ANALISI E COMMENTI – Lavoro, i giovani occupati sono sempre meno: dati Rapporto Censis 2023

Lavoro, i giovani occupati sono sempre
meno: dati Rapporto Censis 2023


Tutti i dati raccolti dal VI Rapporto Censis – Eudaimon 2023 sul lavoro
dove i giovani sembrano diminuire sempre di più


Lavoro e giovani, in Italia gli occupati di età compresa tra i 15 e i 34 anni in
dieci anni sono diminuiti del 7,6% e quelli dai 35 ai 49 anni del 14,8%.
Secondo il VI Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, nel
decennio 2012 – 2022, i lavoratori giovani sono diventati sempre più rari, a
fronte di un aumento degli occupati più in là con gli anni: quelli di età
compresa tra i 50 e i 64 anni sono incrementati del 40,8% e quelli di 65 anni e
più del 68,9%.
In questo articolo vi forniamo un quadro complessivo della situazione del
lavoro per i giovani in base all’ultimo Rapporto Censis-Eudaimon pubblicato
a marzo 2023 che fotografa, insieme ad altri dati sul fonte lavorativo. l’attuale
situazione italiana sull’occupazione giovanile.
LAVORO E GIOVANI: I DATI SULL’OCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA
I lavoratori in Italia invecchiano e in futuro ce ne saranno sempre meno. A
dirlo è il VI Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale diffuso il 1°
marzo 2023 che studia i fenomeni di trasformazione del mondo del lavoro nel
nostro Paese. Il Censis, Centro Studi investimenti Sociali, è infatti un istituto di
ricerca socio-economica italiano e il Eudaimon è una società specializzata in
welfare di impresa. Secondo questa analisi, che si focalizza anche
sull’occupazione giovanile, di questo passo nel 2040 le forze di lavoro nel
complesso saranno diminuite dell’1,6% come esito della radicale transizione
demografica che il Paese sta vivendo.
Questo perché la crescita del numero degli anziani è progressiva – con
contestuale diminuzione del ricambio generazionale – come è progressiva la
parallela contrazione del numero degli occupati più giovani. In particolare,
sono queste le diminuzioni in percentuale, nel decennio 2012 – 2022, del
numero dei lavoratori “giovani” nel range di età 15 – 49 anni:
● -7,6% di lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34 anni;
● -14,8% di lavoratori di età compresa tra i 35 e i 49 anni.
Al contempo, crescono i lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni
(+40,8%) e quelli di 65 anni e oltre (+68,9%).
Fig. 1 – Andamento degli occupati in Italia 2012-2022, per classe d’età (var.%) – Fonte: elaborazione
Censis su dati Istat
GIOVANI E LAVORO SEMPRE PIU’ PRECARIO
Dal VI Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale , poi, emerge
anche un altro dato preoccupante inerente al lavoro giovanile. La base ampia
della “piramide della precarietà” nel lavoro è composta fondamentalmente da
giovani, molto più coinvolti nel precario di adulti e anziani (pari al 20%). Le
donne, poi, risultano più coinvolte degli uomini per ogni classe di età.
Dall’analisi sull’occupazione giovanile, risulta che le forme contrattuali non
standard come tempo determinato, collaborazioni o part-time coinvolgono il
39,3% dei lavoratori 15 – 34enni e, addirittura, il 46,3% delle donne giovani.
Ulteriore conferma della composizione della base della piramide del lavoro
precario proviene dal part-time involontario che coinvolge:
● tra i 15 – 24enni: il 30,5% delle donne ed il 12,5% dei maschi;
● tra i 25 – 34enni: l’8% dei maschi ed il 18,4% delle femmine;
● tra i 35 – 44enni: il 5,3% dei maschi ed il 15,9% delle femmine;
● tra i 45 – 54enni: il 4,5% dei maschi ed il 16,1% delle femmine;
● tra i 55 – 64enni: il 4,4% dei maschi ed il 14,3% delle femmine.
