IMPRESE – Capacità tecniche e gestionali, organizzazione e creatività: le competenze devono essere adeguate agli obiettivi di ogni azienda

Capacità tecniche e gestionali, organizzazione
e creatività: le competenze devono essere
adeguate agli obiettivi di ogni azienda


di Stefano Casini
Per fare innovazione – e saper fare innovazione – è indispensabile disporre
di competenze che trasformino in vantaggi concreti il potenziale offerto dalle
tecnologie. Ma mentre le tecnologie si possono acquistare, le competenze
vanno costruite e acquisite, e per questo ci vuole molto più tempo e una
visione di più ampio respiro.
Quali competenze servono a un’azienda che vuole evolvere? Tante,
diverse, dalle capacità tecniche, organizzative e gestionali, al problem solving,
orientamento al servizio per il cliente e creatività. Ma innanzitutto le
competenze devono essere adeguate agli obiettivi dell’azienda stessa.
L’Italia, in questo ambito e scenario, ha lacune clamorose da colmare: si
calcola che entro il 2026 mancheranno 160 mila lavoratori e tecnici
specializzati per il mondo digitale, e oltre 2 milioni di lavoratori con almeno
competenze digitali di base.
Necessità e prospettive che sono state al centro del convegno intitolato ‘Quali
competenze per la leadership industriale italiana?’, organizzato dalla
Community InnoTech e The European House Ambrosetti, e ospitato
presso la sede del Competence Center Industria 4.0 Made, al Politecnico di
Milano Bovisa.
Capacità tecniche ed empatia, per distinguersi dai robot
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta già sostituendo l’essere umano
per ciò che riguarda calcoli, elaborazioni, analisi, operazioni in velocità, “oltre
alle competenze è altrettanto importante sviluppare e mettere a frutto le
potenzialità individuali, a volte ormai l’empatia arriva a essere più importante
dell’intelligenza”, fa notare Matteo Mille, chief marketing and operations
officer in Microsoft Italia.
Che spiega: “per migliorare il lavoro all’interno dell’azienda, un lavoro che è
già cambiato molto e cambierà ancora, abbiano creato e sviluppato Microsoft
Viva, una piattaforma che nasce dall’esperienza collettiva e condivisa fatta
durante gli anni della pandemia”.
In Philip Morris International, invece, “abbiamo creato un’Academy
aziendale, inaugurata a giugno 2022, e con un piano di sviluppo triennale, per
costruire e mettere a disposizione ciò che serve alle attività d’impresa”, rileva
Elvio Rocco, director operation excellence in Philip Morris International: “ci
vogliono leader e imprenditori preparati, e orientati al cambiamento. Le
competenze devono essere adeguate agli obiettivi dell’azienda”.
‘Learning organization’ e continuare a imparare
Smartengineering è una realtà specializzata in attività di talent scouting e
formazione, “collaboriamo con 17 università italiane”, rimarca la presidente
della società, Lia Grandi, “con cui abbiamo avviato il progetto iSkill, per
preparare i giovani ai mestieri del futuro”, mentre secondo Anna Carmassi,
project leader di STEAMiamoci, “bisogna promuovere e valorizzare anche i
talenti femminili nelle professioni tecniche e scientifiche, far crescere il numero
di ragazze che seguono percorsi scolastici e formativi nelle aziende e nel
mondo del digitale”.
La provocazione più divertente della giornata arriva da Rosario Rasizza,
amministratore delegato di Openjobmetis, una realtà con 135 filiali in Italia e
quotata in Borsa, che conta circa 800 dipendenti, fattura circa 800 milioni di
euro l’anno, e con il progetto Futurando vuole “intercettare i sogni dei
giovani e degli studenti per il loro futuro, e quello del Paese”.
Visto che colossi come Microsoft e Apple sono nati in un garage, Rasizza
scherza e invita i genitori ad “affittare un garage, e lasciarci dentro il figlio per
qualche mese: se ne viene fuori qualcosa di utile e innovativo bene, altrimenti
poi gli troviamo un lavoro”.
L’investimento sulle persone e la costruzione della ‘Learning organization’
devono poi essere al centro della vita dell’impresa. È una decisione che
richiede investimenti non solo economici ma anche e soprattutto personali,
