Altre misure di sostegno contro il “caro
bollette” – Per le imprese agricole: nuova tassazione biogas e conferma crediti
d’imposta
di Cinzia De Stefanis
Apportata, per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, una
importante modifica alla normativa fiscale riguardante la produzione di energia
elettrica da fonti agroforestali (in particolar modo, biogas), allo scopo di
calmierare gli effetti della crisi energetica sulle imprese agricole. E non solo.
Anche per il 2023, allo scopo di alleggerire il costo dell’energia, il Governo ha
concesso a tutte le imprese agricole un credito d’imposta sugli acquisti di
gasolio agevolato, gas naturale ed energia elettrica avvenuti nel primo
trimestre dell’anno. Le novità sono contenute nel decreto legge del 30 marzo
2023 n. 34 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo scorso, n. 76) con il
quale vengono approvate e rinnovate misure contro il caro energia per tutte le
imprese, comprese quelle agricole.
Tassa agroenergia – Viene stabilito, all’articolo 6 del decreto in commento, un
preciso paletto per far sì che la tassazione avvenga sulla base dei valori del
2021, prima dell’impennata dei costi energetici: ai fini della determinazione del
reddito relativo alla produzione di energia oltre i limiti fissati perché le attività si
considerino produttive di reddito agrario (articolo 1, comma 423, legge
266/2005), la componente riconducibile alla valorizzazione dell’energia ceduta
è data dal minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia elettrica,
determinato dall’Arera, e il valore di 120 euro/MWh.
Il provvedimento in concreto punta, infatti a garantire la tassazione della
produzione di energia, in particolare biogas, realizzata dalle aziende agricole,
sulla base dei valori del 2021, prima dell’impennata dei costi energetici. Senza
questo intervento normativo le aziende agricole, a fronte di una tariffa
onnicomprensiva che non tiene conto del vertiginoso aumento dei costi
energetici, per effetto della guerra in Ucraina, sarebbero state soggette a un
prelievo fiscale calcolato sulla base degli altissimi valori dell’energia, con
un’imposizione superiore di oltre 5 volte a quanto incassato. Per le imprese
agricole sarebbe scattata una doppia penalizzazione: l’insostenibile bolletta
energetica e l’aumento del prelievo fiscale. Il reddito imponibile dell’impresa
agricola che produce energia aumenta al crescere del valore dell’energia
ceduta, mentre i ricavi restano costanti poiché il produttore riceve una tariffa
fissa che non tiene conto delle variazioni del mercato. Con questa norma,
dunque, si punta a stabilizzare gli effetti delle fluttuazioni del prezzo
dell’energia, prorogando così il peso fiscale applicato nel 2021.
Crediti d’imposta alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale