Taglio al cuneo, quanto si risparmia in
busta paga da qui a fine anno
di Enzo De Fusco e Giorgio Pogliotti
È l’effetto dell’esonero parziale dei contributi dell’1,2% da luglio a
dicembre per le retribuzioni tra 10mila e 35mila euro previsto nel Dl
Aiuti bis. Per i lavoratori vantaggio mensile medio di 13 euro
L’esonero parziale dei contributi a carico dei lavoratori dell’1,2% può valere
a ciascun dipendente per il secondo semestre 2022 complessivamente da
un minimo 50 euro per le retribuzioni pari a 10mila euro ad un massimo di
127 euro per le retribuzioni pari a 35mila euro. Questo significa un vantaggio
mensile medio per ogni lavoratore pari a 13 euro: poco più di 7 euro netti
mensili per la fascia di retribuzione più bassa e oltre 18 euro netti per quella
più alta.
Sono queste le prime proiezioni che traducono in numeri concreti l’intervento
del Governo contenuto nel decreto Aiuti bis, approvato il 4 agosto dal
consiglio dei ministri, che incrementa al 2%, per il secondo semestre 2022,
l’iniziale sconto contributivo dello 0,8% in vigore dal 1 gennaio 2022 fino alla
fine dell’anno. Dalla tabella più in basso si comprende che il beneficio non è
particolarmente significativo per le retribuzioni più basse. Infatti nella forbice
tra i 10mila euro e 20mila euro lordi (corrispondente ad una retribuzione
mensile media di 1.150 euro lordi), il beneficio mensile netto si attesta tra i 7
euro e i 12 euro. Questo significa che nel periodo interessato dalla norma,
ossia tra luglio e dicembre 2022 queste fasce di retribuzione otterranno un
vantaggio netto complessivo tra 50 euro e 85 euro.
Più vantaggi per retribuzioni vicine ai 30mila euro
Il vantaggio maggiore si ottiene con una retribuzione annua lorda prossima a
30mila euro con un risparmio netto nel periodo di 127,64 euro (18,23 euro al
mese). A pochi centesimi di differenza si attesta il vantaggio netto mensile
per i lavoratori con una retribuzione annua lorda di 35mila euro che ottiene
un vantaggio mensile pari a 18,20 euro e sul periodo pari a 127,37. In altri
termini, lo sconto dell’1,2% sui contributi a carico dei lavoratori vale meno
del bonus di 200 euro netti che sono stati erogati ai lavoratori nel corso del
mese di luglio. Seguono le retribuzioni fino a 32.500 euro che hanno un
vantaggio mensile di 16,90 euro e complessivo di 118,27 euro.
Cosa prevede lo scontro contributivo
Nel merito, lo sconto contributivo previsto dall’articolo 19 della bozza del Dl
Aiuti bis relativo all’“Esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei
lavoratori dipendenti”, stabilisce che «per i periodi di paga dal 1° luglio 2022
al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima o i relativi ratei erogati nei
predetti periodi di paga, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per
l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di cui all’articolo
1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, è incrementato di
1,2% per cento». L’articolo citato fa riferimento ai rapporti di lavoro
dipendente – con esclusione dei rapporti di lavoro domestico -, con una
retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità
entro l’importo mensile di 2.692 euro (maggiorato, per la competenza del
mese di dicembre del rateo di tredicesima). Nessun problema sul fronte
pensionistico, in quanto la bozza della norma stabilisce che in
considerazione dell’eccezionalità della misura, resta ferma l’aliquota di
computo delle prestazioni pensionistiche.
Il ministro Franco: operazione da 1,2 miliardi
L’operazione secondo quanto anticipato dal ministro dell’Economia, Daniele
Franco in conferenza stampa, ha un costo di 1,2 miliardi di euro. Una cifra
giudicata insufficiente dai sindacati che hanno trovato una sponda politica
nel ministro del Lavoro, Andrea Orlando che ha chiesto maggiori risorse, in
sede di conversione in legge del Dl, ricorrendo anche ad una tassazione più
alta degli extraprofitti per le aziende energetiche, ipotesi che al momento
appare poco realistica considerando che il Governo è concentrato sul
recupero dell’importo non pagato della tassa che con l’aliquota esistente, al
25%, ha incassato solo un decimo di quanto previsto, come anticipato da
questo giornale. Peraltro, nella conversione in legge a settembre si prevede
per il Dl un esame lampo.