BONUS ED INCENTIVI – Bonus bollette 2023, le misure in scadenza e le novità per il futuro

Bonus bollette 2023, le misure in scadenza
e le novità per il futuro


di Tommaso Gavi – IMPOSTE
Quali misure sono in scadenza il 31 marzo e quali continueranno per
tutto l’anno? Dal bonus energia per le imprese per il 1° trimestre al
bonus sociale, il punto in vista delle novità in arrivo con il nuovo decreto
del Governo
La fine del mese di marzo si avvicina e con la scadenza del 31 marzo si
chiude anche il 1° trimestre del 2023.
Sono quindi vicine al termine le misure che si inseriscono nel cosiddetto
bonus energia per le imprese, potenziato dalla Legge di Bilancio 2023 per i
mesi di gennaio, febbraio e marzo.
A queste si affianca l’agevolazione dell’IVA al 5 per cento per i servizi di
teleriscaldamento, anch’essa in scadenza a fine mese.
Il Governo è al lavoro per prevedere nuovi aiuti, non si tratterà di una semplice
proroga ma cambieranno le misure di supporto a famiglie e imprese. Il tema
dovrebbe essere affrontato nel prossimo Consiglio dei Ministri che si dovrebbe
svolgere in settimana.
Proseguirà per tutto il 2023 il bonus sociale luce e gas, anche se il limite ISEE
potrebbe essere modificato. Rimane, inoltre, per l’intero 2023 la misura che
riduce l’aliquota IVA sul pellet al 10 per cento.
Bonus bollette 2023: scadenze e novità per il bonus energia per le
imprese
La scadenza del 31 marzo segna il termine, sulla base delle disposizioni in
vigore, del bonus energia per le imprese per il 1° trimestre del 2023.
La Legge di Bilancio 2023 ha potenziato le agevolazioni legate all’acquisto di
energia elettrica e gas naturale, per i mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Nello specifico i crediti d’imposta “in scadenza” sono i seguenti:
● credito d’imposta aumentato dal 30 al 35 per cento per bar, ristoranti ed
esercizi commerciali;
● credito d’imposta aumentato dal 40 al 45 per cento per le imprese
energivore e gasivore.
In sintesi sono cinque le agevolazioni energetiche per le quali si avvicina il
termine, come riportato nella tabella riassuntiva.
Destinatario dell’agevolazione Misura del credito d’imposta per il 1°
trimestre 2023
imprese a forte consumo di energia
elettrica
45 per cento delle spese sostenute per la
componente energetica acquistata
imprese diverse da quelle a forte
consumo di energia elettrica
35 per cento della spesa sostenuta per la
componente energetica acquistata
imprese a forte consumo di gas
naturale
45 per cento della spesa sostenuta per
l’acquisto del gas
imprese diverse da quelle a forte
consumo di gas naturale
45 per cento della spesa sostenuta per
l’acquisto del gas
imprese che esercitano attività
agricola, pesca e aziende di
agromeccanica
20 per cento della spesa sostenuta per
l’acquisto del carburante per la trazione dei
mezzi utilizzati nelle attività
Con la risoluzione del 14 febbraio scorso l’Agenzia delle Entrate ha istituito i
codici tributo per la fruizione in compensazione dei bonus energia.
Il Governo è al lavoro per prolungare le agevolazioni in favore di famiglie e
imprese. Non dovrebbe tuttavia essere prevista solamente una proroga ma
sono allo studio modifiche alle misure.
Le misure potrebbero avere crediti d’imposta ridotti e criteri stringenti per la
selezione della platea. Le misure sono allo studio dell’Esecutivo e verranno
discusse nel prossimo Consiglio dei Ministri previsto in settimana. Bisognerà
quindi attendere qualche giorno per conoscere i dettagli in merito alle novità in
arrivo, prima della data del 31 marzo 2023.
Oltre ai bonus energia per le imprese c’è anche un’altra misura in scadenza,
la riduzione dell’IVA al 5 per cento per i servizi di teleriscaldamento, il
sistema di produzione centralizzata di calore distribuito direttamente alle
utenze.
Anche in questo caso si dovrà attendere il nuovo decreto per sapere se
l’intervento verrà riproposto.
Bonus bollette 2023: le misure che proseguono per tutto l’anno
La scorsa Manovra ha invece riproposto per tutto l’anno il bonus sociale per le
famiglie, per le spese di luce e gas.
