Bonus domotica 2023: un’occasione per
gli italiani
di Francesco Tocci
L’inflazione in aumento degli ultimi tempi ha notevolmente ridotto il potere
d’acquisto delle famiglie e la loro capacità di spesa.
La cultura del mattone italiana, tramandata e inculcata dai nostri avi, fa sì che
la preoccupazione più grande degli italiani sia quella di dare un tetto ai propri
figli, acquistando la fatidica prima casa a titolo di proprietà. L’investimento
immobiliare sembrerebbe, per tanti, un investimento “sicuro” (come l’oro, per
intenderci) capace di proteggere il capitale nel tempo.
Inoltre, con l’aumento sproporzionato delle bollette, il desiderio degli italiani è
quello di rendere la propria abitazione energeticamente efficiente, al punto da
divenire quasi una necessità di questi ultimi tempi.
Tutto ciò risulta più semplice e meno oneroso con l’ausilio del Governo che ha
dato proroga fino al 31 dicembre 2024 alle cosiddette detrazioni fiscali per
l’efficienza energetica degli edifici. Fra questi troviamo anche il bonus
domotica, relativo all’installazione di impianti, apparecchiature e sistemi di
smart home che favoriscono non solo il risparmio energetico, ma anche
funzionalità, comfort e tecnologia al fine di ottenere una “casa intelligente”.
Questo tipo di automazione è realizzato attraverso una rete di dispositivi
collegati a un centro di controllo, che possono essere gestiti sia da casa, che
da remoto attraverso un’applicazione mobile o web. Gli impianti di building
automation permettono di gestire e controllare la temperatura degli ambienti, il
tempo di accensione del riscaldamento (in modo tale da metterlo in funzione
solo se necessario), l’accensione e/o lo spegnimento degli impianti di
illuminazione, l’apertura/chiusura di porte e finestre, nonché l’avvio di
elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie durante le fasce orarie in cui
l’energia è più economica.
Questo bonus permette di portare in detrazione fino al 65% delle spese
sostenute.
Si tratta quindi di una misura che punta ad automatizzare le attività quotidiane
domestiche e permette di monitorare e gestire i consumi, aiutando le famiglie
a risparmiare sulle bollette attraverso l’applicazione di tecnologie come
l’Intelligenza Artificiale (IA) e l’Internet of Things (IoT).
Il bonus domotica 2023 si inserisce in un contesto più ampio e può essere
richiesto sia in caso di ristrutturazione dell’abitazione, che semplicemente per
l’implementazione di tecnologie domestiche.
Soglia limite – Il bonus domotica 2023 prevede un tetto massimo di 15.000
euro e offre un’agevolazione del 65% sul totale delle spese sostenute. È
possibile portare in detrazione anche i costi di installazione, compresi quelli
delle prestazioni professionali. La detrazione viene erogata come credito Irpef
o Ires, in quote di pari importo ed è utilizzabile nell’arco di dieci anni.
Documentazione necessaria – Per poter beneficiare della detrazione il
pagamento delle spese sostenute dev’essere effettuato esclusivamente
mediante bonifico bancario o postale. Inoltre è necessario essere in possesso
dei seguenti:
● un certificato rilasciato da un professionista abilitato per dimostrare che
l’intervento è conforme ai requisiti richiesti;
● l’APE (Attestato Prestazione Energetica) redatto da un esperto e
contenente tutte le informazioni sull’efficienza energetica della casa;
● la scheda informativa relativa agli interventi realizzati e contenente le
informazioni sull’immobile su cui gli interventi sono stati effettuati.
La documentazione deve essere fornita all’Agenzia delle Entrate al fine di
ottenere l’agevolazione fiscale e trasmessa in via telematica all’Enea entro 90
giorni dalla fine dei lavori.
Spese non ammissibili – Tra le spese ammissibili non sono comprese quelle
per l’acquisto di dispositivi che permettono di interagire da remoto con le
apparecchiature come cellulari, tablet, PC o dispositivi similari.
Beneficiari – Possono beneficiare del bonus domotica tutti i contribuenti che
possiedono l’immobile oggetto di intervento a qualsiasi titolo ovvero i seguenti
soggetti:
● persone fisiche, anche se esercitano professioni o arti;
● soggetti titolari di reddito d’impresa;
● associazioni tra professionisti;
● enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.