PENSIONI – Opzione Donna 2023: requisiti, novità, istruzioni

Opzione Donna 2023: requisiti, novità,
istruzioni


La guida alla pensione Opzione Donna, il prepensionamento
destinato alle lavoratrici che rispettano i requisiti previsti dalla
proroga a tutto il 2023
Al via le domande per ottenere Opzione Donna 2023, la forma di
pensione anticipata erogata dall’INPS con sistema di calcolo
contributivo a cui possono accedere lavoratrici, dipendenti e
autonome e del settore pubblico e privato con 35 anni di contributi
e in possesso di specifici requisiti. L’INPS ha chiarito tutti i dettagli sulle
novità e avviato il format per le nuove domande.
Questa misura di pensionamento anticipato per le donne, attiva dal
2021, è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2023 che ha introdotto
però alcune modifiche destinandole solo ad alcune categorie di
lavoratrici (invalide, caregiver, dipendenti di aziende in crisi) e
“scontando” gli anni di uscita dal lavoro in base al numero dei figli. Chi
ha maturato quindi i requisiti entro la fine del 2022 può accedervi
volontariamente nel 2023, ma nel rispetto delle nuove condizioni.
In questa guida spieghiamo in modo chiaro e dettagliato tutte le
novità di Opzione Donna 2023, forniamo un quadro sui nuovi requisiti
necessari e su come fare domanda e diamo tutte le informazioni utili per
fare una scelta consapevole.
COS’È PENSIONE OPZIONE DONNA 2023
Opzione Donna è una forma di pensionamento anticipato
straordinario che permette alle donne, lavoratrici dipendenti o
autonome con almeno 35 anni di contributi, di andare in pensione nel
2023 una volta compiuti 60 anni o, in alcuni casi, anche solo 58 o 59.
Si parla di prepensionamento straordinario perché, come è noto, la
pensione di vecchiaia è accessibile in via generale a 67 anni con 41/42
anni e 10 mesi di contribuzione e quella anticipata a 64 con 38 anni di
contribuzione. La misura rientra nel Regime sperimentale donna,
trattamento pensionistico speciale rivolto ad alcune categorie di
lavoratrici. Quest’ultimo, introdotto dall’articolo 1, comma 9, della Legge
23 agosto 2004, n. 243 (c.d. Legge Maroni), è stato ripreso e prorogato
da diversi provvedimenti legislativi nel corso degli anni, l’ultima volta
dalla Legge di Bilancio 2023 che ha fissato come termine di
maturazione dei requisiti il 31 dicembre 2022 (prima era il 31 dicembre
2021). Non è quindi una misura strutturale, ma viene prorogata di
anno in anno con lo scopo di dare un’alternativa ai lavoratori rispetto alla
cosiddetta Legge Fornero che, come anticipato, permette la pensione ad
un’età ben più elevata.
Opzione Donna viene chiamata infatti “strumento di flessibilità in
uscita” per questo motivo, insieme al sistema della pensione “a quote” –
nel 2023 esiste Quota 103 di cui vi parliamo in questo focus – o l’APE
sociale che seguono la stessa logica di favore nei confronti di lavoratori
anziani che, altrimenti, sarebbero stati costretti a lavorare per altri 5 – 6
anni. L’ultimo rinnovo di un anno della Legge di Bilancio 2023, però, ha
introdotto diverse modifiche rispetto alla formulazione precedente. Più
precisamente, fermo restando l’accumulo di 35 anni di contributi,
Opzione Donna diviene accessibile solo per alcune categorie di
lavoratrici, quindi non tutte come accadeva in passato, e con requisiti
anagrafici diversi in base al numero dei figli. Dal punto di vista
operativo, le domande per accedere a Opzione Donna con i requisiti
previsti nel 2023 sono possibili dal 1° febbraio 2023, come spiegato nel
Messaggio INPS n. 467 del 1° febbraio 2023. Ma vediamo tutti i
dettagli, come spiegati nella Circolare n. 25 del 06-03-2023 e nella
normativa che ha modificato la misura per il 2023.
