ANALISI E COMMENTI – Speciale elezioni 2022. Le proposte per la sanità nei programmi di Centro Destra, Centro Sinistra, Cinque Stelle e Azione – Italia Viva

Speciale elezioni 2022. Le proposte per la
sanità nei programmi di Centro Destra, Centro
Sinistra, Cinque Stelle e Azione-Italia Viva


Molte differenze ma anche molte le convergenze se non altro su alcuni
obiettivi: riforma della sanità territoriale, potenziamento organico degli
operatori sanitari e superamento delle liste di attesa sono presenti in tutti e
quattro i programmi e questo dovrebbe far ben sperare sul fatto che, al di là di
chi vinca le elezioni, queste riforme e questi interventi (alcuni dei quali in
agenda da anni) trovino finalmente soluzioni idonee e stabili nel tempo
Sono pronti i programmi per le elezioni politiche del 25
settembre messi a punto dai quattro principali partiti/coalizioni: Centro-Destra,
Centro-Sinistra, Cinque Stelle e Azione-Italia Viva.
Per la sanità si nota un approccio al tema molto diverso tra i diversi
schieramenti, con Centro Sinistra e Azione-Italia Viva che si presentano agli
elettori con un programma più dettagliato cui fa riscontro uno stile più asciutto
del Centro Destra e dei Cinque Stelle.
Ma sono comunque molte le convergenze se non altro su alcuni
obiettivi: riforma della sanità territoriale, potenziamento organico degli
operatori sanitari e superamento delle liste di attesa sono presenti in tutti e
quattro i programmi e questo dovrebbe far ben sperare sul fatto che, al di là di
chi vinca le elezioni, queste riforme e questi interventi (alcuni dei quali in
agenda da anni) trovino finalmente soluzioni idonee e stabili nel tempo.
Poi ci sono delle specificità, come il richiamo alla farmacia dei servizi
(Centro Sinistra) o alla necessità di un nuovo Piano pandemico e della
revisione del Piano oncologico (Centro Destra) o della istituzione di una
“protezione civile sanitaria” (Azione-Italia Viva) o per evitare commistioni tra
sanità e politica (Cinque Stelle).
Lontani su quasi tutto, Cinque Stelle e Azione.Italia Viva, si ritrovano invece in
assonanza nel richiedere la riforma del titolo V per ridare più poteri allo Stato
in materia sanitaria.
Mentre del ticket, tema spesso cliccato nelle precedenti elezioni, se ne occupa
solo il Centro Destra che annuncia la volontà di ampliare il paniere delle
prestazioni sanitarie esenti.
Di seguito il testo integrale dei quattro programmi sanitari del Centro Destra –
sottolineando che a questo programma di coalizione si aggiungeranno
successivamente quelli dei singoli partiti (la Lega lo ha già presentato mentre
Forza Italia e Fratelli d’Italia lo stanno ultimando in questi giorni) –; del
Centro Sinistra (quello che presentiamo è quello espresso dal PD attorno al
quale convergono le forze politiche che si sono alleate nello schieramento
progressista e tra queste Sinistra Italiana ed Europa Verde che hanno
presentato anche un loro programma); del Movimento Cinque Stelle e della
coalizione Azione-Italia Viva.
La sanità per il Centro Destra
• Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento
della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori
sanitari
• Aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e revisione del Piano
sanitario nazionale
• Oltre la pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di
screening, abbattimento dei tempi delle liste di attesa
• Estensione prestazioni medico sanitarie esenti da ticket
• Contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di
comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione
meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti – senza compressione
delle libertà individuali
• Riordino delle scuole di specializzazione dell’area medica
• Revisione del piano oncologico nazionale
La sanità per il Partito Democratico
La salute rappresenta un bene pubblico fondamentale per la qualità delle
nostre vite e per le politiche pubbliche di coesione.
