Lavoro part time, Orlando: in arrivo un
bonus di 550 euro per il contratto verticale
ciclico
di Francesco Rodorigo – LEGGI E PRASSI
Il Ministro del Lavoro, Orlando, è intervenuto alla Camera durante il
question time del 22 giugno 2022 sul riconoscimento di un sostegno
economico per i lavoratori con contratto di lavoro part time verticale
ciclico. In arrivo un bonus una tantum da 550 euro, la proposta che
renderebbe operativo il fondo previsto dalla Legge di Bilancio 2022 è
stata inserita in un emendamento al Decreto Aiuti, in esame al
Parlamento, e dovrà essere valutata dal MEF
Lavoro part time, in arrivo un bonus una tantum di 550 euro per i lavoratori
con contratto verticale ciclico.
Questi non devono avere rapporti di lavoro dipendente né percepire
trattamenti di disoccupazione o pensionistici.
I chiarimenti arrivano dal Ministro del lavoro, Andrea Orlando, intervenuto alla
Camera il 22 giugno 2022.
La Legge di Bilancio 2022 ha istituito un Fondo dedicato al sostegno di questa
categoria di lavoratori che prevede uno stanziamento di 30 milioni di euro. La
misura risponde all’esigenza di un indennizzo economico per i periodi di
sospensione dell’attività.
Per rendere operativo il Fondo non basta un semplice decreto attuativo del
Ministero ma serve una proposta normativa che possa includere il maggior
numero di beneficiari possibile e con obiettivi ben definiti. La proposta è stata
costruita con la collaborazione dell’INPS ed ora è in attesa della valutazione
da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Lavoro part time: Orlando, in arrivo un bonus di 550 euro per il
contratto ciclico verticale
I lavoratori con contratto part time verticale ciclico riceveranno un bonus
una tantum di 550 euro a sostegno per i periodi di sospensione dell’attività
lavorativa.
A confermarlo è il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il quale è intervenuto
sul tema durante l’interrogazione alla Camera del 22 giugno 2022.
Sono molti i lavoratori impiegati con questa tipologia di contratto, che spesso
viene imposta, in particolare nei settori del commercio, del turismo e dei
servizi dove è frequente l’interruzione delle attività e di conseguenza la
sospensione della retribuzione. Ad esempio, il caso dei lavoratori delle mense
scolastiche che si trovano senza redditi per 4 mesi l’anno.
Il Ministro comunica che si è concluso recentemente un tavolo di confronto
con i sindacati per individuare la platea dei beneficiari e il perimetro
dell’intervento.
La misura costruita, in collaborazione con l’INPS, è rivolta al maggior numero
di beneficiari possibile nel limite delle risorse disponibili. Questa prevede per il
2022 un indennizzo una tantum di 550 euro a favore dei lavoratori che hanno
avuto un contratto di lavoro a tempo parziale verticale ciclico nell’anno
precedente a quello di riferimento.
In questo anno, i lavoratori devono aver lavorato part time per almeno 7
settimane e massimo 20. Inoltre, alla data della domanda non devono risultare
titolari di rapporti di lavoro dipendente né percepire NASpI o altri trattamenti
pensionistici.
Il bonus verrà erogato dall’INPS e non sarà calcolato nel reddito.
Lavoro part time: la proposta normativa per il bonus è inserita nel
Decreto Aiuti
Al Ministro Orlando è stato chiesto quali fossero i tempi per l’emanazione del
decreto attuativo per rendere operativo il Fondo per il sostegno di questa
categoria di lavoratori previsto dalla Legge di Bilancio 2022.
Questo prevede uno stanziamento di 30 milioni di euro per gli anni 2022-2023
e come specificato al comma 971 l’intervento deve essere attuato con un
apposito provvedimento normativo.
Orlando spiega come non sia sufficiente un semplice decreto attuativo da
parte del Ministero, ma di come ci sia bisogno di una legge. A questo
proposito, prima di iniziare l’operazione era necessario definire l’obiettivo
dell’intervento, la platea dei beneficiari e la misura di sostegno.
La proposta normativa che mira ad includere la platea di beneficiari più ampia
possibile è stata inserita in un emendamento alla conversione in legge del
Decreto Aiuti, che si trova in corso d’esame al Parlamento e dovrà essere
valutata dal MEF.
La misura potrà essere replicata anche nel 2023, con le stesse modalità o in
modo differente a seconda dei dati emersi dal monitoraggio.
Sul tema però, sottolinea Orlando, il Ministero è impegnato a realizzare
interventi più organici e complessivi in modo da uscire dalla logica dei bonus e
dei provvedimenti temporanei. C’è bisogno di rafforzare le tutele previdenziali
e retributive dei lavoratori appartenenti a questa categoria e di contrastare i
fenomeni di lavoro povero.
fonte: INFORMAZIONE FISCALE