LAVORO – I DATI ANPAL 2023 2027 – Ricerca dipendenti per imprese sempre più difficile

Ricerca dipendenti per imprese sempre
più difficile: i dati ANPAL 2023 2027


Quali sono le previsioni dei fabbisogni occupazionali e
professionali in Italia a medio termine aggiornati al
quinquennio 2023-2027
La ricerca dei dipendenti per le imprese è sempre più difficile. A stimarlo è il
report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a
medio termine” aggiornato al quinquennio 2023-2027.
La difficoltà di reperimento del personale già nel 2022 ha riguardato il 40%
delle assunzioni e tenderà ad aumentare ulteriormente anche per
l’accelerazione della domanda attesa come effetto gli investimenti PNRR.
In questo articolo vi mostriamo come la ricerca dei dipendenti per le imprese è
divenuta sempre più difficile e cosa emerge dall’analisi elaborata nell’ambito
del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in
collaborazione con ANPAL.
DIFFICOLTÀ IMPRESE NELLA RICERCA DIPENDENTI: I DATI
Il report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a
medio termine” descrive analiticamente in ottica previsionale i fabbisogni
occupazionali per il quinquennio 2023-2027. L’analisi misura a livello
settoriale, territoriale, professionale e formativo gli elementi che caratterizzano
la domanda di lavoro prevista. Inoltre, per quanto riguarda l’ambito
formativo, va anche ad analizzare i disequilibri tra domanda e offerta.
La difficoltà di reperimento del personale nel 2022 – stando al report – ha
riguardato il 40% delle assunzioni. Il dato sulla ricerca dei dipendenti per le
imprese tenderà ad aumentare ulteriormente anche per l’accelerazione della
domanda attesa come effetto gli investimenti PNRR.
Vediamo cosa emerge, nel dettaglio, da questa analisi elaborata nell’ambito
del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in
collaborazione con ANPAL.
COSTI DI REPERIMENTO PERSONALE
La difficoltà a reperire il personale per le imprese ha comportato dei costi per
i diversi settori dell’economia. Si tratta di costi derivanti dal minor valore
aggiunto prodotto a causa dell’inserimento ritardato delle professioni difficili da
reperire. Considerando una tempistica di difficoltà di reperimento compresa
tra 2 e 12 mesi, si è stimata per il 2022 una perdita di valore aggiunto di 37,7
miliardi di euro, pari al 3,1% di quanto generato complessivamente dalle
filiere dell’industria e dei servizi. Sono questi i settori dove la ricerca dei
dipendenti per le imprese è più difficile.
Poi, le filiere produttive per cui si è stimato un costo maggiore a causa
dell’inserimento ritardato dei lavoratori ricercati sono state quelle:
● dei servizi operativi;
● del commercio e turismo;
● delle costruzioni e infrastrutture;
● dei settori con un elevato turnover occupazionale legato anche ai
fattori stagionali.
Il costo del mismatch rischia di aumentare nei prossimi anni in
considerazione dei macrotrend che stanno già cambiando il mercato del
lavoro: la transizione digitale e green e l’andamento demografico. Il trend
demografico, com’è noto, comporterà sia un aumento dei flussi
pensionistici (e quindi delle uscite dal mercato del lavoro), sia una riduzione
del numero di persone in età lavorativa per l’invecchiamento della
popolazione. Infatti, secondo le previsioni ISTAT, nonché quelli Censis che vi
spieghiamo in questo articolo, fino al 2030 la popolazione di 18 – 58enni
diminuirà ad un tasso dell’1% annuo e mancheranno i lavoratori che possano
sostituire quelli in uscita.
QUALI SONO I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI NEL 2023 2027
L’analisi Unioncamere e ANPAL, oltre alle difficoltà della ricerca dei
dipendenti per le imprese, analizza anche i fabbisogni occupazionali e
professionali nel medio termine in Italia. Tra il 2023 e il 2027 l’intero mercato
del lavoro italiano (privato e pubblico) avrà bisogno di circa 3,8 milioni di
lavoratori, pari a quasi 760.000 unità all’anno, di cui:
● il 72% (2,7 milioni) dovranno sostituire occupati in uscita dal mercato
del lavoro;
● il 28% della domanda del mercato del lavoro sarà determinato, invece,
dall’espansione economica che si tradurrà in una crescita dello stock
occupazionale di oltre un milione di lavoratori nello scenario di
previsione allo stato attuale più accreditato.