CHI PUÒ ANDARE IN PENSIONE CON OPZIONE DONNA NEL 2023?
Possono andare in pensione nel 2023 con Opzione Donna, a patto che
abbiano maturato 35 anni di contribuzione entro la fine del 2022, le
seguenti lavoratrici:
● lavoratrici caregiver che svolgono assistenza al momento della
richiesta di prepensionamento e da almeno 6 mesi al coniuge o a
un parente di primo grado convivente con handicap in situazione
di gravità (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992),
ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente
qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in
situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure
siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o
mancanti;
● lavoratrici che soffrono di una riduzione della capacità
lavorativa, riconosciuta dalle competenti commissioni per il
riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
● lavoratrici licenziate da aziende in crisi o ancora dipendenti,
per le quali sia stato attivato un tavolo di confronto per la gestione
della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.
Le condizioni sopra specificate, anche con riferimento al personale
appartenente al comparto scuola o quello dell’Alta formazione artistica,
musicale e coreutica (AFAM), devono sussistere alla data di
presentazione della domanda di pensione e non devono essere
oggetto di ulteriore verifica alla decorrenza del trattamento pensionistico.
La proroga di Opzione Donna operata dalla Legge di Bilancio 2023 non
è un quindi una “proroga secca”, ma come abbiamo visto modifica in
parte le condizioni di accesso, come chiarito nella Circolare n. 25 del
06-03-2023. Scopriamo i dettagli.
1) LAVORATRICI CAREGIVER
Con riferimento alle lavoratrici caregiver, la Circolare n. 25 del
06-03-2023 specifica che:
● il requisito dell’assistenza si considera soddisfatto in presenza di
convivenza. Ai fini dell’accertamento del requisito della
convivenza, si ritiene condizione sufficiente la residenza nel
medesimo stabile, allo stesso numero civico, anche se non
necessariamente nello stesso interno (appartamento);
● i 6 mesi di assistenza alla persona con handicap in situazione di
gravità devono intendersi continuativi;
● lo status di “persona con disabilità grave” si acquisisce alla
data dell’accertamento riportata nel verbale rilasciato ai sensi
dell’articolo 4 della Legge n. 104 del 1992, o in caso di sentenza
o riconoscimento a seguito di omologa conseguente ad
accertamento tecnico preventivo;
● nel caso di assistenza di un parente o un affine entro il 2°
grado è prevista l’ulteriore condizione che i genitori, il coniuge o
l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di
gravità non possano prestare l’assistenza in quanto abbiano
compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da
patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
2) LAVORATRICI CON INVALIDITÀ AL 74%
Per le lavoratrici che soffrono di una riduzione della capacità
lavorativa, è necessario che vi sia il riconoscimento delle competenti
Commissioni per l’invalidità civile, superiore o uguale al 74%. Per
sapere come richiedere l’invalidità civile, vi consigliamo di leggere
questo focus.
3) LAVORATRICI AZIENDE IN CRISI
Come chiarito nella Circolare INPS n. 25 del 06-03-2023, Opzione
Donna si applica alle lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le
quali risulti attivo alla data del 1° gennaio 2023, ovvero risulti attivato in
data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi
aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa. La norma fa
riferimento alla crisi come identificata dall’articolo 1, comma 852, della
Legge n. 296 del 2006. In merito, l’INPS specifica che:
● per le lavoratrici dipendenti è necessario che il tavolo di
confronto per la gestione della crisi aziendale risulti attivo al
momento della presentazione della domanda di pensione;
● per le lavoratrici licenziate occorre che il licenziamento sia stato
intimato nel periodo compreso tra la data di apertura e di chiusura
del tavolo e che le stesse non abbiano ripreso attività di lavoro
dipendente a tempo indeterminato successivamente al
licenziamento.
In relazione alle singole istanze pervenute, l’INPS provvederà a
richiedere alla struttura per la crisi d’impresa, istituita presso il Ministero,
i dati ai fini dell’accertamento della sussistenza della condizione per
l’erogazione del trattamento pensionistico.
