LAVORO – Giovani e lavoro: un confronto tra prima e dopo la pandemia

Giovani e lavoro: un confronto tra prima e
dopo la pandemia


Le giovani generazioni riconoscono che negli ultimi anni il mondo del
lavoro è cambiato a favore di una maggiore flessibilità e conciliazione.
Ma lo stress e l’ansia per il futuro sono ancora molto diffusi. A dirlo è
un’indagine di Deloitte.
di Giulia Greppi
Gen Z1 e Millennials2 sono maggiormente soddisfatti del loro equilibrio tra
lavoro e vita privata rispetto a prima della pandemia.
Si tratta di una tendenza che emerge dalla “Deloitte Global GenZ and
Millennial Survey” un’indagine condotta su un campione di oltre 22.000
persone in 44 Paesi che analizza la situazione dei giovani delle due
generazioni con l’obiettivo di esplorare le loro attitudini nei confronti del mondo
del lavoro e, in generale, del mondo che li circonda.
L’analisi annuale di Deloitte, giunta alla sua dodicesima edizione, è stata
condotto tra novembre e dicembre 2022, ed è stata poi integrata da alcune
interviste qualitative effettuate nel marzo 2023. I dati emersi sono stati messi
in relazione a quelli degli ultimi tre anni per valutare l’evoluzione delle
esperienze lavorative e l’impatto che ha avuto la pandemia.
Più flessibilità e benessere
Secondo la survey il 49% dei Gen Z e il 62% dei Millennials affermano che il
lavoro è centrale, ma è egualmente importante mantenerlo in equilibrio con la
vita privata.
In generale, dai dati emerge che oggi l’ambiente di lavoro viene vissuto in
maniera più positiva rispetto a prima dell’emergenza pandemica. Questo
anche grazie al fatto che le giovani generazioni stanno beneficiando di
maggiore flessibilità. Inoltre, da un lato, viene percepito l’impegno
all’implementazione di maggior diversità, equità e inclusione (DE&I) da parte
di datori e datrici di lavoro, dall’altro, viene notata una maggior attenzione
delle aziende per adottare misure in contrasto al cambiamento climatico.
In generale, dall’indagine emerge come la pandemia abbia costretto persone
e organizzazioni a ripensare il lavoro per come veniva concepito in maniera
tradizionale (un tema che stiamo affrontando, ad esempio, con la serie Smart
Working in corso). Questo ha portato a maggiori consapevolezza per le
persone impiegate, che si sono trovate a rivalutare il ruolo del lavoro nelle
proprie vite, spesso cercando un maggiore equilibrio rispetto al passato.
Viene rilevato, a tal proposito, un aumento dell’interesse dei giovani per i
lavori a tempo parziale, anche se la maggior parte dei partecipanti non reputa
la riduzione dell’orario di lavoro un’opzione percorribile, vista la riduzione del
salario che comporterebbe con tutte le conseguenze del caso sulla condizione
economica personale.
L’incertezza per il futuro
Al di là della spinta propulsiva legata ai cambiamenti descritti, accolti in
maniera positiva, le crisi degli ultimi anni hanno infatti lasciato anche strascichi
negativi. Sia la pandemia che la guerra in Ucraina hanno causato un aumento
dei costi della vita diffuso in numerosi Paesi. In Italia, il 46% dei Millennials e il
38% della GenZ sono preoccupati per l’aumento dei prezzi.
Questo viene indicato anche tra le principali cause di stress, insieme alla
preoccupazione per la salute mentale e a dimensioni legate al lavoro, come
carichi eccessivi; scarso equilibrio tra lavoro e vita privata e culture di squadra
malsane hanno anch’essi un ruolo.
Sebbene le preoccupazioni finanziarie siano al primo posto per entrambe le
generazioni, i più giovani sono più propensi a prevedere un miglioramento
della propria situazione finanziaria nel prossimo anno.
In tutta risposta alla precarietà e alle pressioni finanziarie, i lavori secondari
sono in aumento rispetto al 2022, mentre le decisioni importanti come
l’acquisto di una casa o l’avvio di una famiglia vengono rimandate.
Note

  1. Il termine Generazione Z (o Gen Z) si riferisce alla generazione delle
    persone nate tra il 1997 e il 2012
  2. Il termine Millennials (o Generazione Y) si riferisce alle persone nate tra
    il 1980 e il 1996

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