Nello specifico, il fabbisogno occupazionale nel quinquennio 2023 2027 è pari
a 3.798.600 unità di cui:
● 879.400 lavoratori indipendenti, ovvero pari a un tasso di fabbisogno
del 3%;
● 2.181.200 lavoratori dipendenti privati, ovvero pari a un tasso di
fabbisogno del 2,9%;
● 737.900 lavoratori dipendenti pubblici, ovvero pari a un tasso di
fabbisogno del 4,5%.
Esaminando il dettaglio dei dati, si osserva che i dipendenti privati
copriranno più della metà del fabbisogno, con una quota stimata intorno al
57%, gli indipendenti poco più del 23%, mentre il peso del comparto
pubblico si attesterà a poco meno del 20%. Il report analizza anche i dati
distinguendo per settore, territorio e facendo un focus sulle PA. Vediamo i
dettagli.
FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PER SETTORE
Circa tre quarti della domanda di occupati, come emerge dai dati
Unioncamere e ANPAL, sarà espressa dai settori dei servizi, con un
fabbisogno stimato di oltre 2 milioni e 880.000 unità tra il 2023 e il 2027.
Invece, la richiesta dell’industria ammonterà ad oltre 800.000 occupati (circa
il 21% del totale) e la restante quota di fabbisogno sarà appannaggio
dell’agricoltura (circa 110.000 unità, cioè il 3%).
Dall’analisi delle filiere in base ai valori assoluti dei fabbisogni emerge per
commercio e turismo una domanda di occupati di oltre 750.000 unità,
determinata in buona parte dalla necessità di sostituzione, ma anche dalle
prospettive favorevoli di ripresa del settore.
Fabbisogni occupazionali previsti nel periodo 2023 – 2027 per componente, settore e filiera
settoriale – Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior. *Valori assoluti
arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Rapporto percentuale in media annua tra fabbisogni e stock di occupati.
FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PER REGIONE
Per la prima volta, il report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e
professionali in Italia a medio termine” aggiornato al quinquennio 2023-2027,
fa emergere le previsioni occupazionali anche a livello regionale.
La ripartizione del Nord Ovest è quella cui compete la maggiore quota di
fabbisogni, che ammonta a quasi 1,1 milioni di unità, pari al 28,5% del totale.
Il contributo ai fabbisogni totali fornito dalla ripartizione del Sud e Isole è
soltanto di poco inferiore a quello del Nord Ovest, ovvero oltre 1 milione di
unità, per una quota pari al 27,3%.
Per quanto riguarda le altre due ripartizioni, parliamo di circa 873.000 unità
per il Nord Est (pari al 23% del totale) e circa 806.000 unità per il Centro (pari
al 21,2% del totale). Ecco i dati nel dettaglio del valore assoluto del
fabbisogno totale:
● Piemonte e Valle d’Aosta: 275.200 (pari al 7,2%);
● Lombardia: 714.500 (pari al 18,8%);
● Liguria: 92.600 (pari al 2,4%);
● Trentino Alto Adige: 99.500 (pari al 2,6%);
● Veneto: 346.000 (pari al 9,1%);
● Friuli Venezia Giulia: 91.500 (pari al 2,4%);
● Emilia Romagna: 335.900 (pari al 8,8%);
● Toscana: 265.100 (pari al 7,0%);
● Umbria: 58.100 (pari al 1,5%);
● Marche: 103.100 (pari al 2,7%);
● Lazio: 379.300 (pari al 10,0%);
● Abruzzo: 68.100 (pari al 1,8%);
● Molise: 16.300 (pari al 0,4%);
● Campania: 284.600 (pari al 7,5%);
● Puglia: 213.700 (pari al 5,6%);
● Basilicata: 24.800 (pari allo 0,7%);
● Calabria: 84.200 (pari al 2,2%);
● Sicilia: 251.400 (pari al 6,6%);
● Sardegna: 94.700 (pari al 2,5%).