NUOVI REQUISITI ANAGRAFICI
Ma quanti anni bisogna avere entro il 31 dicembre 2022 per andare in
pensione con Opzione Donna? L’età necessaria da avere entro il nuovo
termine di maturazione dei requisiti – ed è questa l’altra novità
significativa rispetto al 2022 – cambia a seconda del numero dei figli,
ossia:
● 60 anni di età per le lavoratrici senza figli;
● 59 per chi ha un figlio;
● 58 per chi ha due o più figli o è dipendente di un’azienda in
crisi per cui non vige il parametro dei figli (il requisito anagrafico
sarà sempre di 58 anni).
Si ribadisce, ancora una volta, che prima delle proroga del 2023 i
requisiti erano uguali per tutte le lavoratrici, fermo restando il requisito
contributivo dei 35 anni di contributi: 58 anni di età se dipendenti e 59 se
autonome (condizioni da rispettare al 31 dicembre 2021). Tra l’altro, la
riduzione del requisito anagrafico in base al numero di figli è stata
ribattezzata “Opzione mamma” ed era stata inizialmente considerata
incostituzionale. Secondo questa visione potrebbe discriminare le
donne che non hanno figli per scelta o che non hanno potuto
averne. Nonostante le rimostranze delle opposizioni in fase di redazione
della Manovra 2023, le modifiche sono passate nella versione definitiva
della norma.
Si precisa, infine, che con riferimento al requisito anagrafico richiesto
non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita di cui all’articolo
12 del Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78. Ciò vuol dire che l’età
prevista non aumenta in base all’incremento della speranza di vita
registrato dall’ISTAT di anno in anno, come invece succede per la
pensione di vecchiaia e anticipata.
OPZIONE DONNA CON SISTEMA CONTRIBUTIVO
Confermata anche nel 2023 l’applicazione del sistema “contributivo”
per determinare l’ammontare dell’assegno di Opzione Donna, come
previsto per le versioni precedenti. A differenza del sistema retributivo,
infatti, l’assegno pensionistico di questa misura è determinato dai
contributi versati in ciascun anno di lavoro e non sulla retribuzione
percepita. Questo potrebbe essere uno degli aspetti da soppesare per
chi decide di optare per questa forma di pensione anticipata, come vi
spiegheremo più approfonditamente nel paragrafo finale di questo
stesso articolo dedicato ai vantaggi e svantaggi della misura. Ad ogni
modo, per maggiori dettagli sulla differenza tra sistema retributivo e
contributivo si rimanda alla pagina INPS dedicata.
COME SI CALCOLANO GLI ANNI CONTRIBUTIVI
Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo per accedere a
Opzione Donna 2023 è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo
versata o accreditata in favore dell’assicurata. Resta confermato il
contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di
contribuzione entro l’anno di riferimento utile per il diritto alla pensione
di anzianità, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il
trattamento pensionistico. Ad esempio, è anche possibile utilizzare i
contributi ottenuti mediante il riscatto della laurea, in quanto si
collocano temporalmente nel periodo dell’evento riscattato.
Più precisamente, ai fini del raggiungimento del requisito (35 anni) sono
utili:
● contributi obbligatori;
● contribuzione da riscatto o da ricongiunzione;
● contributi volontari e figurativi (quindi anche i versamenti per il
riscatto della laurea) ma sono esclusi quelli figurativi accreditati
per malattia e disoccupazione dei lavoratori dipendenti privati.
Resta ferma pure l’impossibilità di cumulare gratuitamente – al fine di
integrare i 35 anni di versamenti – la contribuzione versata in diverse
gestioni previdenziali.
QUANDO FARE DOMANDA E FINESTRE MOBILI
Ma quando si può fare domanda per accedere ad Opzione Donna?
