Infortuni e malattie professionali, online gli
open data Inail dei primi sette mesi del 2021
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e luglio
sono state 312.762 (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 677 delle
quali con esito mortale (-5,4%). In aumento le patologie di origine
professionale denunciate, che sono state 33.865 (+34,4%). I dati mensili sono
fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus
ROMA – Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici
delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia
professionale presentate all’Istituto entro il mese di luglio. Nella stessa
sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti
“di mese” (luglio 2020 vs luglio 2021) e “di periodo” (gennaio-luglio 2020 vs
gennaio-luglio 2021).
Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in
particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti
all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle
pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati
positivamente dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento
dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario
relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le
comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i
datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di
lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che
comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello
dell’evento.
Il confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza
ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa della pandemia che nel
2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta
“tardività” nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i
mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che
ne inficia la comparazione con i mesi del 2021.
Gli open data mensili per il periodo gennaio-luglio 2020 non quantificano,
infatti, un rilevante numero di “tardive” denunce (in particolare mortali) da
contagio da Covid-19, data la circostanza non sempre chiara, emersa
soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione delle circolari
Inail n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 luglio 2020, di ricondurre la natura
dei contagi da nuovo Coronavirus a infortunio sul lavoro (in quanto la causa
virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale.
Ciò premesso, nel periodo gennaio-luglio di quest’anno si registra, rispetto
all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in
complesso, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie
professionali.
DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di
luglio sono state 312.762, quasi 24mila in più (+8,3%) rispetto alle 288.873 dei
primi sette mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce osservato
nel trimestre gennaio-marzo (-10%) e di un incremento nel periodo
aprile-luglio (+29%) nel confronto tra i due anni.
I dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano nei primi sette mesi del
2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel
tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+18,9%, da
33.204 a 39.480 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di
quest’anno e aumentati del 66% nel periodo marzo-luglio (complice il
massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal
mese di marzo), e un incremento del 6,9% (da 255.669 a 273.282) di quelli
avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di
quest’anno e aumentati del 25% nel quadrimestre aprile-luglio.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,4% nella
gestione Industria e servizi (dai 249.499 casi del 2020 ai 265.499 del 2021),
del 4,4% in Agricoltura (da 14.797 a 15.450) e del 29,4% nel Conto Stato (da
24.577 a 31.813). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori
produttivi tranne, in particolare, in quello della Sanità e assistenza sociale, che
nei primi sette mesi di quest’anno presenta una riduzione del 34,4% degli
infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2020
(sintesi di un +163% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno
e di un +3% a luglio) pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi,
dell’alloggio e ristorazione (-6,5%) e dell’amministrazione pubblica (-7,3%).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel
Nord-Ovest (-4,5%), al contrario delle Isole (+16,5%), del Centro (+15,2%),
del Sud (+15,0%) e del Nord-Est (+14,0%). Tra le regioni si registrano
decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di
Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono
quelli di Molise, Basilicata e Campania.
L’aumento che emerge dal confronto dei primi sette mesi del 2020 e del 2021
è legato alla sola componente maschile, che registra un +15,4% (da 173.283
a 199.933 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del
2,4% (da 115.590 a 112.829). L’incremento ha interessato sia i lavoratori
italiani (+7,5%) sia quelli extracomunitari (+14,8%) e comunitari (+2,2%).
L’analisi per classi di età mostra un calo solo tra i 15-19enni (-3,7%), con
incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+9,7%) e tra gli over 50 (+3,3%).
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto
entro il mese di luglio sono state 677, 39 in meno rispetto alle 716 registrate
nei primi sette mesi del 2020 (-5,4%). Il confronto tra il 2020 e il 2021, come
detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open
data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e
influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non
conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio, in
particolare relative al mese di marzo 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi
causati dal Covid-19 avvengono dopo che è intercorso un periodo di tempo
più o meno lungo dalla data del contagio.
Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno
evidenziano per i primi sette mesi di quest’anno un aumento solo dei casi
avvenuti in itinere, passati da 113 a 134 (+18,6%), mentre quelli in occasione
di lavoro sono stati 60 in meno (da 630 a 543, -10,0%). La gestione Industria
e servizi è l’unica a fare registrare un segno negativo (-10,3%, da 630 a 565
denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 55 a 76 denunce,
e del Conto Stato (da 31 a 36). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel
Sud (da 141 a 192 casi mortali), nel Nord-Est (da 136 a 147) e nel Centro (da
128 a 129). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 265 a
169) e nelle Isole (da 46 a 40).
Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021
è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono
passati da 72 a 67 (-6,9%), sia a quella maschile, che è passata da 644 a 610
casi (-5,3%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 609 a 582) e
comunitari (da 38 a 23), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano
da 69 a 72. Dall’analisi per età emergono incrementi per le classi 20-29 anni
(+7 casi) e 40-54 anni (+38), e decrementi in quelle 30-39 anni (-8 casi) e over
55 (-77 decessi, da 382 a 305).
Al 31 luglio di quest’anno risultano 11 incidenti plurimi avvenuti nei primi sette
mesi per un totale di 27 decessi, 17 dei quali stradali (due vittime in provincia
di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa e due
in provincia di Bologna ad aprile, sette in provincia di Piacenza a luglio). Due
lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in
provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in
provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in
provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una
cisterna in provincia di Cuneo a giugno e, infine, altri due intossicati da
monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio. Lo scorso anno,
invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e luglio erano stati sei, con 12
casi mortali denunciati, la metà dei quali stradali.
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sette mesi
del 2021 sono state 33.865, 8.660 in più rispetto allo stesso periodo del 2020
(+34,4%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un
aumento del 77% in quello di marzo-luglio, nel confronto tra i due anni.
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020
condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento
nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e
ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di
contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo lo stato di emergenza, le
limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture
sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al
lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandole al
2021.
L’incremento registrato tra gennaio e luglio di quest’anno ha interessato sia la
gestione assicurativa dell’Industria e servizi (+34,7%, da 20.643 a 27.812
casi), sia quelle dell’Agricoltura (+33,5%, da 4.291 a 5.730) e del Conto Stato
(+19,2%, da 271 a 323), e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest
(+25,4%), Nord-Est (+42,0%), Centro (+39,3%), Sud (+36,1%) e Isole
(+10,5%).
In ottica di genere si rilevano 6.133 denunce di malattia professionale in più
per i lavoratori, da 18.546 a 24.679 (+33,1%), e 2.527 in più per le lavoratrici,
da 6.659 a 9.186 (+37,9%). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani,
che sono passate da 23.459 a 31.368 (+33,7%), sia quelle dei comunitari, da
595 a 797 (+33,9%), e degli extracomunitari, da 1.151 a 1.700 (+47,7%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del
sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi
sette mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da
quelle del sistema respiratorio e dai tumori.
fonte: INAIL