IRPEF – Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle detrazioni IRPEF, salvando spese sanitarie, istruzione, bonus casa

Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle
detrazioni IRPEF, salvando spese sanitarie,
istruzione, bonus casa


di Rosy D’Elia – IRPEF
Nel disegno di legge delega per la riforma fiscale, approvato in Consiglio
dei Ministri il 16 marzo 2023, centrale è l’intervento sull’IRPEF con
l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale. Per farlo, però, serve (anche) un
taglio e un riordino di deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta, le
cosiddette tax expenditure. Salve le spese sanitarie, l’istruzione, i bonus
casa
Nel progetto di riforma fiscale messo a punto dall’Esecutivo nel disegno di
legge delega approvato il 17 marzo un posto centrale spetta all’intervento
sull’IRPEF, “finalizzato a semplificare il sistema e garantire l’equità
orizzontale”, per usare le stesse parole del Governo.
Come si intende procedere? Con una riduzione della pressione fiscale. Per
realizzarla, però, è necessario operare anche un taglio e un riordino di
deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta: salvando le spese sanitarie,
l’istruzione, i bonus casa, la previdenza complementare.
Si tratta di rivedere le cosiddette tax expenditure, spese fiscali, che riducono
l’imposta da versare per i contribuenti.
Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle detrazioni IRPEF
Nel progetto di riforma fiscale delineato dal Governo nel disegno di legge
delega approvato in Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023 spicca l’intervento
sull’IRPEF che ha un peso specifico importante per la platea di cittadini e
cittadine interessate e per il valore delle entrate tributarie che rappresenta:
l’Imposta sul reddito delle persone fisiche nel 2022 ha avuto un valore di
205,8 miliardi di euro su un totale di circa 544 miliardi di euro complessivi.
L’obiettivo dichiarato dal Governo Meloni è quello di ridurre la pressione
fiscale appiattendo progressivamente la tassazione, in una prima fase sono
previste aliquote più basse e il passaggio da 4 a 3 scaglioni di reddito. Ma il
Fisco, si sa, è una coperta corta:
“Dovremo vedere come coordinare la riduzione delle aliquote con la revisione
delle tax expenditures. (…) Se si fa una revisione attenta si possono trovare le
risorse per calibrare meglio le aliquote”.
Aveva anticipato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ai
giornalisti presenti all’evento “Ripresa economica e crescita sociale: un’unica
ricetta con molti ingredienti” organizzato per il 6 marzo 2023 dall’Ordine dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano.
Le spese fiscali consistono in detrazioni, deduzioni, imposte sostitutive,
aliquote ridotte, i crediti di imposta che per i contribuenti agiscono come una
sorta di sconto sull’imposta da versare.
Ciclicamente si parla di riorganizzarle e di rivederle in un’ottica di risparmio,
attualmente nel sistema fiscale ne sono presenti 626.
E, con la riforma fiscale 2023, sembra arrivata l’occasione per farlo: in
particolare nell’idea di revisione dell’IRPEF trova spazio anche un taglio di
deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta con l’obiettivo di riordinare le tax
expenditure.
Verso un taglio delle detrazioni IRPEF: salvaguardando spese sanitarie,
istruzione, bonus casa
Il taglio delle detrazioni IRPEF e degli altri bonus dovrà tenere conto delle loro
finalità.
Un occhio di riguardo sarà riservato alle spese sanitarie e a quelle per
l’istruzione e per la previdenza complementare, ma anche al panorama dei
bonus legati alla casa, della detrazione legata agli interessi passivi sui mutui
prima casa a quella per i lavori di efficientamento energetico e riduzione del
rischio sismico. Si terrà conto, inoltre, della composizione del nucleo familiare.
L’ipotesi che si fa largo è anche quella di una forfettizzazione delle
agevolazioni in base agli scaglioni: in altre parole si valuta l’introduzione di un
tetto massimo ai benefici prevedendo una soglia inversamente proporzionale
alla condizione economica che rischia, però, di essere in termini assoluti più
alta per i redditi più alti.
“Occorrerà fare degli interventi attenti perché alcune tax expenditures, mi
riferisco per esempio agli interessi sui mutui, alle spese sanitarie, all’istruzione
devono essere salvaguardate, soprattutto per le fasce più deboli. (…) Stiamo
poi ragionando di sistemi che tengano conto della situazione personale del
contribuente”.
Ha sottolineato sempre il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio
Leo il 17 marzo durante il videoforum del quotidiano Il Sole 24 Ore sul testo
della riforma fiscale 2023 appena approvata dal Consiglio dei Ministri.
Il Governo ha indicato un valore della spesa pubblica per le 626 detrazioni,
deduzioni, bonus attualmente in vigore pari a 165 miliardi di euro.
In occasione dell’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale che si è
tenuta al Senato il 14 marzo 2023, la Corte dei Conti per il 2022 ha indicato
un costo delle agevolazioni pari a 82 miliardi di euro sottolineando che
“l’effetto finanziario previsto per il 2023 è pressoché uguale a quello censito
per il 2022”.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, nella
stessa sede della Commissione Finanze e Tesoro del Senato e nella stessa
giornata, ha completato il quadro delle informazioni utili a tracciare il
panorama in cui si inserirebbe il taglio delle detrazioni IRPEF, delle deduzioni
e degli altri bonus allo studio del Governo per la riforma fiscale 2023.
Dal 2016 ad oggi le voci delle spese fiscali sono passate da 444 a 626,
complici anche le agevolazioni introdotte a causa delle emergenze degli ultimi
anni legate alla pandemia e al caro energia.
Salve dal riordino saranno le detrazioni per le spese sanitarie, l’istruzione, la
previdenza complementare, la casa. Ma su quali fronti agiscono attualmente
le agevolazioni?
Solo per fare degli esempi:
● 112 sono legate a “competitività e sviluppo delle imprese”;
● 102 a “diritti sociali, politiche sociali e famiglia”;
● 90 a “politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza
pubblica”;
● 55 voci di spesa fiscale relative a “politiche per il lavoro”;
● 55 voci di spesa relative a “casa e assetto urbanistico”.
Sempre dal direttore dell’Agenzia delle Entrate arriva la risposta, ma anche
una precisazione importante: la revisione delle agevolazioni fiscali non può e
non deve essere solo l’occasione per recuperare risorse e ridurre l’IRPEF.
“A ben vedere, la razionalizzazione delle spese fiscali non è solo finalizzata a
recuperare risorse finanziarie da destinare ad altri obiettivi (come la riduzione
del carico fiscale per le persone fisiche), ma anche e soprattutto come uno
strumento per correggere, con interventi strutturali, le principali “anomalie” del
sistema tributario (quale l’erosione della base imponibile), con lo scopo ultimo
di garantire una maggiore equità al prelievo fiscale complessivo”.
D’altronde, sottolinea Ruffini, ci sono agevolazioni così difficilmente
accessibili, a causa degli adempimenti richiesti, che spostano valori poco
rilevanti: anche queste spese fiscali allo stesso tempo e a maggior ragione
richiedono un intervento.
Il lavoro da fare su detrazioni, deduzioni e altri bonus, quindi, è chirurgico e
necessario a prescindere dal risparmio della spesa pubblica che ne deriva e
da come questo sarà utilizzato.
E va considerato un ultimo aspetto: difficile essere in disaccordo sull’esigenza
di razionalizzare 626 tax expenditure, più complicato trovare un accordo come
farlo e su dove impiegare eventuali nuove risorse che ne deriveranno.
Ma da questo punto di vista l’approvazione della legge delega per la riforma
fiscale in Consig

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