Rating PMI: il “problema produttivo”
di Luigi Secondin e Bruno Sodo
Un primo problema (causa primaria della crisi di liquidità) potrebbe essere una
“crisi da sovraproduzione”: vendiamo meno di quanto produciamo (o di quanto
potremmo produrre).
Quali sono i campanelli di allarme che ci segnalano la presenza di un
problema produttivo?
- aumenta il ciclo di magazzino;
- aumentano i giorni di incasso delle vendite;
- aumentano i debiti verso fornitori.
Vediamoli singolarmente.
- aumenta il ciclo di magazzino
Il più importante – e pertinente – campanello d’allarme è l’osservazione di un
magazzino di prodotti in vendita che “ristagna” e tende a riempirsi.
Ma come lo calcoliamo? In analisi di bilancio, il ciclo di magazzino può essere
calcolato utilizzando la formula del Cash Conversion Cycle (CCC) o
CAPITALE CIRCOLANTE COMMERCIALE (vedere schema su slide in
allegato).
La formula per il calcolo del CCC è la seguente:
● CCC = IR + DSO – DPO
Vediamo il significato di IR, DSO e DPO e come si calcolano.
IR indica i giorni di rotazione del magazzino – Si calcola con la seguente
formula:
● VALORE DEL MAGAZZINO / COSTO DEL VENDUTO (senza IVA) *
365.
Minore è il valore dell’indice, maggiore è l’efficienza.
Per esempio, se vendi prodotti per un valore totale di 30.000 euro all’anno a
prezzo di costo, e la media del valore delle scorte è di 10.000 euro, otterrai un
indice pari a 3. Ciò significa che quel determinato stock di prodotti si rinnova
tre volte all’anno.
Tuttavia, l’efficienza nella gestione delle rimanenze di magazzino dipende da
un insieme di fattori, tra cui i tempi di approvvigionamento delle materie prime.
Ad esempio, se un’azienda importa dalla Cina le materie prime, deve
necessariamente mantenere un livello più alto di scorte rispetto ad una altra
che acquista da fornitori italiani.
DSO indica i giorni di dilazione concessi ai clienti – Il DSO, acronimo inglese di
Days Sales Outstanding, in italiano tempo medio di incasso, è un indicatore
che misura il numero medio di giorni necessari a un’azienda per riscuotere il
pagamento di una vendita. Si calcola con la seguente formula:
● MEDIA CREDITI VERSO CLIENTI / VENDITE * 365
Un valore DSO troppo alto suggerisce che un’azienda sta riscontrando ritardi
nella ricezione dei pagamenti, il che può indicare scarsa liquidità
nell’immediato. Al contrario, un DSO basso indica che le fatture vengono
saldate rapidamente. Quindi, quei soldi possono essere reinvestiti nel
business con buoni risultati.
È uno strumento importante per la gestione aziendale e di tesoreria, in quanto
permette di identificare la fase finanziaria in cui si trova l’impresa e di
supportare considerazioni utili per la gestione della cassa.
DPO indica i giorni di dilazione concessi dai fornitori – DPO è l’acronimo
inglese di Days Payable Outstanding, in italiano giorni di dilazione media
ottenuta dai fornitori. Questo indicatore misura il tempo medio (in giorni)
impiegato da un’azienda per pagare fatture ai suoi creditori commerciali. Si
calcola con la seguente formula:
● MEDIA DEBITI VERSO FORNITORI / COSTO DEL VENDUTO * 365
Le PMI cercano di mantenere il DPO più elevato possibile, almeno quanto il
DSO. È fondamentale confrontare il DPO con il DSO: se il DPO è inferiore al
DSO, ci possono essere carenze di liquidità, poiché i pagamenti dei fornitori
sono precedenti agli incassi dai clienti.
Dall’altro lato un alto valore del DPO non è sempre un buon indicatore.
Potrebbe esprimere forte potere contrattuale ma potrebbe anche esprimere
incapacità dell’azienda di onorare puntualmente i propri impegni.
