Arriva lo stop dell’Ue: il mercato libero è target del Pnrr

Arriva lo stop dell’Ue: il mercato libero è
target del Pnrr


La proroga del mercato tutelato dell’energia non sarà possibile. L’Ue
spegne gli ardori dell’opposizione e della Lega e limita nettamente un
eventuale intervento correttivo del Governo. Il tema è che la graduale
liberalizzazione del mercato dell’energia è un obiettivo che l’Italia stessa ha
messo nero su bianco nel Pnrr, non solo, è incluso nella terza rata, per la
quale Bruxelles ha già erogato, lo scorso ottobre, i 18,5 miliardi previsti. Un
cambio in corsa, sebbene la Commissione abbia dimostrato flessibilità, questa
volta è quasi impossibile. Per l’Ue il mercato libero dell’energia, non è così
dannoso: “La graduale eliminazione dei prezzi regolamentati dell’energia
elettrica, che mira ad aumentare la concorrenza sul mercato, è una pietra
miliare che fa parte del più ampio pacchetto di leggi sulla concorrenza incluso
nel Pnrr”, ha spiegato una portavoce della Commissione, secondo la quale
inoltre “i prezzi dell’elettricità sul mercato libero sono significativamente più
bassi rispetto al mercato regolamentato, a vantaggio dei consumatori e delle
imprese”, una posizione che era chiara a Palazzo Chigi: “Il governo si farà
comunque carico della tutela dei soggetti vulnerabili”, ha spiegato il senatore
di Fdi Andrea De Priamo.
Uno spazio di manovra i Paesi membri ce l’avrebbero, ma solo per le aziende:
solo pochi giorni fa la Commissione, dopo aver consultato i 27, ha approvato
una proroga di sei mesi del Quadro temporaneo di aiuti di Stato, per
consentire agli Stati membri Ue di continuare a concedere aiuti limitati contro
gli elevati prezzi dell’energia. In via generale, tuttavia, per le categorie
cosiddette non vulnerabili si va verso il mercato libero. “La nostra idea, dati
alla mano, è che la liberalizzazione farà diminuire i prezzi. Mi pare che il
Ministro Gilberto Pichetto Fratin abbia lavorato bene. Poi bisogna rispettare
gli impegni presi con l’Europa, con il Pnrr”, ha spiegato il vicepremier e
ministro degli Esteri Antonio Tajani poco prima che si pronunciasse Palazzo
Berlaymont. “Lavori in corso, lavori in corso. È un momento di difficoltà
economica per tante famiglie”, ha invece spiegato Matteo Salvini puntando il
dito sugli esecutivi precedenti a quello Meloni: sull’energia elettrica è stata
“una scelta, ahimè, fatta da governi di sinistra precedenti cui stiamo cercando
di porre rimedio”. E anche nell’opposizione l’intervento di Bruxelles è arrivato
come una doccia fredda: “Nel caso delle bollette la responsabilità è del M5S”,
ha attaccato Carlo Calenda.

FONTE – NOMOS – CENTRO STUDI PARLAMENTARI

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