COMMENTI ED ANALISI – Antonio Patuelli (presidente dell’Abi): «Per l’Italia gli effetti della guerra in Ucraina saranno peggiori dei danni economici del Covid. E vi spiego perché»

Antonio Patuelli (presidente dell’Abi): «Per
l’Italia gli effetti della guerra in Ucraina peggiori
dei danni economici del Covid. E vi spiego
perché»

La crisi economica che la guerra in Ucraina potrebbe portare sull’Europa
rischiano di essere più gravi di quelli della pandemia, in particolare per l’Italia.
A parlarne è Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’Associazione bancaria
italiana. «Serve con urgenza, se vogliamo evitare una spirale
inflazione-recessione» sottolinea Patuelli «rivitalizzare tutti gli strumenti
sperimentati con successo a livello comunitario e italiano, durante la
pandemia, per sostenere le imprese e le famiglie, dalle garanzie sui prestiti
alle moratorie, alla cassa Covid, fino alla riduzione, questa volta, anche delle
accise in materia energetica».
In merito alle parole espresse dal premier Mario Draghi in merito ad
un’economia di guerra Patuelli afferma: «Il pericolo oggi, rispetto al 2020, è
accresciuto perché il conflitto è stato preceduto da un forte innalzamento dei
costi dell’energia per l’Europa e, soprattutto per chi, come noi, ne produce
meno in casa. È stato preceduto da crescenti tensioni nel Mediterraneo e ora
gran parte del Mar Nero è chiuso ai traffici. Così come sono crollati i commerci
con la Russia e con l’Ucraina». Mentre i prezzi «delle materie prime, non solo
di quelle energetiche, sono esplosi. A questo punto è evidente che la durata
della guerra e il modo in cui si concluderà influenzeranno molto gli andamenti
dell’economia europea e italiana» dice in un’intervista al Quotidiano nazionale.
Per il presidente dell’Abi «l’obiettivo è sostenere le imprese nell’immediato
sulla base degli interventi realizzati nella pandemia e, dunque, utilizzando i
veicoli operativi, i canali e i metodi collaudati nel biennio. Perché hanno
funzionato per salvaguardare l’occupazione e favorire la ripresa. Senza
contare che hanno fatto salire gli incassi fiscali. Basta rivitalizzare quel circuito
virtuoso». Per Patuelli, quindi, «si devono riattivare o prorogare gli interventi
del maxi decreto legge dell’8 aprile 2020».

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