culturali, emotivi, perché rappresenti un cambiamento profondo della vita dei
singoli e dell’organizzazione nel suo complesso.
L’ingresso di ABB in Made
L’evento è stato l’occasione anche per annunciare una novità che riguarda il
Made: l’ingresso, tra le già numerose aziende partner, del colosso tecnologico
ABB. “ABB porterà in Made tutte le proprie competenze e risorse innanzitutto
nel mondo della robotica, compresa quella collaborativa e mobile”, sottolinea
Paolo Rocco, docente del Politecnico di Milano e responsabile dei progetti di
trasferimento tecnologico del Competence Center.
Rocco rimarca: “ogni nostra azienda partner deve ‘armonizzarsi’ con le
altre, perché bisogna evitare ‘l’effetto Fiera’, per cui ogni azienda compare ai
visitatori con il proprio stand, mentre in un Centro di competenza tecnologica
occorre invece lavorare tutti insieme”. E Rocco osserva: un Competence
Center per il trasferimento tecnologico e digitale alle imprese “ha innanzitutto
tre missioni fondamentali: fare orientamento ed evangelizzazione sulle
nuove tecnologie; fare formazione e aggiornamento professionale; fare nuovi
progetti industriali e d’innovazione”.
Competenze e risorse umane sono quindi il secondo pilastro, oltre a quello
tecnologico, su cui si basa e si costruisce l’innovazione e l’evoluzione delle
imprese e di un’intera economia.
Insieme alle cosiddette Hard skill tecniche e tecnologiche, vanno sviluppate e
valorizzate le Soft skill come “problem solving, comunicazione e lavoro di
gruppo, flessibilità cognitiva, orientamento al servizio per il cliente finale,
creatività”, rileva Francesca Spreafico, global HR business partner in ABB,
oltre alla capacità di “comunicare a tutti i livelli e con tutti gli strumenti
tecnologici a disposizione”.
La nuova collaborazione annunciata tra il Competence Center Made e ABB
nasce “per promuovere attività di orientamento e formazione su soluzioni
innovative di automazione ed elettrificazione, finalizzate alla semplicità d’uso e
all’efficienza energetica, e per sviluppare attività nel mondo education, anche
con sistemi di programmazione semplificata del ciclo robot e di interfacce
uomo-robot avanzate”, spiegano al Made. Insieme prevedono anche lo
sviluppo di nuove soluzioni di automazione robotizzata basata su architetture
innovative di comunicazione abilitate dal 5G.
L’obiettivo in generale è quello di trasferire la cultura della digitalizzazione,
della semplicità d’uso e della sostenibilità, finalizzata a una maturazione delle
PMI, e per questo saranno organizzati scambi di competenze anche
attraverso l’organizzazione di visite e workshop nei siti produttivi di ABB. La
collaborazione potrà contare sul know-how e le competenze dei team ABB in
ambito Robotica, Motion ed Elettrificazione.
Lavoratori smart per la smart-factory
“Made è una struttura all’interno della quale una PMI può apprendere le
potenzialità delle tecnologie abilitanti della smart-factory e capire come
introdurle all’interno dei propri processi produttivi per aumentare l’efficienza, la
produttività e ridurre gli sprechi”, rimarca Marco Taisch, presidente di Made.
Che sottolinea: “nel fare questo, Made si appoggia ai propri partner, società
tra le più importanti realtà industriali, che mettono a disposizione le loro
tecnologie e conoscenze per realizzare la missione del Competence Center.
Siamo orgogliosi di aggiungere tra i nostri importanti partner uno dei nomi
leader del settore dell’automazione e della robotica ampliando così le
competenze che possiamo mettere a disposizione delle aziende che si
rivolgono a noi”.
La nuova partnership “è in piena sintonia con l’impegno che guida ABB
nell’ambito della transizione digitale, energetica e sostenibile”, fa notare
Gianluca Lilli, Senior vice president e commercial leader di ABB: “l’azienda,
dal 2020, è riconosciuta dal MISE come uno dei Lighthouse del progetto
Transizione 4.0 e, all’interno di Made, riconosce un’ulteriore opportunità per
condividere progettualità e competenze specifiche che possono ispirare e
sostenere concretamente il percorso delle PMI verso la smart-factory”.

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