L’ISEE per avere diritto all’agevolazione è stato innalzato da 12.000 a 15.000
euro.
Il nuovo decreto del Governo in arrivo potrebbe nuovamente intervenire sulla
soglia, così come potrebbero essere introdotto un bonus calcolato sui
consumi delle famiglie, con l’obiettivo del risparmio energetico. Anche in
questo caso le novità sono in arrivo ma c’è ancora incertezza sui tempi.
Tra le misure che rimarranno per l’intero anno 2023, al netto di modifiche con
il nuovo decreto, c’è anche quella che prevede la riduzione dell’aliquota IVA al
10 per cento sul pellet.
Proseguirà fino alla fine dell’anno anche il blocco ai distacchi del gas. Con
delibera dell’ARERA, i procedimenti di interruzione della fornitura del gas
naturale per i clienti finali possono essere sospesi fino alla fine del prossimo
anno.
Si attende quindi l’approvazione del decreto dell’Esecutivo per sapere se il
nuovo intervento modificherà quanto già messo nero su bianco dalla Legge di
Bilancio 2023.
Rispetto ai mesi in cui sono stati decisi gli interventi si è verificato un calo dei
prezzi dell’energia. La situazione è in miglioramento anche grazie all’arrivo
della primavera.
Gli interventi del Governo e le decisioni che saranno prese in un prossimo
Consiglio dei ministri incideranno, in ogni caso, sulle bollette di famiglie e
imprese.
Riforma fiscale, le misure in cantiere: dallo
Statuto del contribuente al contributo dei
professionisti
di Salvatore Cuomo – FISCO
La scorsa settimana è stato ufficialmente aperto il cantiere della
agognata Riforma Fiscale, da tutti auspicata, che sembra finalmente
voler prendere il via. Alcune riflessioni a margine del testo proposto dal
Governo Meloni.
Il Governo avrà due anni di tempo per approvare i decreti delegati che
dovranno comunque essere passati al vaglio delle commissioni parlamentari
competenti e, cosa che pochi media hanno evidenziato, avrà ulteriori due anni
di tempo per procedere a correzioni ed integrazioni.
Infatti al comma 6 dell’articolo 1:
“Il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi contenenti
disposizioni correttive e integrative dei decreti legislativi adottati ai sensi della
presente legge, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore
dell’ultimo dei decreti legislativi medesimi…”
Quindi un cantiere lungo ben quattro anni, giusto in tempo per la fine della
legislatura.
Una Riforma che magari non sarà quella sognata ma è pur sempre una idea
di riforma che tiene conto dei tempi attuali e che entra in alcuni aspetti
maggiormente in dettaglio rispetto al disegno di Riforma del Governo Draghi, il
quale doveva necessariamente tener conto delle distinte e variegate posizioni
delle diverse anime politiche che la componevano come ad esempio agli
interventi sul sistema sanzionatorio tributario con il coordinamento tra quelle
amministrative e penali.
Riforma fiscale, gli obiettivi generali
Resta comunque una riforma che ha tra i suoi criteri direttivi generali ha:
● la piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo
dell’anagrafe tributaria;
● il pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e
dalla trasmissione telematica dei corrispettivi;
● la piena realizzazione dell’interoperabilità delle banche dati, nel rispetto
della disciplina eurounitaria sulla tutela dei dati personali;
● individuazione ed eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di
adempimento dei contribuenti risultano elevati a fronte di un gettito
trascurabile per lo Stato.
Quindi non ci sarà più la richiesta di dati ed informazioni già potenzialmente in
possesso dell’Amministrazione oltre al taglio di imposte ed adempimenti che
potevano avere una logica negli anni “analogici”, nei quali erano stati
concepiti, ma poco senso nell’era digitale e delle intelligenze artificiali su cui
vuole poggiare anche questo progetto di riforma.
Riforma fiscale, le principali misure nel testo e il contributo delle
associazioni di categoria
In un passaggio dell’articolo 5 (Principi e criteri direttivi per la revisione del
sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche) è ravvisabile la priorità
data anche in ambito tributario ai temi di interesse del Governo Meloni:
“il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito,
delle aliquote di imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti
d’imposta, tenendo conto delle loro finalità, con particolare riguardo:
● 1.1 alla composizione del nucleo familiare e ai costi sostenuti per la
crescita dei figli;
● 1.2 alla tutela del bene casa e di quello della salute delle persone,
dell’istruzione, della previdenza complementare;
● 1.3 agli obiettivi di miglioramento dell’efficienza energetica e della
riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente.”
