BANDI ED INCENTIVI – FAQ e facsimile: il Ministero della Transizione chiarisce come partecipare ai bandi per l’economia circolare

FAQ e facsimile: il Ministero della Transizione
chiarisce come partecipare ai bandi per
l’economia circolare


Il 24 novembre il ministero ha chiarito alcuni aspetti relativi ai 7 bandi,
da 2,6 miliardi di euro, finanziati dal Pnrr che intendono migliorare la
gestione dei rifiuti in Italia e supportare le filiere di Raee, carta e cartone,
plastiche, tessili
Prosegue l’iter promosso dal Ministero della Transizione Ecologica sui
bandi relativi all’economia circolare da finanziare con i soldi del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza. In attesa che il 30 novembre scadano i
termini per la consultazione sulla Strategia nazionale di economia circolare,
sul sito del MiTE è possibile accedere ai decreti aggiornati e modificati
(insieme al relativo avviso) firmati dal ministro Roberto Cingolani con i criteri
di selezione per i progetti relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e
iniziative flagship per le filiere di carta e cartone, plastiche, RAEE, tessili
(Missione 2, Componente 1 del Pnrr). In tutto si tratta di 7 bandi, per un
importo complessivo di 2,1 miliardi di euro, suddivisi tra 1,5 miliardi per il
miglioramento dell’attuale gestione dei rifiuti e 600 milioni per incentivare le
singole filiere, attraverso i cosiddetti “progetti faro”, a unirsi in distretti
circolari.
Inoltre è stato integrato anche il decreto (e il relativo avviso) per
l’approvazione del piano operativo per il sistema avanzato e integrato di
monitoraggio e previsione (Missione 2, Componente 4 del Pnrr): si tratta di
un’iniziativa sollecitata fortemente dallo stesso Cingolani che, fedele al “credo
tecnologico” che lo anima, intende in questo modo affrontare gli annosi
problemi degli incendi e dell’abbandono dei rifiuti. Per questo piano sono
previsti 500 milioni di euro.
Il punto della situazione sui bandi MiTe per l’economia
circolare
Sono poche, ma fondamentali, le novità proposte dagli aggiornamenti
risalenti al 24 novembre. Prima, però, vale la pena ribadire i punti essenziali
dei bandi, punti che non sono stati modificati. Come stabilito dall’avviso
pubblico del 15 ottobre scorso, la prima tranche di 1,5 miliardi di euro è
destinata alla “realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e
l’ammodernamento di impianti esistenti”. In questo caso sono previste tre
linee d’intervento:
● Miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei
rifiuti urbani
● Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e
realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani
provenienti da raccolta differenziata
● Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e
realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo
smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (pad), i fanghi di
acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili
In tutti e tre i casi, i soggetti abilitati alla presentazione delle proposte sono gli
enti d’ambito e, in loro assenza, i Comuni.
Per quanto riguarda, invece, gli investimenti da 600 milioni di euro per i
progetti faro intendono promuovere l’utilizzo di tecnologie e processi ad alto
contenuto innovativo nei settori produttivi individuati nel Piano d’azione
europeo sull’economia circolare. I settori coinvolti sono elettronica e ICT,
carta e cartone, plastiche, tessili. Anche attraverso l’organizzazione in
forma di “distretti circolari”, i progetti sosterranno la maggiore resilienza e
indipendenza del sistema produttivo nazionale, contribuendo al
raggiungimento degli obiettivi di economia circolare, di incremento
occupazionale e di riduzione dell’impatto ambientale.
Per tutti vale il dato che il 60% di questi fondi va alle Regioni del Centro e del
Sud Italia (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania,
Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e la scadenza di poco più di
quattro anni e mezzo per realizzare i progetti, esattamente entro giugno
2026.
In entrambi i casi, inoltre, non sono ammessi progetti riguardanti la
costruzione o il revamping di discariche, impianti di Trattamento
Meccanico Biologico (TMB) o inceneritori. Le proposte presentate
nell’ambito delle due linee di investimento principali, si legge negli avvisi,
“saranno oggetto di selezione e valutazione da parte di apposita
