CREDITO – Cala domanda prestiti di imprese e famiglie, ai minimi dal 2003

Cala domanda prestiti di imprese e
famiglie, ai minimi dal 2003


La domanda di prestiti da parte delle imprese ha mostrato una nuova
marcata riduzione riflettendo l’aumento del livello generale dei tassi di
interesse, il calo degli investimenti fissi e l’inasprimento degli standard
creditizi per i prestiti o le linee di credito alle imprese. È quello che rileva nel
Bank Lending Survey la Bce, scrivendo che “la domanda netta di prestiti
delle imprese è fortemente diminuita nel secondo trimestre del 2023,
scendendo ai minimi storici dall’inizio dell’indagine nel 2003”. Per il terzo
trimestre le banche prevedono un’ulteriore diminuzione netta della domanda
di prestiti alle imprese, ma molto inferiore rispetto al secondo trimestre. La
contrazione della domanda ha riguardato imprese di diverse dimensioni,
nonché prestiti a breve e a lungo termine. È diminuita anche la domanda di
credito da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per finalità di
consumo. In entrambi i casi, non è solo l’elevato livello dei tassi di interesse
ad esercitare un contributo negativo, ma anche il peggioramento della
fiducia dei consumatori e l’aumentata percezione del rischio.
Il ministro Giorgetti interviene sul tema “l’aumento dei tassi d’interesse è un
qualcosa che non fa soltanto male alle famiglie, ma fa male anche allo Stato
che poi deve pagare interessi sul debito pubblico e il debito pubblico che
abbiamo noi ci fa pagare ora moltissimi più interessi rispetto al passato”.
Continua poi sugli interventi del governo: “per tutte le famiglie abbiamo fatto
una pressione molto forte sull’Associazione bancaria italiana che, proprio in
questi giorni, ha annunciato l’iniziativa di mettere un tetto agli aumenti dei
tassi d’interesse sui mutui, quindi sostanzialmente per limitare e non
aumentare più l’onere per quanto riguarda le famiglie delle rate del mutuo”.
“Per quanto riguarda i giovani, soprattutto quei giovani che vogliono comprare
la prima casa – ha proseguito il ministro – ricordo che già nella scorsa Legge di
Bilancio, e ha avuto grandissimo successo, abbiamo fatto un fondo garanzia
prima casa, proprio per i giovani. E intendiamo ripeterlo anche nella prossima
Legge di Bilancio.”
Istat: prezzi alla produzione dell’industria e
delle costruzioni – giugno 2023
A giugno 2023 i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono dello
0,3% su base mensile e del 5,5% su base annua (era -4,3% a maggio). Sul
mercato interno i prezzi diminuiscono dello 0,4% rispetto a maggio e
dell’8,2% su base annua (da -6,8% del mese precedente). Al netto del
comparto energetico, i prezzi decrescono dello 0,4%. Sul mercato estero i
prezzi diminuiscono su base mensile dello 0,1% (-0,2% per l’area euro,
stazionari per l’area non euro) e crescono su base annua dell’1,1% (+0,4%
area euro, +1,5% area non euro). Nel secondo trimestre 2023, rispetto al
trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del
7,6%. La flessione è molto ampia sul mercato interno (-10,2%), modesta
su quello estero (-0,2%).
A giugno 2023, fra le attività manifatturiere, gli aumenti tendenziali più elevati
riguardano i settori computer, prodotti di elettronica e ottica (+8,6% area non
euro), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,1% mercato
interno), industrie alimentari, bevande e tabacco (+6,3% mercato interno,
+5,8% area euro, +8,0% area non euro) e mezzi di trasporto (+8,0% area non
euro). Cali tendenziali su tutti e tre i mercati si rilevano per coke e prodotti
petroliferi raffinati (-22,6% mercato interno, -3,9% area euro, -20,9% area non
euro) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,2% mercato
interno, -12,6% area euro, -10,6% area non euro). Sul mercato interno, si
amplia ulteriormente la flessione tendenziale dei prezzi per attività estrattive
(-47,6%) e fornitura di energia elettrica e gas (-28,4%).
fonte: CENTRO STUDI PARLAMENTARI

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