ANALISI E COMMENTI – Europa e Agenda 2030 Crescita sostenibile nei programmi di governo dei 27 Stati membri nel 2024

Europa e Agenda 2030
Crescita sostenibile nei programmi di
governo dei 27 Stati membri nel 2024


Settimana 20-26 novembre. Coordinamento delle politiche degli Stati
membri su sostenibilità ambientale, produttività, equità ed equilibrio di
bilancio. Conclusioni del Consiglio sulle partnership per gli SDGs.
di Luigi Di Marco
Consulta la rassegna dal 20 al 26 novembre
Particolarmente intensa di novità l’ultima settimana, tra cui l’assunzione di atti
fondamentali per il 2024 e oltre, da parte della Commissione europea, inclusa
l’analisi annuale per la crescita sostenibile 2024 che avvia il nuovo ciclo
del semestre europeo e l’adozione delle modifiche al Pnrr dell’Italia. Il
Consiglio ha approvato le Conclusioni su una transizione sociale, verde e
digitale per l’impegno dell’Ue nelle partnership sugli Obiettivi di sviluppo
sostenibile (SDGs), il Parlamento europeo ha discusso in sessione plenaria
dal 20 al 23 novembre diverse risoluzioni tra cui le proposte di modifica dei
trattati (presentate nell’editoriale ASviS del 24.11.23) e la posizione in vista
della Cop 28 sul clima con cui il Parlamento chiede che l’Ue tenga conto
delle sue responsabilità storiche nel rafforzare il proprio impegno al
perseguimento dell’accordo di Parigi sul clima.
Analisi annuale per la crescita sostenibile 2024
Il 21 novembre, la Commissione europea ha presentato l’analisi annuale per
la crescita sostenibile 2024. Comunicazione cardine nel ciclo del Semestre
europeo, l’analisi è un atto di assoluta importanza strategica per il
coordinamento economico dell’Unione e della programmazione delle riforme e
degli investimenti nei 27 Stati membri. La Commissione riassume con questo
atto le dinamiche macro-economiche e le criticità legate all’attuale situazione
geopolitica, e come queste possono essere affrontate attraverso le strategie
europee adottate e in corso d’attuazione.
Come di consueto, per gli Stati membri dell’area euro, le priorità politiche
specifiche sono riportate anche in una proposta di raccomandazione per una
raccomandazione del Consiglio sulla politica economica dell’area
dell’euro, adottata in pari data. Fanno parte del pacchetto adottato anche la
Comunicazione sul meccanismo di allerta per gli Stati membri con particolari
criticità di bilancio (tra cui l’Italia) e la proposta di relazione congiunta della
Commissione e del Consiglio sull’occupazione. Come previsto nel ciclo
del semestre europeo, con il cosiddetto “pacchetto di primavera” la
Commissione presenterà un’analisi per Paese con relative raccomandazioni
che dovranno essere adottata dal Consiglio nel giugno 2024.
La Commissione evidenzia che il semestre europeo continuerà a essere uno
dei principali veicoli per monitorare e promuovere i progressi verso gli Obiettivi
di sviluppo sostenibile, anche in un contesto di maggiore attenzione al
benessere sostenibile e inclusivo al di là del Pil.
La Commissione sottolinea come sia fondamentale che gli Stati membri
s’impegnino attivamente a discutere le proposte politiche con le parti
interessate, comprese le parti sociali, le autorità locali e regionali e le
organizzazioni della società civile.
Come indica la premessa dell’analisi annuale 2024, dopo un 2022
caratterizzato da un forte rilancio dell’economia, il 2023 si caratterizza per un
forte rallentamento dovuto agli effetti del rialzo dei tassi d’interesse e
condizioni di finanziamento più restrittive adottate in riposta all’inflazione.
Il contesto geopolitico, ora in ulteriore peggioramento di prospettiva anche a
causa del conflitto in medio-oriente, come indica la Commissione dimostra il
bisogno dell’Ue di rafforzare ulteriormente la propria autonomia strategica
per restare competitiva sul mercato globale, senza lasciare indietro nessuno.
In particolare, la Commissione rimarca che mantenere la competitività per
l’Europa comporta la capacità di assicurarsi le competenze necessarie per
la transizione verde e digitale, gestire il cambiamento demografico,
aumentando al contempo gli investimenti e promuovendo l’innovazione.
