Istat: cresce divario prezzi-salari, giù
fiducia consumatori e imprese
Si allarga, fino a sfiorare il 6%, il divario tra crescita dei prezzi e crescita dei
salari in Italia, mentre la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno
2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. A dirlo è
l’Istat, dalle cui rilevazioni emerge anche il crollo del clima di fiducia dei
consumatori, il cui indice scende a luglio da 98,3 a 94,8 punti, al minimo da
maggio 2020. In picchiata anche la fiducia delle imprese, il cui indice specifico
cala da 113,4 a 110,8 punti, calo determinato dall’evoluzione negativa della
fiducia nella manifattura e nei servizi di mercato, spiega l’istituto di rilevazioni
statistiche.
Dati che scatenano numerose reazioni, proprio mentre il governo si appresta
a varare il Dl Aiuti Bis. Per Confesercenti, sarebbero a rischio circa 3 miliardi
di euro di consumi da parte delle famiglie, mentre Federconsumatori si
rivolge al governo affinché inserisca una riforma dell’Iva attenta e mirata, che
preveda una revisione delle aliquote sui prodotti essenziali. Eppure, per la
società di consulenza Nomisma non c’è da preoccuparsi della saluta
dell’economia italiana che non naviga in cattive acque come spiega il capo
economista Lucio Poma, che sottolinea come il Pil Italiano per il 2022 sia
stimato al 3%, superiore a quello di Stati Uniti e Germania. Intanto sempre
l’Istat, nel suo rapporto trimestrale su contratti collettivi e retribuzioni
contrattuali (relativo al periodo aprile-giugno 2022), spiega come siano 33 i
contratti collettivi di lavoro in attesa di rinnovo a giugno 2022. Contratti relativi
a settori che coinvolgono circa 6,4 milioni di dipendenti, il 51,6% del totale.
fonte: CENTRO STUDI PARLAMENTARE