FORMAZIONE E LAVORO – Cosa prevede il decreto per la ripartizione del Fondo dedicato agli ITS

Cosa prevede il decreto per la
ripartizione del Fondo dedicato agli ITS


Lo scorso 30 settembre il ministero dell’Istruzione ha reso pubblico il
testo di uno decreti attuativi relativi a una delle principali novità
contenute nella riforma sugli Istituti
Venerdì 30 settembre il ministero dell’Istruzione (Mi) ha pubblicato il testo
del decreto relativo al riparto delle risorse previste dal Fondo per
l’istruzione tecnologica in favore degli ITS, per l’anno formativo 2022-2023. Il
provvedimento era stato firmato dal ministro Patrizio Bianchi lo scorso 26
agosto. Si tratta di uno dei decreti attuativi necessari per rendere realmente
operative alcune delle misure contenute nella riforma sugli ITS.
Il Fondo per l’istruzione tecnologica ha una dotazione di 48,35 milioni di
euro: per la prima volta ci sarà quindi un finanziamento stabile agli ITS, fino
a poco tempo fa dipendenti esclusivamente dalle risorse contenute nei bandi
annuali.
Il-testo-del-decreto
Le risorse del Fondo saranno ripartite direttamente tra le Regioni e assegnate
per consentire al sistema ITS di rendere “stabile e tempestiva la realizzazione
dei percorsi“. Una quota del 5% – specifica il decreto – sarà destinata alle
misure nazionali di sistema, come monitoraggio e valutazione dell’operato
degli Istituti stessi.
La ripartizione
La quota (maggioritaria) delle risorse è quindi suddivisa tra le Regioni e da
esse riversata agli ITS, che “nell’annualità formativa precedente hanno
riportato una valutazione realizzata secondo i criteri e le modalità di
applicazione degli indicatori previsti dall’Accordo sancito in sede di
Conferenza unificata del 5 agosto 2014, come modificato dall’Accordo sancito
in sede di Conferenza unificata del 17 dicembre 2015“. Questi criteri
stabiliscono che il 70% delle risorse venga ripartito a livello regionale,
mentre il restante 30% sia distribuito a titolo di premialità agli Istituti.
Resta poi l’obbligo di cofinanziamento per le Regioni ai piani triennali di
attività degli ITS per almeno il 30% dell’ammontare dello stanziamento
assegnato a ciascuno di essi, così come previsto dal dpcm del 2008.
La storia degli ITS in Italia, dall’inizio
Indirizzi di programmazione
L’articolo 3 del decreto fa un elenco degli indirizzi di programmazione
nazionale cui dovranno fare riferimento i piani territoriali dell’offerta
formativa degli ITS (anch’essi previsti dal dpcm del 2008). Le Regioni quindi
terranno conto di una serie di indirizzi nell’adozione dei piani.
Si va dal “potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di Tecnici
superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali,
all’aumentare la disponibilità di corsi erogati dagli Istituti Tecnologici Superiori
e rilanciare la filiera della formazione professionale per offrire ai giovani
prospettive concrete di realizzazione lavorativa e umana, nonché al
favorire l’aumento del numero degli iscritti e garantire sempre più alti standard
di formazione e al promuovere più intense forme di coinvolgimento e di
partecipazione delle imprese in attività educative nell’ambito della
realizzazione dei percorsi“.
E ancora: “sostenere la progettazione dei percorsi degli Istituti Tecnologici
Superiori coerenti con i processi di innovazione tecnologica in atto e rendere
visibili gli Istituti Tecnologici Superiori alle comunità e promuovere la loro
diffusione in tutto il territorio nazionale, come valide soluzioni educative di
tipo terziario dall’altissimo indice di occupazione, anche attraverso azioni di
orientamento rivolte agli studenti degli istituti di istruzione secondaria di primo
e secondo grado e alle loro famiglie, favorendo l’equilibrio di genere nelle
iscrizioni ai percorsi formativi”.
Regione per regione
Uno degli allegati del decreto contiene una tabella con la ripartizione del
Fondo (sia la quota del 70% che quella del 30% legata alle premialità). La
Regione che otterrà maggiori risorse è la Lombardia: 11,67 milioni di euro.
Seguono Veneto (7,49 milioni), Piemonte (4,51), Emilia Romagna (4,30) e
Puglia (4,19).
Tabella-con-la-ripartizione-delle-risorse-in-favore-del
le-Regioni
fonte:

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