ANALISI E COMMENTI – Tra tassi e stabilità (politica). Il futuro dell’Italia secondo Carlo Messina

Tra tassi e stabilità (politica). Il futuro
dell’Italia secondo Carlo Messina


di Gianluca Zapponini
Basta con il terrorismo da tassi, un mondo con un costo del denaro a
zero non può esistere. L’Italia ha grandi potenzialità e ora può contare su
un esecutivo stabile, che molti Paesi in Ue non hanno. L’intervento del
ceo di Intesa San Paolo al XXII Congresso della Federazione italiana dei
bancari
Non sono certo tempi facili per le banche italiane, alle prese con un doppio
problema. Primo, due anni e mezzo di pandemia, con fatturati in calo e
imprese collassate su se stesse, hanno portato a un aumento dei crediti
deteriorati, nonostante la maxi pulizia da 17 miliardi apportata nel 2021 su
scala nazionale. Il che, ovviamente, pesa sui bilanci perché un credito in
sofferenza viene quasi puntualmente svalutato e dunque non vale quando un
credito sano.
Secondo, un po’ il rovescio della medaglia, l’impennata costante dei tassi per
mano della Banca centrale europea, pone gli istituti dinnanzi a un aumento dei
margini sui prestiti ma anche alla ragionevole prospettiva di assistere sia a un
incremento delle difficoltà nell’onorare le rate da parte delle famiglie, sia a una
restrizione della domanda di finanziamenti (se un prestito costa più dell’anno
scorso, ci si pensa due volte prima di chiederlo).
Tanto è bastato a Carlo Messina, ceo della prima banca italiana, Intesa San
Paolo, a spiegare come un istituto al giorno d’oggi debba non solo difendere i
propri posti di lavoro e il proprio business. Ma anche saper cavalcare i
cambiamenti. Il manager è intervenuto a una tavola rotonda organizzata
nell’ambito del XXII Congresso della Fabi, la Federazione dei bancari italiani e
dedicata al ruolo sociale delle banche.
IL FATTORE LAVORO
“La vera domanda oggi è che cosa possiamo fare per le persone che lavorano
in banca. Occorre oggi essere certo che vengano fatte tutte le azioni
necessarie per difendere le persone che lavorano in un istituto. Questa è una
fase in cui le banche stanno guadagnando di più, proprio in virtù dell’attuale
contesto di mercato (l’aumento dei tassi, ndr). Da questo punto di vista non
vedo perché non si debba dare di più a chi lavora in una banca. Un’azienda
che ha la nostra redditività e la nostra responsabilità sociale, non può non
comprendere come un aumento dello stipendio di qualche centinaio di euro
non possa non impattare sulle finanze delle famiglie”, ha spiegato Messina.
CAVALCARE IL CAMBIAMENTO
Il discorso si è poi allargato al futuro delle banche italiane, alle prese con la
rivoluzione digitale. “Ci sono migliaia di persone che non vengono più in filiale,
perché non ne hanno più bisogno. Noi dobbiamo giocare d’anticipo, non
possiamo aspettare che i danni di una mancata interpretazione della
digitalizzazione siano conclamati. Oggi gli istituti debbono difendere il proprio
posto di lavoro e giocare d’anticipo sui grandi cambiamenti, è la prima
mossa”. Non è finita. Messina, che si è detto intenzionato a discutere proprio
con la Fabi il rinnovo del contratto nazionale con annesso aumento in busta
paga, si è spinto anche in alcune previsioni per l’economia italiana.
L’ITALIA CREDA ALL’ITALIA
“Per la forza del Paese e per la forza del risparmio delle famiglie, oggi l’Italia si
trova in una posizione unica. Abbiamo dei punti di forza importanti, più della
Germania. Se guardiamo la crescita del risparmio, vedremo che supera i costi
dei depositi. Quindi, basta stare a piangersi addosso, a pensare sempre male,
questo Paese ha grandi potenzialità. Il tema vero, semmai, è la crescita ed è
su questo che ci giochiamo tutto. Ci sono dei motori della crescita che vanno
messi a regime e se non lo si farà allora pagheremo tutto questo con una
mancanza di crescita”, ha avvertito il numero uno di Ca’ de Sass.
BOMBA O NON BOMBA SUI TASSI?
“C’è un tema poi di depositi”, ha infine spiegato Messina parlando dell’impatto
dei tassi sull’economia. “Un mondo dove i tassi sono negativi o pari a zero è
un mondo drogato, che non esiste. Oggi siamo in prossimità di un mondo
normale, dove i tassi sono tra il 2 e il 3%. Non c’è nessuna bomba innescata,
a meno che il costo del denaro non si porti al 7%. Ma finché i tassi sono
compatibili con l’inflazione è tutto molto normale. Voglio essere chiaro, ad oggi
questi tassi sono assolutamente sostenibili per la maggior parte delle
imprese”.
In tutto questo, c’è il futuro di Intesa. “Credo sia presto per dire se sarà alzato
al rialzo il target di 7 miliardi di utile netto nel 2023. Già rivedere al rialzo?
Aspettiamo di consolidare i risultati di giugno, poi vedremo”, ha affermato a
margine del Congresso. “Sicuramente – ha aggiunto – abbiamo una
prospettiva di redditività solida e sostenibile e siamo convinti che continuerà
anche nei prossimi anni, ma da questo a rivedere i target… aspettiamo di
avere un po’ più di visibilità anche su tutti i risultati dei prossimi mesi”.
GOVERNO STABILE PER ITALIA STABILE
Messina ha poi toccato le questioni più politiche. A partire da un parere sul
governo. “Mi pare ci sia un fattore importante che è rappresentato dalla
stabilità, che è un elemento che ci differenzia da tutti gli altri sistemi politici
dell’Europa di questa fase. Questo è un punto estremamente positivo, che
può consentire di avere un arco temporale pluriennale ed è solo su un arco
temporale pluriennale che si riescono a realizzare gli investimenti e a poter
accelerare la crescita del nostro Paese. Noi abbiamo moltissimi punti di forza
come Paese, però indubbiamente la crescita è indispensabile per poter
rafforzare il posizionamento del Paese in Europa e anche per ridurre le
disuguaglianze nel Paese e rendere sostenibile il nostro debito”

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