Continueremo a promuovere il diritto alla salute di tutte e di tutti, rafforzando il
Servizio Sanitario Nazionale e potenziando la medicina del territorio. Nel vivo
della pandemia sono state fatte scelte in chiara discontinuità con le politiche
degli ultimi quindici anni. Anzitutto, aumentando il Fondo Sanitario Nazionale
di 10 miliardi di euro in soli tre anni, cui si sono aggiunti 20 miliardi del PNRR.
Negli ultimi 2 anni, con 30.800 nuove borse studio, è stato finalmente
superato lo storico problema dell’imbuto formativo che limitava l’accesso alle
scuole di specializzazione dei neolaureati in medicina. Adesso, forti di questo
risultato che ci consente di guardare con maggiore fiducia al futuro della
sanità pubblica, serve uno sforzo straordinario per superare l’attuale
condizione di stanchezza ed insoddisfazione delle professioni sanitarie messe
a dura prova dall’emergenza Covid.
Ci impegniamo a superare il modello di programmazione della spesa sanitaria
costruita per comparti chiusi e tetti di spesa. In modo particolare, il tetto sulla
spesa per il personale sanitario ha rappresentato un ostacolo al rafforzamento
del Servizio Sanitario Nazionale.
Investiremo sulle Case della Comunità come modello in grado di farsi
prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e
multidisciplinarietà. Finanzieremo un Piano straordinario per il personale del
Ssn, superando definitivamente i tetti di spesa in vigore da più di 10 anni,
riducendo il ricorso a personale non strutturato (lavoratori precari,
collaborazioni esterne ed esternalizzazioni), rafforzando ed incentivando la
presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di
comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro. Un Piano
finanziato attraverso un adeguato incremento del Fondo Sanitario Nazionale,
affinché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza.
Lanceremo un piano straordinario per la salute mentale, per promuovere
presa in carico e inclusione attraverso lo sviluppo di modelli organizzativi di
prossimità, con Centri di Salute Mentale di piccola scala, fortemente radicati e
integrati nelle comunità.
Approveremo la riforma della non autosufficienza proposta dal Ministro
Orlando con un incremento del finanziamento pubblico per l’offerta di
interventi e servizi e garantiremo riconoscimento e tutele ai caregiver.
Ci impegniamo a dimezzare al 2027 i tempi massimi delle liste di attesa per
esami diagnostici e interventi, riformando l’attuale Piano Nazionale Governo
Liste d’Attesa con l’introduzione di un sistema di incentivi-sanzioni e di
mobilità tra strutture sanitarie. Completeremo la transizione digitale già avviata
per agevolare il lavoro dei professionisti e l’accesso al sistema e alle cure
della popolazione, valorizzando telemedicina, COT, teleassistenza,
telemonitoraggio e teleconsulto, e potenzieremo l’Assistenza territoriale in
tutto il territorio nazionale, per dare concreta attuazione alla sfida della
prossimità delle cure. Tra le misure che proponiamo c’è l’istituzione di uno
psicologo per le cure primarie e contratti di lavoro formativo con le opportune
tutele. Anche alla luce di quanto emerso dal lavoro della Commissione Paglia,
vogliamo dare una risposta ai bisogni della persona anziana.
Svilupperemo la farmacia dei servizi, come struttura di prossimità della rete
territoriale in raccordo con le Case di Comunità e con la rete delle farmacie
italiane.
Per realizzare questi obiettivi, è necessario adeguare il finanziamento del
Sistema Sanitario Nazionale, allineandolo progressivamente ai grandi Paesi
europei, e rafforzare la sua capacità di garantire il diritto alla salute in maniera
più omogenea in tutte le Regioni.
La sanità per i Cinque Stelle
Dalla parte della salute: per il diritto universale alle cure, per una sanità
territoriale e nazionale.
● Basta interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari.
● Riforma titolo V della Costituzione per riportare la salute alla gestione
diretta dello Stato ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi
regionali, a maggior ragione emerse con la pandemia.
