CREDITO ED INCENTIVI – Bonus beni strumentali in chiave Industria4.0: come funziona

Bonus beni strumentali in chiave Industria
4.0: come funziona

di Sara Nuzzaci, Filippo Tripoli e Gerardo Zamponi – KPMG, Tax&Legal,
PNRR Service Line
Via libera alle tecnologie di nuova generazione: le imprese, infatti, sono
incentivate sempre più a investire in beni materiali e immateriali aventi le
caratteristiche previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 fino al
prossimo 2026. Con il PNRR sono stanziati importi significativi, superiori
ai 10 miliardi di euro, per gli investimenti da effettuarsi in ottica
Transizione 4.0 al fine di promuovere la digitalizzazione e migliorare i
propri prodotti e/o processi produttivi innalzando, così, la competitività e
produttività del Made in Italy
Con la componente n. 2 denominata “Digitalizzazione, innovazione e
competitività nel sistema produttivo” della missione 1 “Digitalizzazione,
innovazione, competitività, cultura e turismo” del PNRR, continua la quarta
rivoluzione industriale promossa dal MISE con il Piano Nazionale Industria
4.0.
Lo stanziamento di circa 13 miliardi di euro – al quale si aggiungono ulteriore 5
miliardi di euro finanziati dal Fondo Complementare – ha l’obiettivo di
promuovere il trasferimento tecnologico e la trasformazione digitale dei
processi produttivi delle imprese, potenziando tutte le misure già previste dal
Piano Nazionale Industria 4.0.
Le finalità sono molteplici, partendo dagli incentivi fiscali relativi alla ricerca e
sviluppo, all’innovazione tecnologica e alla transizione ecologica,
all’effettuazione di investimenti in beni materiali e immateriali in chiave 4.0,
fino alla formazione del personale al fine di acquisire e/o consolidare le
conoscenze in tecnologie rilevanti (i.e. analisi dei big data e dei dati,
interfaccia uomo-macchina, l’IoT, l’integrazione digitale dei processi aziendali
e la sicurezza informatica).
Le nuove tecnologie legate al paradigma 4.0 – quali ad esempio i big data e
l’analisi dei dati, la robotica e l’automazione avanzata nonché
l’interconnessione di dispositivi e sensori intelligenti – sono già ampiamente
disponibili e presenti sul mercato, ma la loro applicazione risulta essere
ancora limitata a determinati processi e settori del comparto produttivo
italiano.
La possibilità di interconnettere macchinari, impianti, sistemi logistici e, inoltre,
l’interno “sistema fabbrica” permette alle imprese il raggiungimento di nuovi
obbiettivi in termini di maggiore produttività e competitività sul mercato, di
efficientamento energetico e di ottimizzazione dei flussi di
approvvigionamento.
Tutto ciò superando la tradizionale idea di sostituire un vecchio macchinario
con uno all’avanguardia, per arrivare ad una combinazione di diverse
tecnologie nell’ottica di creare un vero e proprio sistema integrato.
Bonus investimenti in beni strumentali 4.0
In merito all’acquisto di beni materiali e immateriali in chiave 4.0, la legge n.
178 del 30 dicembre 2020 (legge di Bilancio 2021) ha modificato la disciplina
del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali destinati a
strutture produttive ubicate sul territorio italiano, prorogando l’agevolazione
fiscale fino al 2022, potenziando aliquote agevolative e incrementando
l’ammontare delle spese ammissibili.
La platea dei soggetti beneficiari è ampia, dal momento che possono
accedere allo strumento agevolativo in parola tutte le imprese residenti nel
territorio dello Stato – incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti

  • indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla
    dimensione e dal regime di determinazione del reddito d’impresa adottato.
    Le aliquote agevolative per i beni materiali aventi le caratteristiche Industria
    4.0 variano a seconda dell’anno in cui viene effettuato l’investimento:
  • per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021 (o
    termine “lungo” del 30 giugno 2022) il credito d’imposta è previsto nella misura
    del 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 30% per investimenti tra 2,5
    e 10 milioni di euro; 10% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro.
  • per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (o
    termine “lungo” del 30 giugno 2023) il credito d’imposta è previsto nella misura
    del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 20% per investimenti tra 2,5
    e 10 milioni euro; 10% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro.
    L’aliquota prevista per i beni immateriali 4.0, invece, è pari al 20% per
    investimenti fino a 1 milione di euro, effettuati dal 16 novembre 2020 al 31
    dicembre 2022 (o termine “lungo” del 30 giugno 2023).
    Molteplici sono anche le modalità di effettuazione degli investimenti, i quali
    possono essere effettuati dalle imprese mediante il semplice acquisto del
    bene o attraverso la sottoscrizione di un contratto di leasing o di appalto, fino
    ad arrivare alla costruzione in economia.
    Aspetto da sottolineare attiene la modalità di fruizione del beneficio, dal
    momento che le imprese beneficiarie possono utilizzarlo esclusivamente in
    compensazione tramite F24, in un numero di quote annuali di pari importo
    (variabile a seconda dell’anno in cui saranno effettuati e interconnessi gli
    investimenti).
    Oltre a quanto precedentemente descritto, sono varie le caratteristiche e le
    peculiarità dello strumento agevolativo, basti pensare al trattamento degli
    oneri accessori correlati all’investimento nonché a tutti gli aspetti tecnici che
    riguardano l’interconnessione dei beni, presupposto fondamentale per poter
    usufruire del beneficio.
    Una misura valevole – come indicato con la bozza del disegno di legge di
    Bilancio 2022 – fino al 2025, con una rimodulazione delle aliquote.
    In particolare, la proposta al vaglio del legislatore prevede, per gli investimenti
    in beni materiali 4.0 effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31
    dicembre 2025 (ovvero entro il termine “lungo” del 30 giugno 2026), che il
    credito d’imposta sia riconosciuto nella misura del 20% del costo, per la quota
    di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; nella misura del 10% del costo, per la
    quota di investimenti superiori a 2,5 e fino a 10 milioni di euro; e nella misura
    del 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 e fino a 20 milioni
    di euro.
    Con riferimento ai beni immateriali 4.0, la proposta prevede che il credito
    d’imposta rimanga nella misura del 20%, con limite massimo annuale di costi
    pari a 1 milione di euro, per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2023
    mentre, per gli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025, l’aliquota scenderà
    rispettivamente al 15% e al 10%.
    Insomma, sono numerose le opportunità per promuovere la crescita
    tecnologica delle imprese italiane in chiave Industria 4.0, che si estendono
    fino al 2026 ma, per pianificare e massimizzare al meglio l’effettuazione degli
    investimenti nonché per cogliere ulteriori chance economiche e fiscali previste
    dal PNRR, risulta fondamentale l’intervento della figura del consulente – vista
    anche la natura fiscale del beneficio e i tecnicismi dello stesso – per
    supportare le imprese che intendono improntare la propria azienda in ottica
    4.0.
    fonte: IPSOA

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