Lavoro, le ferie forzate in Cig vanno
restituite al dipendente
di Patrizia Maciocchi
Il dipendente deve essere avvertito del suo piano di rientro ferie in modo
da potersi organizzare, per godere del recupero psico-fisito tipico dei
periodi di riposo. L’avviso alle Rsu non sana l’inadempienza
Il diritto del datore di lavoro di stabilire il periodo di ferie in base alle sue
esigenze produttive, conosce dei limiti. E non comporta la possibilità di
inserire le ore di riposo forzato a ridosso della Cassa integrazione o all’interno
di questa, all’insaputa del dipendente. Il piano ferie, anche se imposto, va
comunicato al diretto interessato con un anticipo che gli consenta di
organizzarsi, in modo da ottenere i benefici psico-fisici tipici dei periodi di
vacanza. Effetti che sono invece preclusi, con le ferie imposte e con orario
frammentato. La Cassazione (sentenza 24977) respinge il ricorso
dell’azienda, secondo la quale la modalità prescelta, e comunicata alle Rsu,
era utile a smaltire l’arretrato e rientrava nelle prerogative dell’imprenditore.
L’avviso alle Rsu non basta
Di parere diverso i circa 120 dipendenti che avevano promosso una class
action, rivendicando il diritto a godere delle ferie “tradizionali”. Più giorni
consecutivi per ricaricarsi, e non riposi “inconsapevoli” . Per la Suprema corte
i dipendenti hanno ragione. I giudici di legittimità, precisano che la
comunicazione Rsu – della forma scelta dall’impresa per smaltire le ferie –
anche ammesso che i lavoratori ne fossero entrati a conoscenza, non
equivale all’avviso individuale, nè rende legittima la via percorsa. Resta del
tutto improprio l’effetto sorpresa.
Senza successo la società afferma l’assenza di un danno, che per la Suprema
corte c’è. E sta nel sistema del tutto peculiare seguito «due , quattro o otto ore
giornaliere durante il periodo di collocamento in Cigs». Un collocamento
forzoso dei lavoratori «di cui gli stessi sono stati edotti peraltro solo
successivamente al godimento e dalla consultazione delle buste paga. Si
tratta – scrivono i giudici – di una modalità di comunicazione che si pone in
contrasto con l’oggettivo conseguimento della finalità cui le ferie sono
intrinsecamente preordinate (il ristoro delle energie psico-fisiche)». Per queste
ragioni le ore di ferie così “spese” vanno ora restituite.