Commissione che sarà nominata con successivo decreto ministeriale e sarà
composta da n. 3 membri nominati dal MITE, di cui uno con funzioni di
presidente di Commissione, n. 6 membri in rappresentanza di ISPRA ed
ENEA, n. 4 membri indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province
Autonome, in rappresentanza delle diverse aree geografiche: Nord, Centro,
Sud e Isole e n. 2 membri in rappresentanza dell’Autorità di Regolazione per
Energia, Reti e Ambiente (ARERA)”.
Le novità dei bandi per l’economia circolare
Fin qui quello che era già noto. Gli aggiornamenti del 24 novembre,
probabilmente dovuti a un ascolto più attento degli operatori e degli
osservatori, hanno aperto a qualche novità. Ad esempio nell’avviso 1 linea A
(relativo al potenziamento della differenziata) si coinvolge anche la filiera del
riutilizzo e dei centri di recupero, fino a quel momento dimenticata, con
l’introduzione del punto e che prevede la “realizzazione di strutture destinate
al riutilizzo di beni in disuso, che affiancati ai centri di raccolta intercettano
e rimettono in circolazione oggetti riutilizzabili attraverso punti di
distribuzione”.
Inoltre si aggiunge che il decreto deve essere coerente “con la normativa
UE e nazionale, con il piano d’azione europeo sull’economia circolare nonché
in sinergia con altri piani settoriali (ad. es. PNIEC) e/o altre componenti del
piano, tecnologie innovative basate su esperienze su scala reale”. Un appello
alla coerenza normativa che, a partire dal Circular Economy Network, era
stato avanzato da più parti.
Altrettanto fondamentale è la definizione dei termini: il 24 novembre sono stati
pubblicati i facsimile delle proposte da inoltrare al MiTE, anche se poi
queste potranno essere materialmente inviate soltanto nell’apposita
piattaforma online che il ministero sta completando. Lo si potrà fare a partire
dal 14 dicembre 2021 ed entro e non oltre il 14 febbraio 2022.
Le FAQ e i facsimile sui bandi per l’economia circolare
Al di là degli aspetti più o meno noti, quel che più conta in questo
aggiornamento del MITe sono le spiegazioni su come aderire ai bandi, che
arrivano attraverso le formule delle FAQ (Frequently Asked Questions, le
domande più richieste) e i facsimile. Le FAQ pubblicate riguardano aspetti
molto tecnici, per cui si intuisce che sono stati inviati direttamente dai Comuni
e dagli Egato Operativi, cioè gli enti di governo d’ambito in attività.
Ne viene fuori un magma incandescente di situazioni al limite – con Egato
formalmente nati ma non ancora operativi, società in house pluri-partecipate
da più Comuni e Comuni che intendono partecipare a più bandi – di cui chissà
se il Ministero riuscirà a venire a capo. A leggere le risposte alle FAQ, poco
chiare e con continui rinvii alle disposizioni precedenti, qualche dubbio
sorge.
Va un po’ meglio coi facsimile allegati alle proposte, in cui il MiTE aggiunge
tabelle, dati e cronoprogrammi, che potranno fungere da esempio per i
modelli da inviare a partire da metà dicembre.
Il gruppo di lavoro a supporto dell’attuazione del Pnrr
Infine sul sito del Ministero della Transizione ecologica viene pubblicato il
decreto firmato a metà ottobre da Laura D’Aprile, a capo del Dipartimento per
la Transizione ecologica e gli Investimenti verdi, con cui viene istituito il
Gruppo di lavoro Supporto attuazione Pnrr. Si tratta di un ulteriore
strumento offerto dal MiTe e rivolto soprattutto alle amministrazioni locali,
incapaci – per via della cronica carenza di personale formato e aggiornato –
di cogliere le opportunità offerte dai fondi del Next Generation EU. Il Gruppo,
che opera “sulla base delle indicazioni fornite dal coordinatore, monitora lo
stato di realizzazione degli interventi di competenza e propone le
opportune azioni correttive per il raggiungimento dei traguardi previsti
nell’ambito dell’attuazione del Pnrr. Ove richiesto, il gruppo di lavoro supporta
il Dipartimento nell’attuazione degli interventi e delle riforme”.
A titolo gratuito ne fanno parte:
Ing. Aldo Sibilia, AT Sogesid;
Dott.ssa Giulia Magnavita, CNR – IIA;
Dott.ssa Enrica Sellan, AT Sogesid;
Dott.ssa Simona Insabella, AT Sogesid;
Ing. Floriana Nania, AT Invitalia;
Avv. Laura Ciani, AT Sogesid;
Dott.ssa Silvia Braghetta, AT Sogesid.
Come è facile osservare, si nota l’assenza di enti come Ispra ed Enea e una
forte presenza di Sogesid

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