● Potenziamento e accessibilità alle terapie innovative e avanzate.
● Incentivi per i pronto soccorso.
● Aumento delle retribuzioni per il personale sanitario.
La sanità per Azione Italia Viva
La pandemia COVID-19 ha reso evidente come la vulnerabilità di un sistema
sanitario possa avere profonde ripercussioni, sia sulla salute degli individui,
che sulla crescita economica e sociale. Sono forti le diseguaglianze relative
all’accesso e alla qualità delle cure, l’inadeguatezza dell’assistenza territoriale,
la scarsa integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale,
l’impressionante carenza di personale. Per questo riteniamo necessario:

  1. Riformare i meccanismi di governance e coordinamento tra Stato e
    regioni
    Ridefinire la disciplina di competenza di Stato e Regioni con riferimento ed
    oltre al titolo V della Costituzione Italiana. In particolare, è necessario
    riconoscere allo Stato funzioni di analisi di dati e bisogni, valutazione delle
    tecnologie sanitarie, indirizzo e coordinamento delle Regioni. Alle Regioni si
    riconosce la funzione di erogazione e gestione dei servizi, con il conferimento
    di accreditamento in base a criteri oggettivi ed esigenze territoriali. Nel caso in
    cui le Regioni non siano in grado di garantire l’erogazione dei LEA, va
    riconosciuta allo Stato la possibilità di intervenire.
  2. Rapporto tra medicina ospedaliera, assistenza primaria, medicina
    territoriale e servizi sociali
    Il nostro impegno è per una Sanità in grado di assicurare un continuum
    assistenziale tra casa del paziente, territorio, ospedale e viceversa. È quindi
    necessaria una riorganizzazione dell’assistenza territoriale in ottica di
    prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità delle
    cure. Sono inoltre necessari investimenti sull’assistenza residenziale e
    domiciliare per la popolazione fragile, finalizzati ad abbattere le esistenti
    barriere di accesso alle cure attribuibili ad importanti diseguaglianze
    geografiche e sociali. In particolare, sono necessari investimenti in edilizia
    sanitaria/abitativa per superare la logica della istituzionalizzazione, con
    modelli abitativi per la popolazione anziana che integrino assistenza sociale e
    sanitaria. Urge una revisione della Medicina Generale, distinguendo le
    cronicità di base da quelle di carattere specialistico che saranno prese in
    carico, sul territorio, da esperti delle varie professioni sanitarie, dagli specialisti
    ambulatoriali e dai medici di laboratorio, con il supporto della rete delle
    farmacie. In questo quadro, occorre adottare indicazioni nazionali prescrittive
    sulla funzione delle Case della Comunità previste da PNRR, che siano
    proiettate all’esterno con nuove professionalità, come ad esempio lo
    Psicologo di Base, e con personale presente con un medesimo sistema di
    guardia notturna e emolumento adeguato a tali ulteriori funzioni. Vanno inoltre
    incentivate le aggregazioni professionali. Infine, è necessaria un’integrazione
    della rete di servizi sociali e sanitari, coinvolgendo specialisti multidisciplinari,
    di concerto con i MMG.
  3. Rapporto tra pubblico e privato accreditato, sia in termini di
    finanziamento che di funzionamento
    È necessario istituire modalità più trasparenti nel differenziare servizi pubblici
    e privati in modo che questi possano collaborare in sinergia e integrarsi tra
    loro, con l’obiettivo primario di mettere al centro i bisogni del paziente e le sue
    scelte di cura in un sistema integrato pubblico/privato che garantisca a tutti la
    stessa qualità di cura e un servizio pubblico efficace ed efficiente. Inoltre,
    strategie specifiche vanno identificate per consentire al settore pubblico del
    SSN di potersi agevolmente rinnovare e dotare di ciò di cui ha bisogno in
    termini di personale e investimenti in innovazione.
