Confartigianato Imprese Perugia – Coronavirus come un infortunio sul lavoro.

Coronavirus come un infortunio sul lavoro.

 

 

Contrarre il Covid 19 per i dipendenti delle aziende è equiparabile ad un infortunio sul lavoro. E per il datore si prospettano tutte le conseguenze civili e penali fino, in caso di decesso, all’ipotesi di reato di omicidio colposo: è quanto previsto dall’articolo 42 decreto Cura Italia.

Inail, con una recente nota, ha chiarito che  : “il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale, solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa”.

L’articolo di fatto introduce l’equiparazione tra infortunio sul lavoro e contagio da Covid-19, prevedendo anche per questo una copertura assicurativa Inail. Se il lavoratore si ammala, per il titolare si possono profilare scenari però scenari diversi e preoccupanti: può essere infatti ipotizzato il reato di lesioni colpose ai sensi dell’art. 590 del Codice penale o di omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c. p., nel caso di decesso.

E’ stato chiarito da Inail che dovrà essere accertato il dolo o la colpa del datore di lavoro. Ma i dubbi restano davvero tanti per gli imprenditori.

La possibilità che il contagio non sia gestito come una malattia  ma come un infortunio sta creando preoccupazione fra gli imprenditori .

La responsabilità di un eventuale contagio all’interno dell’ambiente di lavoro non può essere addebitata automaticamente al datore specie quando quest’ultimo ha applicato, in modo serio e corretto, i protocolli di sicurezza.

I datori di lavoro non possono essere trattati come untori. Se un lavoratore si ammala per il Coronavirus non può essere imputato loro come colpa.

Da non dimenticare che anche in questo caso i costi e gli oneri della sicurezza ricadono sugli imprenditori e solo parzialmente, e non sempre, gli vengono rimborsati dallo Stato.

Siamo di fronte ad una vera assurdità legislativa, che va al più presto corretta: basterebbe l’abolizione dell’art. 42.

Infatti,  se l’impresa rispetta tutte le regole per la prevenzione e tutte le misure indicate nelle varie normative emanate in queste settimane, non può essere ritenuta penalmente e civilmente responsabile dell’eventuale contagio di un dipendente. Per assurdo potrebbe lavorare anche in Smart Working. E’ evidente, per i modi in cui si diffonde il contagio e per le incomplete conoscenze sullo stesso Covid scaricare le responsabilità sui datori di lavoro, così come prevede l’articolo 42 del “Cura Italia”, è non solo sbagliato ma anche pericoloso perché potrebbe provocare un rallentamento della ripresa produttiva del Paese e indurre molte aziende a prolungare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Per maggiori informazioni: info@confartigianatoperugia.com -. 0759977000