Come chiarito dalla Circolare INPS n. 25 del 06-03-2023, restano
confermate le cosiddette “finestre mobili” e il diritto alla decorrenza
della pensione Opzione Donna 2023 si consegue trascorsi:
● 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in
cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di
previdenza dei lavoratori dipendenti. Per cui la prima finestra di
decorrenza utile per le dipendenti che hanno maturato i requisiti
nel 2022 si aprirà il 1° febbraio 2023 e potranno accedere, dopo la
debita domanda, alla pensione anticipata;
● 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in
cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali
dei lavoratori autonomi. Per cui la prima finestra di decorrenza
utile per le autonome che hanno maturato i requisiti nel 2022 si
aprirà il 1° agosto 2023 che potranno accedere, dopo la debita
domanda, alla pensione anticipata.
Le ultime incluse nella proroga (cioè che maturano i requisiti nel
dicembre 2022) vedranno aprirsi la finestra rispettivamente il 1° luglio
2024 ed il 1° gennaio 2024. La decorrenza del trattamento pensionistico
non può essere comunque anteriore:
● al 1° febbraio 2023, per le lavoratrici dipendenti e autonome la cui
pensione è liquidata a carico dell’assicurazione generale
obbligatoria e delle forme sostitutive della medesima;
● al 2 gennaio 2023, per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è
liquidata a carico delle forme esclusive della predetta
assicurazione generale obbligatoria.
Opzione Donna può essere conseguita anche successivamente alla
prima decorrenza utile, fermo restando la maturazione dei requisiti
anagrafico e contributivo entro il 31 dicembre 2022 e la sussistenza
delle condizioni relative alle novità illustrate.
DECORRENZA LAVORATRICI COMPARTO SCUOLA E AFAM
Per le lavoratrici del comparto scuola e degli Istituti di Alta Formazione
Artistica e Musicale (AFAM) ci sono però delle eccezioni, come chiarito
dalla Circolare INPS n. 25 del 06-03-2023. Per loro trovano infatti
applicazione le disposizioni di cui all’articolo 59, comma 9, della Legge
27 dicembre 1997, n. 449. Ovvero, se in possesso dei requisiti per
ottenere Opzione Donna 2023 al 31 dicembre 2022, le lavoratrici del
comparto scuola possono conseguire il trattamento pensionistico a
decorrere dal 1° settembre 2023. Invece, le lavoratrici degli Istituti
AFAM, dal 1° novembre 2023.
COME FARE DOMANDA PER OPZIONE DONNA 2023
Con il Messaggio n. 467 del 1° febbraio 2023 l’INPS ha comunicato di
aver aggiornato il sistema operativo di domanda con le condizioni
previste dalla Legge di Bilancio 2023 Per presentare domanda per
ottenere la pensione Opzione Donna 2023 è possibile utilizzare i
seguenti canali:
● il sito INPS accedendo all’area riservata mediante le seguenti
credenziali di accesso:
– SPID;
– Carta nazionale dei servizi (CNS);
– Carta d’identità elettronica 3.0 (CIE).
● gli Enti di Patronato, attraverso i servizi telematici offerti dagli
stessi;
● il Contact center, chiamando il numero gratuito 803 164 da rete
fissa oppure il numero 06 164 164 da rete mobile.
All’interno del sistema la pensione è individuata con questo nominativo:
“Pensione Anticipata opzione donna legge di bilancio 2023”;
● Gruppo: Anzianità/Anticipata/Vecchiaia
● Sottogruppo: Pensione di anzianità/anticipata
● Tipo: Opzione donna legge di bilancio 2023
● Tipologia: a) Lavoratrici Disoccupate b) Lavoratrici che assistono
persone con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo
3, comma 3,della legge 5 febbraio 1992, n. 104 c) Lavoratrici con
riconoscimento invalidità civile di grado almeno pari al 74%.
Nella Circolare n. 25 del 06-03-2023, l’INPS chiarisce anche i
documenti da fornire in fase di istanza per dimostrare il proprio status di
lavoratrice con riduzione della capacità professionale, caregiver,
licenziata o dipendente di azienda in crisi.
