ECONOMIA – La Banca Centrale Europea alza i tassi di mezzo punto percentuale: le ripercussioni sui mutui della stretta monetaria.

BCE alza i tassi, cosa cambia per il mutuo
La Banca Centrale Europea alza i tassi di mezzo punto percentuale: le
ripercussioni sui mutui della stretta monetaria.


La Bce ha deciso di aumentare il costo del denaro di 50 punti base contro
i 25 annunciati a giugno. Il primo contraccolpo di questo aumento si sta
riversando sull’Euribor 3 mesi che dal -0,24% di giugno è rapidamente salito
allo 0,20% di oggi e si prevede che si assesti intorno allo 0,50% ad agosto.
Questo impatterà certamente e rapidamente sui mutui a tasso variabile: un
aumento di 50 punti base per un mutuo di 100 mila euro in 30 anni implica un
aumento della rata mensile di circa 23,50 euro. Questo lo scenario tracciato
dall’Osservatorio MutuiSupermarket.it, il motore di ricerca e comparazione
mutui gestito da FairOne.
L’indice IRS
Al contrario l‘indice IRS, nonostante l’aumento del costo del denaro sta
segnando una riduzione. L’IRS a 20 anni dal massimo del 2,58% toccato il
20 giugno è sceso fino al 1,99% del 22 luglio e non si esclude che possa
stabilizzarsi su questi livelli. Questo rallentamento dell’IRS – evidenzia il
report – appare contro intuitivo. In realtà, è ben spiegabile e dipende dal
fatto che l’IRS non tiene conto delle decisioni di politica monetaria di breve
periodo, in quanto ha un orizzonte temporale ventennale. Da fine giugno ad
oggi l’IRS è continuamente sceso. Le nuove previsioni sull’andamento del
PIL della Commissione Europea sono tutte in diminuzione rispetto alle
stime di inizio anno e si incomincia a presagire apertamente una possibile
recessione in inverno. Una frenata dell’economia chiaramente avrà – rileva
l’Osservatorio – l’effetto di raffreddare le tendenze inflazionistiche. Di
conseguenza i mercati pensano che la Bce potrà aumentare meno il costo
del denaro e non così rapidamente nei prossimi mesi e anni. “Questa –
spiega MutuiSupermarket – è una buona notizia per chi intende
sottoscrivere a breve un nuovo mutuo a tasso fisso. Infatti, è possibile
aspettarsi già ad agosto una riduzione dei tassi fissi dell’ordine dei 10-20
punti base”.
In questo contesto, con le elezioni politiche alle porte, l’assenza di un
governo con capacità decisionale pone alcune incertezze sul mercato dei
mutui. Le misure che azzerano le imposte sulla compravendita per gli
under 36 con Isee non superiore ai 40 mila euro scadono il 31/12 e appare
meno probabile una proroga della misura, per cui è bene che i più giovani –
avverte l’Osservatorio – accelerino il processo di scelta e acquisto della
nuova casa.
Inoltre, la normativa sui tassi soglia per l’erogazione dei mutui Consap di
fatto impedisce l’erogazione di mutui Consap a tasso fisso. Un rapido
aumento del costo del denaro da parte della Bce potrebbe portare anche a
mettere in dubbio la continuità delle offerte di mutuo con garanzia Consap
a tasso variabile e variabile con cap. Sebbene la normativa necessiti di una
modifica rapida, è improbabile che si realizzi. Questa – viene sottolineato
nel report – è una ragione in più perché i più giovani velocizzino la stipula
del mutuo.
Analisi degli indici di riferimento
La media delle rilevazioni mensili dell’indice di riferimento per i mutui a
tasso fisso IRS a 20 anni nel mese di luglio 2022 registra una decrescita
dello -0,14% attestandosi al valore medio del 2,17% che si prevede in
ulteriore diminuzione dal momento che in questi ultimi giorni di luglio l’IRS
si sta muovendo al di sotto di tale livello. Il minimo negli ultimi dodici mesi è
stato registrato a gennaio 2021: 0,07%. L’analogo indice per i mutui a tasso
variabile nel mese di luglio 2022 registra una rapida crescita dal -0,24% di
giugno, oggi (22/07/22) è allo 0,20% ed è previsto in rapida crescita per
assestarsi ad agosto intorno allo 0,50% a seguito dell’aumento del tasso
Bce deciso il 21 luglio.
Analisi della domanda sul Canale Online
A livello nazionale, si nota che la finalità acquisto si è stabilizzata all’82%
del totale complessivo delle domande. Il tasso più richiesto rimane il fisso,
che tuttavia è sceso al 48%. Ha raggiunto il 30% il variabile con cap,
mentre il variabile si attesta al 20%. I giovani under-36 continuano a
trainare il mercato spiegando il 48% delle richieste. Generalmente la durata
supera i 25 anni (42%). L’importo maggiormente richiesto va dai 100 ai 150
mila euro (36%). %). La classe di reddito predominante va dai 1.500 ai 2
mila euro (30%).
fonte: QUI FINANZA

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