BANCHE ED …. IMPOSTE – Decreto Omnibus, nuova tassa sulle banche:
come funziona il prelievo sugli extraprofitti
di Anna Maria D’Andrea – IMPOSTE
Tassa sugli extraprofitti delle banche del 40 per cento, ma con un tetto
massimo dello 0,1 per cento del totale dell’attivo. La novità è contenuta
nel decreto Omnibus approvato in Consiglio dei Ministri del 7 agosto
2023 e le somme incassate saranno utilizzate per misure sui mutui e per
la riduzione della pressione fiscale. Come funziona e chiarimenti del
MEF
La tassa sugli extraprofitti delle banche è la novità del decreto Omnibus al
centro dell’attenzione.
Come funziona e quali saranno gli effetti pratici della tassa dovuta dagli istituti
di credito?
Stando a quanto emerso a margine dell’approvazione del decreto Omnibus in
Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2023, il prelievo sarà del 40 per cento,
aliquota che si applicherà sugli extraprofitti realizzati alla luce dell’aumento
degli interessi sui finanziamenti.
Dal Ministero dell’Economia è tuttavia arrivato un chiarimento: l’imposta
prevederà un tetto massimo dello 0,1 per cento del totale attivo, e quindi
l’impatto sui conti delle banche sarà limitato.
Secondo alcune stime la tassa sulle banche potrà portare in ogni caso ad un
gettito superiore a 2 miliardi di euro, risorse che verranno utilizzate per le
misure in cantiere con la Legge di Bilancio 2024 e anche per ridurre l’IRPEF
per le famiglie e per le imprese.
Decreto Omnibus, nuova tassa sulle banche: come funziona il prelievo
sugli extraprofitti
È stato il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo
Salvini, a fare il punto delle novità previste dal decreto Omnibus in materia di
tassazione degli extraprofitti delle banche.
La tassa sarà pari al 40 per cento dei maggiori introiti registrati e a spiegare
come funzionerà è stato il MEF, con il successivo comunicato stampa
pubblicato l’8 agosto.
La base imponibile, ossia il valore sul quale applicare l’imposta del 40 per
cento, sarà determinata dal:
“maggior valore tra l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del
conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1°
gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine
nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 e l’ammontare
del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto
secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio
antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10
per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al
1° gennaio 2022.”
La tassa sugli extraprofitti, il cui fine è anche quello di reperire risorse per la
riduzione dell’IRPEF, non potrà andare oltre lo 0,1 per cento del totale attivo
della banca e la scadenza per il versamento viene fissata al 30 giugno 2024.
Queste le prime anticipazioni fornite sulla tassa applicata alle banche, una
norma definita di “equità sociale” a fronte dell’aumento del costo del denaro
registrato dopo il rialzo del tasso di interesse deciso dalla BCE.
Dalla tassa sulle banche risorse per mutui e riduzione IRPEF: verso la
Legge di Bilancio 2024
Il prelievo extra per le banche sarà limitato al 2023 e gli introiti saranno
totalmente destinati a due voci, ossia agli aiuti per i mutui sulla prima casa e al
taglio delle tasse.
Queste le dichiarazioni del Vicepremier Matteo Salvini, che ha illustrato le
novità previste dal decreto Omnibus proposte dal Ministro dell’Economia
Giancarlo Giorgetti.
La tassa sugli extraprofitti delle banche inciderà sulle entrate registrate alla
luce dell’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, che se da un lato ha
portato ad un aumento del costo del denaro, dall’altro non ha prodotto un
“altrettanto solerte, veloce e importante aumento per i consumatori con
depositi sui conti correnti.”
In sostanza, evidenzia Salvini, all’aumento dell’onere del costo del denaro per
famiglie e imprese non è stato affiancato un aumento di quello che viene dato
al correntista. Ed è su questo gap che si calcolerà quindi il 40 per cento di
prelievo sugli extraprofitti.
Il tutto con il fine di mettere da parte un tesoretto utile per la messa a terra di
alcune delle misure attese con la Legge di Bilancio 2024 e, in particolare, il
taglio delle tasse per le famiglie, anche alla luce dell’attuazione della riforma
fiscale, e misure di sostegno in relazione ai mutui contratti sulla prima casa.