VANTAGGI E SVANTAGGI PER CHI SCEGLIE OPZIONE DONNA
Perché Opzione Donna può essere penalizzante? L’opportunità di
scegliere l’anticipo in uscita con Opzione Donna rispetto al regime
ordinario viene fortemente influenzato da due aspetti, legati
rispettivamente al calcolo e alla decorrenza del trattamento
pensionistico rispetto alla data di raggiungimento dei requisiti.
Per quanto riguarda il primo aspetto, infatti, le lavoratrici che hanno
accesso a tale misura, come anticipato, dovranno accettare il ricalcolo
del proprio trattamento pensionistico esclusivamente con il sistema
contributivo, a prescindere che abbiano iniziato o meno a pagare i
contributi prima del 1° gennaio 1996, “spartiacque” tra il sistema
retributivo e il sistema contributivo. Questo perché, per semplificare, per
gli anni lavorati prima di tale data la pensione viene calcolata in base agli
stipendi percepiti, mentre per gli anni successivi in base ai contributi
versati.
Ecco, quindi, che coloro che scelgono Opzione Donna dovranno optare
per il sistema contributivo “tout court” in luogo di quello retributivo – per
coloro che hanno una anzianità contributiva ante 1996 – secondo cui,
invece, il trattamento viene in estrema sintesi calcolato in base alle
retribuzione degli ultimi 5 anni. Bisogna valutare bene la scelta perché di
solito la determinazione retribuzione risulta più conveniente perché, nella
stragrande maggioranza dei casi, lo stipendio aumenta con
l’avvicinarsi dell’età pensionabile. Per maggiori dettagli sulla differenza
tra sistema retributivo e contributivo si rimanda alla pagina INPS
dedicata.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, invece, ossia quello della
decorrenza del trattamento, si ricorda che esiste una finestra mobile
che come anticipato fa slittare l’erogazione del trattamento pensionistico
dalla data di maturazione dei requisiti, per un periodo pari a 12 mesi per
le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome. Le
lavoratrici che scelgono di aderire ad Opzione Donna, quindi, devono
aspettare un po’ prima di iniziare a ricevere la pensione fisicamente.
Resta comunque il beneficio dell’uscita anticipata dal mondo del
lavoro che, ovviamente, non ha prezzo.
REGOLE PER CHI HA MATURATO I REQUISITI ENTRO IL 2021
A fini di chiarezza è bene ricordare che le modifiche apportate nel 2023
con la proroga della Legge di Bilancio 2023 non riguardano coloro che
hanno i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalle leggi previgenti
(cioè 58/59 anni di età unitamente a 35 di contributi) entro il 31 dicembre
2021, per i quali la decorrenza della pensione si colloca
successivamente al 31 dicembre 2022. Per queste lavoratrici non
cambia nulla e, quindi, potranno continuare ad uscire senza il rispetto
dei nuovi paletti (essere invalide, caregiver, dipendenti di aziende in
crisi) imposti dalla Finanziaria 2023.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
Testo della Legge di Bilancio 2022 (Pdf 2 Mb) pubblicato sulla
Gazzetta Serie Generale n. 310 del 31-12-2021 – Suppl. Ordinario n.
49
Messaggio INPS n° 169 del 13-01-2022 (Pdf 55 Kb)
Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 (Pdf 369 Kb);
Legge di Bilancio 2023 (Pdf 1 Mb) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
n.303 del 29-12-2022 – Supplemento Ordinario n. 43;
Messaggio INPS n. 467 del 1° febbraio 2023 (Pdf 85,2 Kb):
Circolare INPS n. 25 del 06-03-2023 (Pdf 111 Kb).
ALTRI APPROFONDIMENTI E COME RESTARE AGGIORNATO
Se siete interessati all’argomento pensioni vi invitiamo a provare il
simulatore INPS per il calcolo della pensione che permette di
calcolare la propria pensione futura. Vi consigliamo poi di leggere la
guida sulla nuova pensione anticipata con Quota 103 e il focus sull’APE
sociale 2023.

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