Bce: in scenario più grave Pil 2022 ridotto
a +2,3% e inflazione balza a 7,1%
Alla luce della “significativa incertezza” sull’impatto del conflitto in Ucraina
sull’economia dell’Eurozona, la Bce, oltre alle previsioni economiche
contenute in uno scenario “base” (Pil +3,7% in 2022 e +2,8% in 2023, con
inflazione al 5,1% quest’anno e al 2,1% il prossimo), ha ipotizzato due
scenari (“adverse”, avverso, e “severe”, grave) che implicano un
deterioramento della situazione peggiore di quanto stimato attualmente. In
questi due scenari la crescita del Pil sarà molto più contenuta (nel 2022 +2,5%
nello scenario “adverse” e +2,3% in quello “severe”) e l’inflazione molto più
alta (nel 5,9% nello scenario “adverse” e 7,1% in quello “severe). Più
contenuto un eventuale impatto sulle stime 2023, con un Pil a +2,7% nello
scenario “adverse” e a +2,3% in quello “severe” e inflazione al 2% nello
scenario “adverse” e al 2,7% in quello “severe”. In generale, lo scenario
“adverse” ipotizza maggiori tensioni geopolitiche, sanzioni più aspre alla
Russia, con alcune interruzioni nelle catene globali del valore, un aumento dei
costi energeticilegati a tagli persistenti delle forniture di gas russo e tagli
temporanei alla produzione nell’Eurozona. Lo scenario “severe”, oltre a
quanto ipotizzato lo scenario “adverse”, implica anche shock maggiori dei
prezzi dell’energia, tagli più significativi dell’offerta e un forte repricing dei
mercati finanziari.
Vontobel: Bce, si intensifica la lotta tra
falchi e colombe. Parola al mercato
Sembra che la lotta tra falchi e colombe si sia intensificata dopo lo scoppio
della guerra tra la Russia e l’Ucraina, poiché le colombe hanno sottolineato i
rischi al ribasso per le prospettive di crescita mentre i falchi hanno
sottolineato le maggiori pressioni inflazionistiche. I falchi sembrano aver
insistito con successo sull’intensificazione dei rischi al rialzo per l’inflazione a
causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari e di un feed
through un po’ più forte per l’inflazione di base. La Presidente della Bce
Lagarde ha sottolineato che la crescita dei salari sembra ancora mansueta
nell’Eurozona, ma che ci si deve aspettare un aumento della pressione
salariale. Nel complesso, sembra che i membri della Bce abbiano affrontato in
modo abbastanza diverso l’inflazione attuale e che la Bce sia ancora sulla
buona strada per normalizzare la propria politica, ma vuole anche (in media)
aspettare e vedere come si evolve il conflitto e il suo impatto sull’economia.
La Presidente Lagarde ha cercato di sottolineare che non si tratta di
un’accelerazione generale della “normalizzazione” della politica monetaria
della Bce e che la forward guidance modificata permetterebbe al Consiglio
direttivo di mantenere tutta la sua flessibilità in ulteriori aggiustamenti dei tassi
di riferimento. Tuttavia, questa era una strana argomentazione, dato che
l’inclinazione hawkish sulla fine degli acquisti netti di asset è stata descritta
molto chiaramente nella dichiarazione politica. Cosa aspettarsi ora? Salvo
ulteriori shock alla crescita e alla domanda nell’Eurozona (a causa della
guerra russo-ucraina), ci si aspetta che la Bce interrompa gli acquisti netti di
asset nel terzo trimestre e che effettui il primo rialzo dei tassi nel quarto
trimestre. Tuttavia, l’elevata incertezza e l’aggiustamento odierno della
forward guidance della Bce riducono la probabilità di un rialzo dei tassi
quest’anno, rispetto alla probabilità prebellica. I rischi per la crescita sono ora
di nuovo inclinati verso il basso e i rischi per l’inflazione ancora di più verso
l’alto, rispetto alla riunione della Bce di febbraio, e l’incertezza è anche
significativamente più alta, a causa del conflitto in corso. La maggiore
esposizione dell’Europa al conflitto tra Ucraina e Russia probabilmente
amplierà ulteriormente la differenza nella posizione di politica monetaria tra
Europa e Stati Uniti