Come negli scorsi anni, la guida della Commissione segue un approccio
strutturato basato sulle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva
a) stabilità macroeconomica, b) sostenibilità ambientale, c) produttività,
d) equità, in linea con l’impegno dell’Ue al perseguimento degli Obiettivi di
sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Stabilità macro-economica
La Commissione evidenzia che i rischi legati al debito elevato e alla
divergenza dei prezzi rimangono rilevanti. Il contesto inflazionistico ha
facilitato una più rapida riduzione dell’indebitamento, ma ora condizioni di
finanziamento più rigide potrebbero causare un aumento delle tensioni
legate al debito elevato, sia nel settore privato che in quello pubblico. Ciò
riguarderebbe in particolare gli Stati membri in cui il servizio del debito
richiede ampi rimborsi del debito o in cui il settore privato deve far fronte a forti
aumenti dei pagamenti degli interessi. Poiché la clausola generale di
salvaguardia prevista dal Patto di Stabilità e Crescita scade alla fine del 2023,
la Commissione pone come indicazione di principio che la politica fiscale
dovrà sostenere la politica monetaria nella riduzione dell’inflazione,
fornendo al contempo spazio sufficiente per ulteriori investimenti e
sostenendo la crescita a lungo termine. A tal fine deve essere migliorato il
mix fiscale, vanno accelerati gli investimenti nel quadro del Pnrr e delle
politiche di coesione, tolte le misure di sostegno per rispondere allo shock
energetico appena trascorso e meglio reindirizzate le risorse disponibili alle
transizioni verde e digitale.
Sostenibilità ambientale
La Commissione evidenzia i risultati ottenuti dal febbraio 2022 in termini
d’indipendenza dalle importazioni di fonti fossili dalla Russia con
l’azzeramento dell’import di carbone, 90% in meno di petrolio, 2/3 in meno
d’import del gas. Con le attuali condizioni del mercato dell’energia favorevoli,
la Commissione chiede la fuoriuscita dai sussidi alle fonti fossili e dando
atto che 23 Paesi hanno presentato gli aggiornamenti dei Pnrr con il
programma RePowerEu (per l’Italia si vedano le modifiche e integrazioni
approvate dalla Commissione il 24 novembre e il commento dell’ASviS
sulla revisione del Pnrr), ne chiede una rapida attuazione. Ciò andrà attuato
in coerenza con la prospettiva dei Piani nazionali integrati energia e
clima (Pniec), che dovranno essere consegnati nella loro versione finale a
giugno 2024. In proposito chiede agli Stati membri di seguire le precedenti
raccomandazioni per Paese del pacchetto di primavera del semestre europeo
2023, e annuncia che a dicembre 2023 presenterà raccomandazioni
specifiche sui Pniec per ciascun Paese. Queste misure dovranno essere
sostenute integrandosi con il piano industriale net-zero e rafforzando gli
investimenti in ricerca e innovazione. Nel contesto, la border carbon tax
sosterrà la parità di condizioni con la concorrenza extra-Ue evitando fenomeni
di delocalizzazione.
Lo sviluppo delle azioni per la decarbonizzazione dovrà essere combinata con
gli sforzi per invertire la perdita di risorse naturali, sviluppare pratiche
agricole sostenibili, preservare i servizi ecosistemici e adattarsi meglio e
più rapidamente a un clima più avverso, in particolare nel settore della
resilienza idrica. Inoltre, la Commissione indica che per preservare la
stabilità di bilancio e prevenire gli shock finanziari in futuro, è sempre più
necessario che gli Stati membri considerino e si preparino all’impatto
fiscale di eventi meteorologici eccessivi e altri rischi climatici nella loro
pianificazione di bilancio a medio termine.
Produttività
L’incremento degli investimenti in ricerca e innovazione è fondamentale
anche nel quadro dello sviluppo della produttività, che dai dati che riporta la
Commissione rimane stagnante negli ultimi anni con un progresso del solo 6%
dal 2015 a oggi. Per favorire ricerca e innovazione, la Commissione indica
necessario prevedere misure d’incentivazione fiscale, partnership
pubblico-privato e condizioni di contesto favorevoli per le start-up, con
focus particolare per le regioni che hanno avuto rallentamenti nello sviluppo e
nell’innovazione negli ultimi anni. Costruire un contesto favorevole alla
produttività implica migliorare le condizioni di rispetto dello stato di diritto e
ridurre il livello di burocrazia a carico delle imprese. In proposito la
Commissione richiama le sue recenti proposte del pacchetto di aiuti per le
Pmi con la riduzione del 25% degli adempimenti amministrativi a carico
delle imprese, e la proposta per affrontare il fenomeno dei ritardi nei
pagamenti. Per migliorare la produttività, la Commissione evidenzia come
fondamentale portare avanti gli obiettivi del decennio digitale e le relative
raccomandazioni specifiche per Paese (si veda nostra rubrica del 3.10.23).
Le regioni in ritardo di sviluppo devono sfruttare al meglio la combinazione
degli investimenti tra Pnrr e politiche di coesione per incrementare la
produttività.
Equità
La Commissione mette in chiara evidenza la considerazione che gli alti livelli
di carenza di occupazione e di competenze sono il principale collo di
bottiglia per la crescita sostenibile. Il dato macroscopico evidenziato è che
due terzi dei datori di lavoro non trovano i talenti di cui hanno bisogno.