Fabbisogni occupazionali 2023-2027 per area geografica. Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema
Informativo Excelsior. *Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con
la somma dei singoli valori. **Rapporto percentuale in media annua tra fabbisogni e stock di
occupati.
FABBISOGNO OCCUPAZIONALI NELLE PA
Tra il 2023 e il 2027, il report stima un’espansione degli occupati delle PA di
oltre 12.000 unità all’anno, per un totale di 62.000 dipendenti pubblici
aggiuntivi. Si prevede pertanto, anche per il quinquennio 2023 2027,
un’espansione del personale del pubblico impiego continuando in tal modo il
trend positivo fatto registrare negli ultimi anni.
L’espansione occupazionale dei dipendenti pubblici, essenzialmente a causa
delle maggiori assunzioni necessarie per soddisfare le esigenze espresse dal
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sarà assorbita dai seguenti comparti:
● servizi generali e assistenza sociale obbligatoria per più del 45%
(28.000 unità);
● istruzione, che pesa per circa il 33% (quasi 21.000 unità);
● sanità, che dovrebbe contribuire per il 21% (più di 13.000 unità), per
ridurre le carenze strutturali che hanno caratterizzato il comparto nel
recente passato.
Fabbisogni replacement ed expansion di dipendenti pubblici previsti nel periodo 2023-2027. Fonte:
Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior
LE FIGURE PIÙ RICERCATE NELLE PA
Il report mette in luce anche che sarà strategico investire sulla formazione e
sul reclutamento dei dipendenti pubblici – tra cui gli specialisti necessari per
realizzare le attività nell’ambito del PNRR – in vista del fabbisogno previsto
per il prossimo quinquennio di 738.000 unità nella PA. Oltre il 90% riguarderà
la componente di replacement, ovvero circa 676.000 dipendenti pubblici
dovranno essere sostituiti tra il 2023 e il 2027.
L’analisi inoltre stima che nel periodo 2023-2027 i dirigenti e le figure ad
elevata specializzazione (avvocati o magistrati, professori, medici ed altre
figure specialistiche) rappresenteranno circa il 42% del fabbisogno del
settore pubblico. Tali professionisti saranno seguiti dalle figure tecniche, fra i
quali i tecnici in campo scientifico e ingegneristico, con un peso di circa il 23%
e dagli impiegati con una quota del 21%. Ecco i dati nel dettaglio del valore
assoluto del fabbisogno totale delle PA, distinguendo per grandi gruppi
professionali:
● dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici: 477.000
(pari al 64,6%);
● impiegati, professioni commerciali e nei servizi: 213.100 (pari al
28,9%);
● operai specializzati e conduttori di impianti e macchine: 5.800 (pari
al 0,8%);
● professioni non qualificate: 35.500 (pari al 4,8%);
● Forze Armate: 6.500 (pari al 0,9%).
Per quanto concerne la formazione il 79,9% del fabbisogno è per i dipendenti
con “Formazione terziaria”, il 4% è con “Formazione secondaria di 2°
grado (licei)” e il 16,1% è con “Formazione secondaria di 2°grado
(tecnico -professionale)”.
Fabbisogni di dipendenti pubblici previsti nel 2023-2027, grandi gruppi professionali e tipologia di
formazione. Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior. *Valori assoluti
arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. (1) Sono
compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
FABBISOGNI OCCUPAZIONALI CON IL PNRR
Gli investimenti del PNRR saranno nei prossimi anni tra i fattori determinanti
per la crescita dell’economia e dell’occupazione. Dalle stime sull’impatto del
PNRR, quattro filiere appaiono maggiormente trainate dai fondi europei:
● costruzioni e infrastrutture: dovrebbe assorbire il 21% del flusso di
occupati complessivi che sarà attivato grazie al PNRR;
● turismo e commercio, che dovrebbero assorbire, invece, il 18%;
● servizi avanzati, che dovrebbero assorbire il 16%;
● formazione e cultura, che dovrebbero assorbire il 13%.