Altre particolari proposte contenute nella Riforma da evidenziare sono:
● il superamento dell’Irap con l’adozione di una sovraimposta;
● Ires a doppia velocità con riduzione di aliquota sugli utili reinvestiti;
● la riduzione delle ritenute operate sui compensi degli esercenti arti e
professioni che si avvalgono di personale;
● la neutralità fiscale delle aggregazioni professionali;
● la sospensione agostana e natalizia della notifica di richieste di
informazioni e documenti da parte del fisco;
● la decorrenza del termine di decadenza per l’accertamento a partire dal
periodo d’imposta nel quale si siano manifestati i componenti ad
efficacia pluriennale come gli ammortamenti ed i crediti di imposta;
● il diritto alla detrazione dell’IVA sulle fatture ricevute nell’anno
successivo a quello dell’operazione, da esercitare con la dichiarazione
IVA relativa all’anno in cui la fattura è ricevuta.
Sono solo alcune delle peculiarità di questa riforma che ha fatto tesoro delle
critiche e delle proposte delle professioni tributarie e delle associazioni di
categoria.
Sarebbe utile, a mio parere, lavorare affinché questo testo venga
ulteriormente migliorato nel suo iter parlamentare. Così come partecipare
attivamente alla stesura dei decreti delegati approfittando, tra l’altro, di quanto
previsto dalla stessa delega al suo articolo 2:
“Per la predisposizione dei decreti legislativi di cui all’articolo 1, il Governo può
costituire appositi tavoli tecnici tra l’Amministrazione finanziaria e le
associazioni di categoria e dei professionisti.”
Ci sono aspetti che varrebbe la pena fossero meglio definiti, ad esempio
l’abolizione di una serie di adempimenti che, con l’introduzione della
fatturazione elettronica, non avrebbero più ragione di essere:
● Split payment;
● Reverse charge;
● Liquidazioni Periodiche IVA.
Ad alcuni dei più importanti e diffusi aggiungerei il bollo in fattura, che tanti
problemi interpretativi sta ancora ponendo al punto che, dopo la pronuncia
dell’Agenzia sul regime forfettario, diversi sostituti stanno assoggettando a
ritenuta l’imposta addebitata dal percipiente in regime ordinario.
Altro simile aspetto è la compensazione dei debiti contributivi con i crediti
fiscali, un tema sollevato da diverse pronunce della magistratura di merito
verso le quali il Garante del Contribuente, Governo Istituzioni ed Agenzie
Fiscali non sono ancora intervenuti per fare chiarezza.
Riforma fiscale, la necessità di un’Authority fiscale
A parere di chi scrive si evidenzia anche la “debolezza” della Riforma fiscale
sul tema dello Statuto del Contribuente.
È vero che il testo è intervenuto all’articolo 19 dedicato ai “Testi unici e
codificazione della materia tributaria”, per la cui redazione dispone quale
primo criterio il “recepimento dei principi di cui allo Statuto dei diritti del
contribuente”.
Un altro intervento è nell’articolo 4 dal titolo “Revisione dello statuto dei diritti
del contribuente”. Buona parte del testo però è stato dedicato agli interpelli,
prevedendone l’onerosità degli stessi. Ben poco, invece, è orientato ad un
effettivo e concreto rafforzamento dei suoi principi.
Lo strumento dell’interpello fu una conquista del contribuente utile ad ovviare
alla complessità interpretativa della materia, tema già molto sentito negli anni
’90. Voler far pagare, anche poco o nulla, l’esattore per evitare errori nel
calcolare correttamente le imposte dovute stride con i principi dello Statuto
che si intende modificare.
Perché non pensare invece ad inserire nella proposta di Delega l’istituzione di
una Authority Fiscale alla quale demandare la garanzia di terzietà del rapporto
tra Fisco e contribuente, così da assicurare la chiarezza delle nuove norme
approvate ed evitare a monte gran parte dei possibili interpelli?
La stessa Authority Fiscale, quando necessario, potrebbe fornire una
interpretazione autentica di quelle in essere così da risolvere problematiche
quali appunto quelle sopra citate, relative alle ritenute sul bollo e alla
compensazione dei debiti contributivi.
Sarebbe il giusto complemento a questo progetto di Riforma.

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