  4. Strutturazione di un adeguato sistema di prevenzione e
    preparedness
    Riteniamo necessario incrementare gli investimenti e l’impegno dei servizi
    sanitari nelle attività di prevenzione e promozione della salute per garantire
    che l’obiettivo primario del nostro SSN sia la tutela della salute della
    popolazione e non la cura della malattia. Al riguardo è fondamentale investire
    in progetti e campagne di prevenzione dalle dipendenze (alcol, sostanze
    stupefacenti, internet addiction disorder, ludopatie) disturbi alimentari, infortuni
    sul lavoro e rischi ambientali. Occorre poi rafforzare la lotta
    all’antibioticoresistenza con protocolli nazionali obbligatori in tutti i presidi
    sanitari, raccolta dati centralizzata, formazione specifica degli operatori
    sanitari. Inoltre, va esteso il rafforzamento e l’integrazione degli organi tecnici
    non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo, con la creazione di
    un’Agenzia Nazionale per la prevenzione e la preparedness, per coordinare le
    attività e garantirne l’omogeneità sul territorio nazionale. In questo quadro è
    opportuno anche il ripristino degli osservatori regionali della prevenzione e
    l’implementazione di un sistema di analisi dei dati biometrici e di strutture di
    laboratorio e ambienti clinici con i più elevati livelli di biosicurezza, nonché
    investimenti in sanificazione ambientale avanzata per scuole, mezzi di
    trasporto, uffici pubblici e per dotare i presidi di emergenza di percorsi
    pandemic-free ed equipaggiare le ambulanze con sistemi di digitalizzazione e
    attrezzature per il trasporto in isolamento. Proponiamo anche l’istituzione di
    una “protezione civile sanitaria” formata da professionisti e volontari addestrati
    al contrasto alle pandemie e la previsione di una formazione continua e
    obbligatoria per il personale sanitario e sociosanitario su prevenzione e
    contrasto ai rischi pandemici. Infine, è necessario promuovere, anche a livello
    europeo, accordi di ricerca e cooperazione con Università e Centri di studio
    epidemiologico del continente africano per monitorare l’insorgenza di nuove
    malattie infettive.
  5. Formazione e la gestione delle risorse umane
    Proponiamo di valutare una più rapida ascesa di carriera in campo sanitario e
    una remunerazione adeguata al carico di lavoro e soprattutto alle
    responsabilità, così da limitare contestualmente il fenomeno dell’emigrazione
    di professionisti sanitari verso l’estero. In questo senso, particolare attenzione
    deve essere riservata al personale sanitario ospedaliero che in questi anni ha
    affrontato pressioni lavorative massacranti. Se, infatti, il PNRR prevede
    importanti investimenti nell’ammodernamento tecnologico degli ospedali, in
    parallelo, occorre un progressivo e strutturale aumento degli stipendi degli
    operatori sanitari degli ospedali, con particolare attenzione a quelli impegnati
    nei reparti di medicina d’urgenza e in quelli più soggetti a rischi di burnout.
    Inoltre, per attrarre personale straniero è necessaria una drastica
    semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei titoli di studio esteri
    per tutte le professioni sanitarie.
    È poi fondamentale una riforma dei percorsi di formazione e accesso
    prevedendo le specializzazioni cliniche, l’ampliamento delle competenze e
    delle docenze affidate ai professionisti, l’estensione della rete formativa e la
    revisione dell’iter per l’acquisizione delle specialità mediche nonché l’adozione
    di un contratto specifico di formazione e lavoro che superi il meccanismo delle
    borse di studio.
    Infine, deve essere aumentata la formazione in telemedicina e nelle
    tecnologie digitali e garantirne l’implementazione.
  6. Piano straordinario per le liste di attesa
    Per recuperare il “deficit di cure” causato dalla pandemia da COVID-19 è
    necessario varare un piano straordinario per aumentare la capacità produttiva
    di prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite di controllo e interventi.
