ENERGIA – I bonus bollette alle imprese rischiano di restare sulla carta

I bonus bollette alle imprese rischiano di
restare sulla carta


di Giuseppe Latour e Giovanni Parente
I crediti d’imposta per fronteggiare il caro bollette di gas ed elettricità
delle imprese rischiano di finire su un binario morto per impossibilità di
utilizzarli in compensazione o cederli
I crediti d’imposta istituiti prima dal Governo Draghi e ora dal Governo Meloni
(con un ulteriore potenziamento in manovra per il primo trimestre 2023) per
fronteggiare il caro bollette di gas ed elettricità delle imprese rischiano di finire
su un binario morto. Senza né la possibilità di utilizzarli in compensazione né
quella di cederli.
Nel primo caso, ci sono imprese che non hanno sufficienti versamenti
d’imposta in cui “spendere” il credito in compensazione. Nel secondo caso,
non c’è uno spazio di mercato in cui ci siano intermediari o operatori disposti o
in grado di acquistarli.
Anche per questo Confindustria, nelle interlocuzioni con il Governo e
l’amministrazione finanziaria, ha chiesto meccanismi correttivi. Tra questi la
cessione frazionata dei crediti: una possibilità che resta, attualmente, preclusa
e lo sarà anche per i primi tre mesi del 2023, tanto è vero che le prime bozze
della manovra parlano di cessione «solo per intero».
La cessione frazionata
Con la frazionabilità del credito per ogni singolo periodo, però, si potrebbe
usarne parte in compensazione e destinarne altra parte alla cessione. Un’altra
proposta è la possibilità di ampliare il termine per l’utilizzo in compensazione.
A oggi il calendario è variegato con i crediti del secondo trimestre 2022 già in
scadenza a fine anno e quelli delle diverse tranche della seconda parte del
2022 (terzo trimestre, ottobre-novembre e dicembre), il cui termine è stato
portato al 30 giugno 2023.
In questo senso potrebbe rivelarsi un assist (in vista della conversione del
decreto Aiuti quater) l’orizzonte delineato dalla manovra per i crediti d’imposta
del primo trimestre 2023 che fissa una deadline al 31 dicembre del prossimo
anno.
Intorno a questi vincoli da ripensare si gioca tutta la partita sull’efficacia e sulla
tempestività delle misure. Misure finalizzate ad alleviare il carico divenuto
insostenibile dell’elettricità e del gas, che mettono a rischio la prosecuzione
dell’attività. Ma la strada dei crediti di natura fiscale potrebbe essere intasata,
a causa dell’utilizzo eccessivo dello strumento a partire dall’emergenza Covid
in poi.
La crisi della «bonus economy»
La bonus economy sembra, infatti, aver saturato gli spazi di utilizzo in
compensazione. Non c’è solo l’annosa e controversa questione dei bonus
edilizi con tutta la querelle sulla cedibilità, ma ci sono tante agevolazioni
anche settoriali che sono state concepite come crediti d’imposta.
Anche perché, ad esempio, per aziende con pochi addetti il numero di
versamenti si riduce rispetto a quante devono versare mensilmente ritenute,
contributi o, tra le imposte più frequenti, l’Iva.
A questo si aggiunge, poi, che la scelta dell’alternativa della rateizzazione
delle bollette elettriche per i consumi da ottobre 2022 a marzo 2023 sposta
solo in avanti il problema della “sostenibilità finanziaria” dei rincari.
In attesa che l’Agenzia definisca anche il provvedimento per la cessione dei
crediti di ottobre-novembre e dicembre, c’è un’altra data che in prospettiva
rischia di trasformarsi in un taglia-fuori.
La scadenza del 16 marzo
Entro il 16 marzo 2023 le imprese beneficiarie dei bonus bollette (concessi per
il terzo trimestre 2022, per ottobre e novembre 2022 e per dicembre 2022)
dovranno inviare alle Entrate una comunicazione sull’importo del credito
maturato nell’esercizio 2022.
Un obbligo che ha come sanzione l’impossibilità di sfruttare il credito ancora
inutilizzato. Sanzione che, come spiegano dalla direzione politiche fiscali di
Confartigianato, rischia di essere sproporzionata e su cui Governo e
Parlamento verranno invitati a riflettere in conversione del Dl Aiuti quater.
Anche perché quello stesso giorno scade il termine per la comunicazione
delle opzioni 2022 di cessione del credito e sconto in fattura relativi all’edilizia.
Il rischio di effetto imbuto per i crediti fiscali, insomma, è molto elevato.

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