ANALISI E COMMENTI – Metalmeccanica, guerra e caro prezzi frenano la produzione, Visentin: “Servono politiche per stimolare la crescita”

Metalmeccanica, guerra e caro prezzi frenano
la produzione, Visentin: “Servono politiche per
stimolare la crescita”


di Michelle Crisantemi
Nel 2022 la produzione metalmeccanica si è ridotta dello 0,4%, nonostante
l’incremento dell’1,3% registrato nel quarto trimestre: è quanto sottolinea la
165° indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria
metalmeccanica.
La contrazione, in linea con il dato della produzione industriale, evidenzia le
difficoltà che nel 2022 hanno dovuto affrontare le imprese del settore: il
71%, infatti, registra un impatto significativo dei rincari dei prezzi delle materie
prime e dell’energia sui costi di produzione, mentre il 64% subiscono riduzioni
dei margini sempre per effetto dei rincari dei prodotti energetici.
Nonostante ciò, il numero delle imprese che prevede di effettuare
investimenti nei prossimi sei mesi è in aumento e ha raggiunto il 70%
delle imprese associate a Federmeccanica. Efficienza energetica e
sostenibilità sono le principali aree di investimento.
Il 2022 della metalmeccanica italiana
Nel 2022, l’attività produttiva metalmeccanica è stata caratterizzata da
dinamiche piuttosto altalenanti nel corso dell’anno, sia in termini tendenziali
sia congiunturali, che hanno determinato una riduzione della produzione
dello 0,4% rispetto al 2021, un risultato sostanzialmente in linea con quanto
fatto registrare dall’intero comparto industriale (-0,3%).
Nel quarto trimestre dell’anno, la produzione metalmeccanica è aumentata
dell’1,3% rispetto al terzo, quando aveva fatto segnare un contenuto +0,4%.
Dal confronto tendenziale (con il quarto trimestre del 2021) emerge una
variazione del +0,2% dopo i cali dell’1,2% e dell’1,9% rispettivamente nel
secondo e terzo trimestre 2022.
Malgrado le tendenze positive, nell’ambito dell’aggregato metalmeccanico
sono stati osservati andamenti differenziati tra i vari comparti.
In particolare, le attività della Metallurgia, negli ultimi due trimestri del 2022
hanno segnato cali tendenziali produttivi a doppia cifra (-16,5%), non registrati
altrove nel settore.
Il confronto con gli altri Paesi UE
A livello europeo, nella media dell’anno, la flessione produttiva registrata per
il settore metalmeccanico si confronta con i risultati positivi realizzati dai
principali Paesi della UE.
Nello specifico, a fronte della flessione riportata dalla metalmeccanica italiana,
si registra un aumento della produzione del 3,7% in Spagna, del 2,2% in
Francia e dell’1,8% in Germania.
Nel complesso, nell’UE la produzione metalmeccanica ha registrato nel 2022
un aumento del 2,8%.
L’andamento dell’import/export
I livelli produttivi raggiunti nel 2022 sono stati positivamente influenzati dalle
esportazioni, che nel confronto con il 2021 hanno fatto registrare un +14,4%,
mentre le importazioni sono cresciute del 19,7% determinando un saldo
commerciale attivo di quasi 45 miliardi di euro.
Il rapporto sottolinea che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati
influenzati dalla crescita dei valori medi unitari.
Il sentiment delle imprese sulle prospettive a breve termine
Le prospettive a breve emerse dalla consueta indagine congiunturale,
condotta presso un campione di imprese metalmeccaniche associate,
indicano un’attenuazione della fase negativa della congiuntura settoriale,
così come osservata nei trimestri precedenti.
Nel dettaglio:
● il 32% delle imprese intervistate si dichiara soddisfatto del proprio
portafoglio ordini
● il 28% prevede incrementi di produzione a fronte del 18% che
pronostica riduzioni
● il 22% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli
attuali livelli
occupazionali
Si attenua la quota di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione
della liquidità aziendale (10% rispetto al precedente 14%), ma i livelli
rimangono più elevati rispetto al passato.
Il 70% delle imprese ha intenzione di investire nei prossimi sei
mesi
Al fine di valutare l’impatto dell’attuale fase economica sull’attività di
investimento delle imprese metalmeccaniche, Federmeccanica ha inserito
