ANALISI E COMMENTI – Al via l’iter della riforma degli incentivi, Urso: “Un codice per bloccare la giungla delle agevolazioni”

Al via l’iter della riforma degli incentivi, Urso:
“Un codice per bloccare la giungla delle
agevolazioni”


di Franco Canna
La riforma degli incentivi è una delle azioni strutturali che il Governo si è
impegnato a realizzare nell’ambito del PNRR. L’iter, avviato sotto il
precedente esecutivo, trova ora un primo passo concreto con il varo del
disegno di legge-delega approvato il 23 febbraio dal Consiglio dei
Ministri con procedura d’urgenza.
Perché serve la riforma degli incentivi
La riforma degli incentivi si rende indispensabile perché le troppe agevolazioni
esistenti riducono di fatto la possibilità dell’impresa di conoscerle e quindi ne
riducono l’efficacia.
Secondo le rilevazioni rese note dal Ministero delle Imprese e del Made in
Italy, il sistema agevolativo nazionale ha fatto registrare nel 2021 un numero
complessivo di 1.982 interventi agevolativi, di cui n. 229 delle amministrazioni
centrali e n. 1.753 delle amministrazioni regionali.
Di qui l’esigenza di razionalizzare la materia in un “codice degli incentivi” che
ha come scopo “bloccare l’estrema frammentazione delle attuali politiche di
incentivazione e raggiungere la piena efficienza degli interventi per le
imprese”.
Il provvedimento approvato dal Governo prevede tra gli obiettivi anche la
semplificazione delle norme in materie di investimenti e interventi nel
Mezzogiorno.
“La revisione degli incentivi costituisce un passaggio necessario anche per la
promozione della politica industriale italiana che richiede sul piano nazionale
un maggiore efficientamento degli interventi per le imprese nonché di
orientamento verso le sfide globali come la transizione green e digitale”,
spiega il Ministero in una nota.
Urso: “Intervento per fermare la giungla degli incentivi”
“Il provvedimento nasce dalla necessità di avere una riforma organica per
fermare la giungla degli incentivi”, commenta il ministro delle Imprese e del
Made in Italy Adolfo Urso.
“L’obiettivo – prosegue – è semplificare e omogeneizzare. Le sfide globali di
oggi hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema degli incentivi
compiuto e coordinato che possa rappresentare un corpus organico di regole
che sia di riferimento tanto per i decisori pubblici che per le imprese”.
I principi guida della riforma degli incentivi
In che cosa consiste la riforma degli incentivi? Nella definizione di “un quadro
organico per l’attivazione del sostegno pubblico attraverso incentivi alle
imprese, in modo da razionalizzare e semplificare gli incentivi e ridurre i tempi
e i costi delle relative richieste”, spiega una nota di Palazzo Chigi.
Le nuove norme introducono i principi che dovranno guidare i futuri interventi
di incentivazione.
Gli incentivi dovranno essere proporzionati allo scopo che si prefiggono,
efficaci e di conseguenza avere effetti misurabili. Dovranno inoltre promuovere
la riduzione del divario territoriale e del gender gap.
In dettaglio dovranno prevedere:
● programmazione degli interventi da parte di ciascuna amministrazione e
indicazione della loro estensione temporale, anche pluriennale, in modo
da assicurare un sostegno tendenzialmente continuativo e adeguato
alle finalità stabilite;
● misurabilità dell’impatto nell’ambito economico oggetto degli incentivi,
sulla base della valutazione in itinere ed ex post degli effetti ottenuti;
● rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale per uno
sviluppo economico armonico ed equilibrato della Nazione, con
particolare riferimento alle politiche d’incentivazione della base
produttiva del Mezzogiorno;
● valorizzazione del contributo delle donne alla crescita economica e
sociale della Nazione.
Quanto all’azione di razionalizzazione degli incentivi esistenti, gli interventi del
Governo dovranno consentire
● la razionalizzazione dell’offerta di incentivi, attraverso l’individuazione di
un insieme limitato e definito di modelli agevolativi alla luce delle
valutazioni d’impatto che si effettueranno;
● coordinamento tra le amministrazioni centrali e regionali in modo da
prevenire sovrapposizioni e sprechi;
● semplificazione, chiarezza e conoscibilità attraverso il codice
dell’incentivazione che contiene le regole generali che dovranno essere
uniformemente osservate.
Il testo promuove inoltre la digitalizzazione e la semplificazione delle
procedure d’incentivazione e un maggior coordinamento di strumenti già
esistenti, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e il sito
incentivi.gov.it (già ristrutturato completamente due volte negli ultimi anni).
Che cos’è il disegno di legge-delega
Il disegno di legge-delega consiste in una proposta che il Governo invia al
Parlamento di approvare una legge che assegni al Governo stesso la
possibilità di adottare una serie di provvedimenti per regolamentare una
determinata disciplina.
In parole semplici, il Governo chiede al Parlamento di potersi occupare
direttamente di certe materie – in questo caso della riforma degli incentivi – ,
senza quindi dover passare ogni provvedimento attuativo (i cosiddetti decreti
delegati, che prendono la forma di decreti legislativi) al vaglio delle Camere.
La legge-delega determina il quadro generale e i limiti del potere che viene
concesso all’Esecutivo.
Si tratta quindi, come dicevamo, dell’inizio di un percorso piuttosto lungo. Il
disegno di legge-delega dovrà infatti essere approvato dalle Camere per poi
entrare in vigore. A quel punto il Governo potrà adottare i decreti delegati per
dare concretamente corpo alla riforma.
Il disegno di legge-delega sulla riforma degli incentivi assegna al Governo due
anni di tempo per emanare i provvedimenti attuativi e definire la riforma.

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