Richiamando l’analisi del rapporto 2023 su occupazione e sviluppo
sociale, le carenze che evidenzia la Commissione sono soprattutto nei settori
della sanità, delle competenze Stem (in particolare per l’Ict), per la transizione
verde e in alcuni settori dei servizi. A fronte di ciò il 20% della popolazione in
età lavorativa è inattiva, incluso otto milioni di giovani classificati come Neet.
La Commissione indica necessario che le stesse opportunità di formazione
e impiego vengano offerte a tutti mettendo in atto le strategie dell’Unione
dell’uguaglianza. Il quadro generale di azioni deve includere accessibilità
economica a servizi di qualità, di cura ed educativi per la prima infanzia e di
cura per le persone anziane, incentivi fiscali per favorire l’impiego (anche
spostando la tassazione dal lavoro a misure favorevoli agli obiettivi ambientali
e climatici), condizioni di lavoro dignitose e capacità di gestire la
migrazione legale, assicurazione della protezione dei diritti sociali.
La Commissione evidenzia come criticità la mancanza di una educazione e
formazione di qualità dovuta anche alla carenza d’insegnanti, chiedendo agli
Stati membri impegno nel portare avanti le iniziative dell’anno europeo delle
competenze. La Commissione sottolinea anche il rischio dell’aumento del
fenomeno della povertà a lavoro determinata dall’inflazione che ha portato a
una riduzione del 3,7% dei salari reali: in futuro, la dinamica salariale dovrà
trovare un equilibrio tra il recupero del potere d’acquisto perso dai lavoratori,
evitare effetti di secondo impatto sull’inflazione e salvaguardare la
competitività dell’Ue. Un dialogo sociale forte e una contrattazione collettiva
efficace sono più importanti che mai per ottenere risultati equilibrati nella
determinazione dei salari. É necessario adottare politiche che combinino
insieme integrazione nel mercato del lavoro con garanzia d’accesso a
servizi essenziali per le persone in condizioni di bisogno.
La Commissione indica che la prosecuzione dell’attuazione del Pilastro
europeo dei diritti sociali rimane una priorità politica per promuovere la
convergenza sociale verso l’alto nell’Ue. Per fornire un’analisi più sistematica
dell’occupazione e degli sviluppi sociali negli Stati membri, la proposta di
relazione congiunta della Commissione e del Consiglio sull’occupazione
2024 prevede una maggiore attenzione ai singoli Paesi sotto forma di
un’analisi Paese per Paese, basata sui principi di un quadro di convergenza
sociale. Nel contesto, vanno sfruttate al meglio le opportunità del Pnrr e delle
politiche di coesione per il conseguimento degli obiettivi al 2030 per
l’occupazione, la formazione e la riduzione della povertà.
Il Consiglio dell’Ue indica misure per accelerare
l’attuazione dell’Agenda 2030 attraverso la cooperazione
internazionale
Il Consiglio dell’Unione nelle Conclusioni su una transizione sociale, verde
e digitale, adottate il 21 novembre, chiede nuove misure dell’Ue per attuare
gli SDGs nell’azione esterna con i propri partner internazionali, attuando nel
contesto gli impegni dell’accordo di Parigi sul clima e nel quadro dell’accordo
di Montreal-Kunming sulla biodiversità. Il Consiglio riflette in particolare
sulla necessità di concentrare maggiori sforzi nella riduzione delle
diseguaglianze (Goal 10), nella pace, giustizia, istituzioni forti,
empowerment della società civile (Goal 16), comprese le organizzazioni per
i diritti delle donne (Goal 5).
Il Consiglio rimarca la centralità di un approccio unitario degli Stati membri
attraverso Team Europa ed invita la Commissione, l’alto rappresentante e gli
Stati membri, nell’ambito delle rispettive competenze, specificamente a:
● rafforzare e aumentare la visibilità della risposta di Team Europa per lo
sviluppo umano nei Paesi partner;
● rafforzare e migliorare la collaborazione con i Paesi partner per
garantire istituzioni pubbliche inclusive, rappresentative,
trasparenti e responsabili a tutti i livelli;
● sostenere i Paesi partner nella progettazione, nel miglioramento e
nell’attuazione di sistemi e misure di protezione sociale inclusivi,
adattativi e universalmente accessibili, comprensivi di una protezione
sociale di base, sviluppo di competenze, l’accesso a nuove
opportunità di lavoro dignitose;
● utilizzare in maniera efficace tutti gli strumenti disponibili per
promuovere transizioni giuste, compresi l’acceleratore globale delle
Nazioni Unite e gli orientamenti dell’Ilo per una transizione giusta
verso economie e società sostenibili per tutti;
● mobilitare l’intero potenziale dell’architettura finanziaria europea
per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 e sostenere le economie
vulnerabili al fine di far uscire le loro popolazioni dalla povertà,
proteggendo nel contempo il pianeta, come affermato durante il vertice
di Parigi per un nuovo patto finanziario globale.

FONTE – ASVIS – ALLEANZA ITALIANA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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