alcune domande specifiche nel questionario dell’indagine congiunturale a cui
hanno partecipato oltre 500 imprese.
La quota di imprese rispondenti che prevede di attuare forme di
investimento nei prossimi sei mesi è aumentata rispetto allo scorso
trimestre passando dal 64% di fine settembre all’attuale 70%.
Con riferimento alla tematiche ambientali, nel 63% dei casi le attività di
investimento avranno ricadute positive sia sul risparmio energetico sia sulla
sostenibilità ambientale.
Il 29% delle imprese si focalizzerà solo sul risparmio energetico e il
restante 8,0% invece sulla sostenibilità ambientale intesa come
riorganizzazione del processo produttivo e/o adozione di nuovi modelli di
produzione; utilizzo materie prime seconde (es. recupero e riutilizzo scarti del
processo produttivo); contenimento emissioni atmosferiche; riutilizzo/riciclo
acque di scarico; ecc.
Per quanto riguarda le altre aree di investimento, il 32% degli investimenti
sarà destinato ad accrescere il capitale fisso (capannoni, macchinari ecc.), per
il 25% in tecnologia e digitalizzazione (es. Industria 4.0).
Seguono gli investimenti in formazione (21%), in ricerca e sviluppo (19%) e
altre allocazioni (3%).
Impatto del rincaro dei prezzi delle materie prime e del conflitto
russo-ucraino
Nel quarto trimestre del 2022 la percentuale di imprese sofferenti per i costi
dell’energia è sempre molto alta e pari al 71%, nonostante l’attenuazione
registrata dei prezzi sui mercati internazionali.
Nel 51% dei casi gli elevati costi delle materie prime e dell’energia hanno
comportato la riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva, nel
20% si è verificata una riduzione dell’attività di investimento, mentre il 22% ha
dichiarato altre conseguenze.
È rimasta invariata, e pari all’8%, la percentuale di imprese che ha indicato
come possibile conseguenza l’interruzione dell’attività aziendale.
L’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche continua a
ripercuotersi sui prezzi alla produzione e nel settore metalmeccanico, che
risulta il maggior utilizzatore di metalli, nel 2022 i prezzi alla produzione sono
aumentati in termini tendenziali del 12,3%.
Tali dinamiche hanno un impatto negativo sulla competitività di molte
imprese con ricadute sui margini di profitto già condizionati dai costi
dell’energia: il 64% delle imprese ha registrato una riduzione del Margine
Operativo Lordo.
Infine, il 43% delle imprese partecipanti all’indagine sta risentendo delle
ripercussioni del conflitto russo-ucraino: il 57% prevede una contrazione
dell’attività produttiva, mentre il 4% corre il rischio di doverla interrompere.
Il 9% prospetta la riduzione dell’attività di investimento e nel 30% dei casi si
sono verificati altri effetti.
Visentin: “Servono politiche industriali per stimolare la
crescita”
“Non avremmo voluto vedere un segno meno davanti al dato della produzione
industriale del 2022, non vorremmo continuare a vedere nei nostri bilanci
quella stretta sui margini – determinata ancora in larga misura dai costi
dell’energia e delle materie prime – che continua ad essere significativa,
lasciando così un’ombra lunga sulle prospettive positive. È difficile, molto
difficile, registrare che buoni ordinativi non portino con sé un’adeguata
redditività”, commenta il Presidente di Federmeccanica, Federico Visentin.
Visentin sottolinea come, nonostante questa situazione di difficoltà, le imprese
del settore abbiano continuato a investire ma, al tempo stesso, lancia un
appello affinché non si sottovaluti la situazione.
“Servono azioni di sistema per affrontare le emergenze, e politiche
industriali per stimolare la crescita dell’Industria. L’erosione dei margini
rispetto ai livelli di produzione è un fenomeno che si potrebbe assimilare agli
effetti negativi prodotti dal cuneo fiscale, che nel nostro Paese è sempre
troppo alto. Anche su questo punto non possiamo abbassare la guardia,
per le persone che lavorano e per la competitività delle imprese che
producono. C’è quindi ancora tanto da fare, non si può stare fermi, si deve
andare avanti e lo si deve fare insieme”, aggiunge.

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