In definitiva, la precarietà è giovane e, ancora di più, è donna.
Occupati con lavori non standard, per genere e classi di età, 2022 (val. %) – I dati sono la media del
I°-III° trimestre 2022 – Fonte: elaborazione Censis su dati Istat
IL RAPPORTO SOGGETTIVO CON IL LAVORO
C’è poi la questione della soddisfazione lavorativa, anch’essa fotografata dal
Rapporto Censis- Eudaimon: il 46,7% degli occupati se potesse lascerebbe
l’attuale lavoro e la maggior parte sono giovani. Cambierebbero lavoro oltre il
50,4% dei giovani, il 45,8% degli adulti ed il 6,3% degli anziani. Queste sono
le principali ragioni:
● carriere difficili: il 65% degli occupati dichiara che nel suo lavoro le
opportunità di carriera, di progressione sono insufficienti. Vive tale
situazione il 52,6% dei giovani, il 70,3% degli adulti ed il 62,1% degli
anziani;
● retribuzione non adeguata alle proprie esigenze: il salario è troppo
basso secondo il 44,2% degli occupati. Insoddisfatti sono il 53% dei
giovani, il 41,2% degli adulti e il 7% degli anziani;
● ridotta rilevanza della qualificazione: per il 64,9% degli occupati il
proprio lavoro li stimola ad acquisire sempre nuove competenze. In
particolare, il 67% dei giovani, il 63,4% degli adulti ed il 93% dei
lavoratori più anziani. Tuttavia, la voglia di acquisire nuove competenze
è percepita come esito più del timore di restare tagliati fuori
dall’evoluzione del lavoro, che dello stimolo generato da possibili
riconoscimenti e gratificazioni aziendali;
● paure sulla nuova instabilità della propria occupazione: il 42,6%
degli attuali occupati teme di perdere il lavoro nel prossimo futuro.
Ovvero il 45,7% dei giovani, il 41,5% degli adulti, il 29,7% degli anziani.
Fig. 4 – Occupati che, se potessero, lascerebbero il proprio lavoro, per età (val. %) – Fonte: indagine
Censis, 2022
LA STRUMENTALITÀ DEL LAVORO
Anche dal punto di vista delle prospettive, gli under 50 sono quelli più
pessimisti. Sul totale per il 64,4% degli occupati, infatti, il lavoro serve solo
per avere soldi di cui si ha bisogno, discorso che vale soprattutto per i
giovani. Tra coloro che vedono il lavoro solo come un mezzo di
sostentamento queste sono le percentuali:
● il 69,7% sono giovani (dai 25 ai 44 anni);
● il 62,3% sono adulti (dai 45 ai 54);
● il 59,4% degli anziani (dai 55 ai 64).
Il lavoro quindi, per i giovani soprattutto, viene visto quasi solo come una
modalità per recuperare i soldi necessari per vivere e potersi dedicare ad
attività più gratificanti.
COME MIGLIORARE I DATI SULL’OCCUPAZIONE GIOVANILE
Il Rapporto Censis-Eudaimon, partendo dal welfare aziendale, fotografa quindi
un mercato del lavoro dove i giovani sono rari. Quei pochi, poi, sono molto
insoddisfatti e poco stimolati. Nelle conclusioni, quindi, gli esperti della
Fondazione Censis indicano alcuni interventi da mettere in campo per
superare questa impasse, ossia:
● contrastare il precariato, in quanto la fuga dalla precarietà alimenta
una parte consistente della mobilità nel mercato del lavoro;
● avviare una potente ri-motivazione al lavoro con opportune scelte
nelle aziende, così da fronteggiare la perdita di priorità del lavoro nelle
gerarchie soggettive delle persone;
● avviare servizi che fanno conciliare meglio lavoro e vita privata,
tramite il welfare aziendale per conquistare o trattenere lavoratori;
● potenziare le attività di ascolto e affiancamento dei lavoratori,
nonché quelle di formazione e informazione.
IL VI RAPPORTO CENSIS-EUDAIMON – LAVORO E GIOVANI
Mettiamo a vostra disposizione anche il testo integrale (Pdf 313 Kb) del VI
Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale pubblicato il 1° marzo 2023.

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