Il PNRR intensificherà anche la richiesta di competenze per affrontare i
processi di transizione verde e digitale. Tra il 2023 e il 2027 saranno richieste:
● competenze green a circa 2,4 milioni di lavoratori (il 65% del
fabbisogno del quinquennio);
● competenze digitali a poco più di 2 milioni di occupati (il 56% del
totale).
La dimensione dell’effetto espansivo del PNRR dipenderà, però, dalla
possibilità di superare le criticità nel reperimento di personale sia in termini di
shortage gap che di skill gap. La ricerca dei dipendenti, anche in questo
ambito, sarà piena di criticità. Ovvero, criticità che – quando sono
sperimentate dal comparto pubblico – incidono evidentemente in maniera
indiretta su tutta l’economia. In questo contesto sarà strategico investire sulla
formazione e sul reclutamento dei dipendenti pubblici.
TITOLI DI STUDIO PIÙ RICHIESTI NEL 2023 2027
Stando al report redatto da Unioncamere e ANPAL, si stima che tra il 2023 e il
2027:
● il 34,3% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in
possesso di una formazione terziaria (laurea o diploma ITS Academy
che vi spieghiamo in questa guida);
● il 4,6% lavoratori che abbiano concluso un percorso liceale;
● il 48,1% profili in possesso di un diploma di tipo tecnico
professionale.
Dal confronto tra domanda e offerta di lavoratori con una formazione terziaria
emerge nel complesso un’offerta insufficiente a coprire le necessità del
sistema economico per 9.000 unità all’anno. Questo saldo, però, nasconde
differenze significative tra i diversi ambiti di studio. Nel dettaglio, si prevede
che nel prossimo quinquennio risulterà più marcata la carenza di offerta di:
● laureati nell’indirizzo medico-sanitario, ovvero mancheranno 12.000
ogni anno;
● laureati nell’indirizzo economico-statistico, mancheranno cioè 8.000
unità annue;
● lavoratori con un titolo terziario nelle discipline STEM
(mancheranno 6.000 unità annue). In particolare nelle STEM, si
osservano i mismatch più critici nell’ambito delle scienze matematiche,
fisiche e informatiche e in quello ingegneristico.
Considerando nell’insieme gli indirizzi della formazione secondaria di II grado
tecnico professionale, si stima che l’offerta formativa complessiva riuscirebbe
a soddisfare solo il 60% della domanda potenziale nel prossimo
quinquennio. I mismatch più critici – per cui si prevede che tra il 2023 e il 2027
l’offerta potrebbe coprire circa meno di un terzo della domanda potenziale –
saranno quelli per gli ambiti di studio relativi a:
● trasporti e logistica;
● costruzioni;
● sistema moda;
● meccanica, meccatronica ed energia.
Fabbisogni occupazionali e offerta formativa previsti per il quinquennio 2023-2027 – al netto dei
fabbisogni per Agricoltura, silvicoltura e pesca. Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo
Excelsior
NOTA METODOLOGICA
Nel rapporto di Unioncamere e ANPAL “Previsioni dei fabbisogni
occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027)” il
fabbisogno occupazionale è ottenuto come somma algebrica di due
componenti:
● quella legata al naturale turnover occupazionale (la cosiddetta
replacement demand);
● quella legata alla crescita economica (la cosiddetta expansion
demand).
Il report tiene conto degli effetti del PNRR e della situazione economica
globale. Ricordiamo che il sistema informativo Excelsior è realizzato grazie
al cofinanziamento dell’Unione europea, Pon Spao – Programma operativo
nazionale Sistemi di politiche attive per l’occupazione, a titolarità di ANPAL.
REPORT RICERCA DIPENDENTI PER LE IMPRESE
Mettiamo a vostra disposizione in testo integrale del Report (Pdf 2,12 Mb)
“Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio
termine (2023-2027)” e la relativa nota stampa (Pdf 485 Kb).
ALTRE INFORMAZIONI E AGGIORNAMENTI
In questa pagina trovate anche il bollettino mensile Excelsior sulle assunzioni
previste entro marzo 2023.
fonte: TI CONSIGLIO UN LAVORO

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