    L’obiettivo deve essere ridurre entro un anno il periodo di attesa per tali
    prestazioni fino ad un massimo di 60 giorni per quelle programmate e di 30
    per tutte le altre. A tal fine, per un anno, in tutti i casi in cui siano superati tali
    termini, si estenderà la regola del Piano Nazionale di Governo delle Liste di
    Attesa 2019-2021 in base al quale il paziente può recarsi in una struttura
    privata convenzionata senza costi aggiuntivi.
    In parallelo occorre implementare misure di contrasto alla mancata aderenza
    ai piani terapeutici e verifica della appropriatezza delle prescrizioni attraverso
    un sistema di alert in collegamento con le farmacie e i medici di medicina
    generale, raccolta ed elaborazione statistica centralizzata dei dati relativi al
    monitoraggio dei tempi di attesa da incrociare con quelli dei Fascicoli Sanitari
    Elettronici per intervenire a livello locale in caso di anomalie riscontrate.
  7. Piano strategico nazionale per le filiere dell’innovazione
    Nonostante l’Italia sia attualmente il primo produttore europeo di farmaci, il
    sistema presenta elementi di vulnerabilità legata alla dipendenza dagli
    approvvigionamenti da Paesi extra UE di materie prime e intermedie e dalla
    sempre più forte competitività degli Stati Uniti e della Cina nel campo delle
    biotecnologie. Per questo è necessario un piano strategico nazionale per il
    sostegno alla filiera delle Scienze della Vita e dei dispositivi medici. In
    aggiunta al miliardo già stanziato, ma che da oltre un anno è bloccato – e che
    deve subito essere impiegato – occorre investire altri due miliardi di euro. In
    parallelo è fondamentale una drastica semplificazione degli adempimenti per
    l’apertura di nuovi impianti produttivi e la rimozione degli ostacoli di carattere
    burocratico che rendono l’Italia poco attrattiva per le ricerche cliniche.
    Infine, è opportuna l’istituzione di un fondo vincolato all’acquisto da parte dei
    centri accreditati di terapie avanzate e l’individuazione di modelli di accesso e
    di rimborso delle stesse che siano innovativi, così da valorizzare la
    componente di investimento di tali trattamenti.
  8. Malattie rare, tumori rari e malattie croniche invalidanti
    È urgente l’adozione di tutti i decreti attuativi del Testo Unico delle Malattie
    Rare, nonché del Secondo Piano Malattie Rare con l’incremento del relativo
    fondo. Inoltre, è necessario inserire nei LEA nuove malattie invalidanti (quali
    vulvodinia, fibromialgia, ecc.) e istituire un fondo per la sperimentazione
    triennale in ogni Regione di un nuovo sistema di LEA per pazienti con malattie
    rare o croniche invalidanti basato sui piani terapeutici personalizzati e non sul
    rigido meccanismo dell’elenco delle prestazioni riconosciute.
    Infine, è fondamentale la costituzione di un fondo strutturale vincolato
    esclusivamente allo Screening Neonatale Esteso (sul modello di quello per la
    fibrosi cistica) da ripartire tra le Regioni per l’ampliamento alla diagnosi delle
    ulteriori malattie incluse nel panel, e l’incremento del fondo dedicato al test di
    Next-Generation Sequencing.
  9. Finanziamento stabile e adeguato a medio termine
    Il SSN deve essere adeguatamente finanziato, in misura comunque non
    inferiore alla media del finanziamento dei Sistemi Sanitari dell’Unione
    Europea, in termini di entità complessiva. Inoltre, è opportuno destinare una
    quota non inferiore al 3% del Fondo Sanitario Nazionale alla Ricerca,
    riaffermando il principio che l’attività di ricerca sia parte integrante e
    fondamentale del SSN, motore virtuoso di sviluppo del Paese.
    fonte: QUOTIDIANOSANITA’.IT

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