Questi tre elementi rappresentano rispettivamente il tempo medio in cui
un’impresa detiene il magazzino prima di venderlo, il tempo medio che
un’impresa impiega per riscuotere un credito commerciale, e il tempo medio
necessario a un’impresa per pagare i debiti ai propri fornitori.
- aumentano i giorni di incasso delle vendite
Abbiamo già visto come si calcola il DSO, i giorni di incasso delle vendite.
Il DSO è uno strumento utile per monitorare e gestire la salute finanziaria di
un’azienda.
a. Gestione della liquidità: Un DSO elevato può indicare che l’azienda ha
difficoltà a riscuotere i pagamenti dai clienti, il che può portare a problemi di
liquidità. Al contrario, un DSO basso suggerisce che l’azienda è in grado di
riscuotere i pagamenti in modo tempestivo, migliorando così la sua posizione
di liquidità.
b. Valutazione del rischio creditizio: Il DSO può aiutare a valutare il rischio
creditizio associato ai clienti di un’azienda. Un DSO elevato può indicare che i
clienti dell’azienda hanno difficoltà a pagare nei tempi previsti, il che potrebbe
suggerire un rischio creditizio più elevato.
c. Efficienza operativa: Il DSO può anche essere utilizzato per valutare
l’efficienza operativa di un’azienda. Un DSO basso può indicare che l’azienda
ha processi efficienti per la fatturazione e l’incasso dei pagamenti.
d. Benchmarking: Il DSO può essere utilizzato per confrontare le performance
di un’azienda con quelle dei suoi concorrenti o con standard di settore. Se il
DSO di un’azienda è più alto rispetto alla media del settore, questo potrebbe
indicare un problema che richiede attenzione.
- aumentano i debiti verso fornitori
La rilevazione di un aumento dei debiti – di periodo in periodo – verso i
fornitori, potrebbe indicare una “forza” dell’azienda verso i propri fornitori ma
potrebbe anche indicare una problematica nel normale funzionamento
dell’azienda.
Ma quali possono essere le soluzioni ad un problema di sovraproduzione?
La prima soluzione è quella del potenziamento dello sviluppo commerciale –
Un aumento delle vendite potrebbe portare a risolvere il problema a patto,
però, di mantenere il corretto equilibrio tra costo del venduto e prezzo di
vendita del prodotto.
Può avere senso ridurre il proprio margine sul singolo prodotto venduto a
patto di aumentare più che proporzionalmente il numero dei pezzi venduti.
La seconda soluzione, più facilmente attuabile, è di agire sul ciclo degli incassi
- Molto spesso le PMI non sono organizzate a livello amministrativo per
individuare i ritardi di pagamenti in modo tempestivo e, ancora meno, sono
dotate di procedure rigide per il recupero del credito.
Troppo spesso gli imprenditori lasciano che il proprio credito resti nelle mani
del proprio cliente. In questo modo, temendo di perdere fatturato, aumentano
in modo incontrollato i propri crediti.
È quindi necessario individuare o creare all’interno della PMI una funzione
apposita, distinta rispetto al commerciale, che, con scadenze prefissate e
rigide, imponga i pagamenti e sia così potente da poter sospendere le
forniture al cliente, limitando sul nascere l’emorragia finanziaria.
La terza e ultima soluzione consiste nella riduzione dei costi – Questa
soluzione è quella naturalmente più facilmente adottata da tutte le PMI ma
implica una conseguente e pericolosa diminuzione di potenzialità dell’azienda.
Da non abusare.
L’unico consiglio che comunque va sempre dato è quello per noi
professionisti: dobbiamo agire con tempestività. Dobbiamo rilevare la
problematica sul nascere, sottoporta all’imprenditore e, tassativamente, agire.
Non stare fermi.
La soluzione di farsi prestare soldi dal sistema bancario per “sistemare” la
situazione è deleteria: crea infatti un aumento dei costi stessi (pagamento
degli interessi) e trasferiamo contestualmente il problema nelle mani di un
ente, l’istituto di credito, che esigerà la restituzione del prestito con ogni
mezzo.