CURIOSITA’ E DISCUSSIONI – Qual’è la differenza tra inflazione e deflazione?

Qual’è la differenza tra inflazione e
deflazione?

La stretta attualità impone particolare attenzione ad alcuni temi economici che
sono sempre più centrali nel dibattito pubblico. Scopriamo qual è la differenza
tra inflazione e deflazione per capire quali sono le loro conseguenze sulla
moneta attraverso alcuni esempi.
Per capire quale sia la differenza tra inflazione e deflazione bisogna partire
dal significato di entrambe. L’inflazione è il termine con il quale viene
segnalato l’aumento continuo e generalizzato dei prezzi che tende a ripetersi
nel corso del tempo, che corrisponde a un aumento della velocità di crescita
dei prezzi. Al contrario, si parla di riduzione dell’inflazione quando i prezzi, pur
aumentando, crescono a una minor velocità.
Con il termine deflazione, invece, viene indicato il fenomeno economico
opposto, ovvero una prolungata e generalizzata riduzione dei prezzi. In
linea generale questo scenario è accompagnato da una diminuzione della
produzione o da un rallentamento della sua crescita. In ogni caso, la
deflazione non va confusa con la disinflazione, che rappresenta invece un
semplice rallentamento del tasso di inflazione.
La differenza tra inflazione e deflazione, quindi, risiede nel significato
stesso dei due termini che, di fatto, sono contrari. Ma quando si verifica una o
l’altra situazione? L’inflazione, tendenzialmente, non ha una causa unica, ma
può essere generata da diversi fattori come un eccesso di moneta in
circolazione, un aumento dei costi di produzione (per un aumento dei salari o
del costo delle materie prime).
Tuttavia, il calo del potere di acquisto con l’inflazione si configura quando i
salari non aumentano alla stessa velocità dei prezzi. L’aumento dei salari,
però, può spingere le imprese a riversare l’aggravio dei costi sul livello dei
prezzi, generando nuova inflazione e imponendo un ulteriore rialzo dei
redditi indicizzati, rischiando che il livello dei prezzi sfugga al controllo delle
autorità economiche e il Paese entri in situazioni di inflazione galoppante
(con tassi superiori al 5%) o addirittura di iperinflazione (superiori al 20%).
In maniera del tutto speculare, la deflazione rappresenta invece una
riduzione del livello dei prezzi, che generalmente va di pari passo a una
flessione accentuata dell’attività economica e dell’occupazione (da non
confondere con la disinflazione, che è una politica economica adottata per
contenere l’inflazione), anche se non necessariamente questo si debba
tradurre in una diminuzione dei prezzi.
La deflazione può dipendere da una riduzione dei costi di produzione,
dall’adozione di metodi di produzione innovativi o da sistemi organizzativi
migliori, oppure dal calo dei prezzi delle materie prime. Può verificarsi anche
in presenza di una caduta della domanda aggregata che crea pressione per
un calo dei prezzi e dei salari, poiché i produttori con un eccesso di capacità
produttiva cercano di sollecitare la domanda con prezzi più bassi.
fonte: IDEALISTA/NEWS

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