Istat, sale il reddito delle famiglie ma si
riduce potere d’acquisto
Nel primo trimestre 2022, diminuisce il rapporto deficit/pil ma sale la pressione
fiscale al 38,4%. Consumatori: ‘Frena il potere d’acquisto delle famiglie, è solo
un primo passo.
Nel primo trimestre 2022 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato
del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, per effetto del
generalizzato aumento dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie è
cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente.
La propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 12,6%, in
aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di
una crescita della spesa per consumi finali più debole rispetto a quella del
reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente). E’ quanto emerge dai
dati diffusi dall’Istat.
“Il rallentamento della crescita del potere d’acquisto è solo il primo passo
verso la sua inevitabile caduta. L’inflazione oramai alle stelle avrà come
conseguenza quella di portare in territorio negativo il potere d’acquisto, mentre
i consumi formalmente reggeranno ancora per qualche trimestre, gonfiati
dall’aumento dei prezzi”: lo afferma in una nota Massimiliano Dona,
presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati diffusi
dall’Istat oggi. “Per questo il Governo deve fare di più. Il bonus di 200 euro è
insufficiente per invertire questa rotta”, conclude Dona.
Nel primo trimestre del 2022, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche
sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali per il consistente
aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite.
Secondo quanto rileva l’Istat, la pressione fiscale si attesta al 38,4% del Pil,
in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2021.
Complessivamente, nel primo trimestre del 2022, le Amministrazioni
pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -9,0% del Pil,
in miglioramento rispetto al -12,8% del corrispondente periodo del 2021.
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