seguenti dati:
● circa il 39% dei dipendenti ha dichiarato di essersi sentito meno
stressato e di aver usufruito di meno giorni di malattia rispetto al
passato;
● il numero di dipendenti che ha lasciato l’azienda è sceso del 57%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
BELGIO
Dal 15 febbraio 2023, come annunciato dal primo ministro belga, Alexander
de Croo, a parità di stipendio, la settimana passa da 5 a 4 giorni lavorativi
per un totale di ore sempre pari a 38, riorganizzate, però, in un giorno in
meno. Tra le novità introdotte dal Governo del Belgio, anche “il diritto alla
disconnessione”, cioè a spegnere i dispositivi e ignorare i messaggi “di
lavoro” dopo l’orario. La norma prevede che i dipendenti potranno richiedere
un periodo di prova per la settimana corta di 6 mesi. Conclusa la prova,
possono decidere se mantenerla o rinunciarci.
PAESI SCANDINAVI
Nei Paesi scandinavi, la settimana corta è quasi ovunque una realtà. In primis,
l’Islanda ha ridotto le ore lavorative da 40 a 35 senza tagli nello stipendio, dal
2015 per l’86% della popolazione. Tale modello è stato analizzati da
Autonomy e dall’Associazione per la Sostenibilità e la Democrazia. Secondo
gli esperti, vi è stato un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. In
Norveglia, il personale dipendente, specie i neo genitori, ha diritto a una
riduzione dell’orario di lavoro. Mentre, in Svezia si lavora 6 ore al giorno e in
Danimarca, solo 33 ore medie settimanali. La Finlandia, invece, non si è
ancora adeguata rispetto a questa possibilità;
SPAGNA
Nel Paese è stato attuato il modello delle 32 ore di lavoro settimanali per 3
anni senza tagli sullo stipendio. Il Governo ha anche annunciato il via a un
progetto da 50 milioni di euro in 3 anni per aiutare le imprese ad aderire a
questo sistema di lavoro.
EMIRATI ARABI UNITI
Il Governo degli Emirati Arabi Uniti ha stabilito la settimana corta da 4 giorni
e mezzo lavorativi dal 1° gennaio 2022. Vale sia per il settore pubblico, che
per le scuole del Paese e per il settore privato. Il privato, però, non si è ancora
uniformato a tale modello. Infatti, la società di consulenza Mercer ha avviato
un sondaggio realizzato su 190 compagnie e sono emersi i seguenti dati:
● il 57% delle aziende private ha dichiarato di preferire il nuovo
weekend sabato-domenica;
● il 23%, ossia solo una società su quattro, ha affermato che
probabilmente applicherà la politica della settimana lavorativa corta.
GIAPPONE
Stando a un’analisi condotta dal Governo del Giappone, l’8% delle aziende
ha offerto più di due giorni liberi garantiti a settimana. A dare il “la” a
questo modello è stata, nel 2019, la Microsoft Giappone. La società ha
dimostrato di aver così raggiunto un aumento della produttività del 40%, una
riduzione dei consumi di energia elettrica del 23% e di carta del 59%. A dare il
via alla settimana corta, poco dopo, è stata anche la Panasonic.
ALCUNI ESEMPI DI SETTIMANA CORTA IN ITALIA
In Italia alcune aziende autonomamente hanno deciso di sperimentare la
settimana corta. Tra esse, vi sono:
● Carter & Benson, che ha introdotto la settimana corta, a 36 ore, a
gennaio del 2021;
● Awin Italia, che, invece, ha stabilito la settimana lavorativa a 32 ore;
● Intesa Sanpaolo, dove dal 2023, i dipendenti possono accedere su
base volontaria alla settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative
giornaliere, a parità di retribuzione. Tale modello, viene applicato
compatibilmente con le esigenze produttive della Banca;
● Mondelez International, ha optato per la settimana lavorativa di 4 giorni
e mezzo, a parità di ore settimanali e di stipendio. La sperimentazione è
iniziata il 1° marzo 2022 con il progetto “Workplace of the Future” a
Milano.
LE PROPOSTE DI LEGGE SULLA SETTIMANA CORTA IN ITALIA
Al di là della singola sperimentazione avviata in alcune aziende, la vera sfida
dei sindacati italiani e del Governo è di trovare una quadra sull’introduzione
della settimana corta lavorativa a livello normativo nazionale. Nel corso della
passata legislatura, vi sono state diverse iniziative parlamentari che
avevano come fine l’introduzione della settimana corta in Italia. Queste quelle
principali:
● l’ex Ministro Patrizio Bianchi il 10 settembre 2022 aveva aperto
all’ipotesi di una “settimana corta” nelle scuole italiane, per avere una
migliore didattica. La proposta formale era arrivata per rimediare ai
possibili tagli dovuti al caro energia e al contempo, a migliorare la vita di
docenti e studenti. Ma, questa proposta si era scontrata con il “no” dei
sindacati;
● la Deputata Valentina Corneli (M5S) ha presentato il 12 gennaio
2022, una proposta di legge per delegare il Governo in materia di
introduzione della settimana lavorativa corta. La proposta che potete
leggere in questa pagina, chiedeva al Governo di introdurre il modello
valutando la riduzione oraria per una migliore conciliazione dei tempi tra
vita e lavoro;
● i Deputati Librandi, D’alessandro, Gadda (IV) l’11 maggio 2020
avevano presentato una proposta di legge per prevedere un incentivo
fiscale in favore delle imprese che riorganizzano l’attività dei loro
dipendenti su 4 giorni lavorativi settimanali.
Per adesso, nessuna di queste proposte è stata accolta, né ne sono arrivate
altre calendarizzate nel corso dell’attuale legislatura. Vi aggiorneremo nel
caso cambiasse qualcosa.
IL COMUNICATO STAMPA FIM CISL DEL 21 FEBBRAIO 2023
Mettiamo a disposizione la nota stampa della FIM CISL (Pdf 199 Kb) con la
proposta della settimana corta in Italia diffuso il 21 febbraio 2023.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Per conoscere tutte le novità sul lavoro, vi consigliamo di leggere quelle
introdotte dal Decreto conciliazione vita lavoro. Se volete conoscere le
introduzioni sul lavoro agile, vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento
dedicato allo Smart Working che fa un punto sull’evoluzione della normativa e
spiega in modo semplice e chiaro quali sono gli obblighi attualmente in vigore
per il lavoro agile nella PA e nel privato. Invece, in questo articolo, vi
spieghiamo cosa prevede il protocollo nazionale per lo Smart Working nel
settore privato

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