PENSIONI 2024: le novità nella Legge di Bilancio – Cambia tutto per l’uscita anticipata

Pensioni 2024: le novità nella Legge di
Bilancio, cambia tutto per l’uscita anticipata


di Francesco Rodorigo – PENSIONI
Cambia tutto per la pensione anticipata. Non solo Opzione Donna e Ape
Sociale, nel 2024 ci saranno nuovi requisiti anche per Quota 103. Il
Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno della prossima Legge di
Bilancio
L’auspicata riforma delle pensioni non si vedrà nel 2024 ma nel pacchetto di
misure dedicato alla previdenza nella prossima Legge di Bilancio entrano
diverse novità e sorprese.
Non ci saranno, dunque, modifiche sostanziali al sistema, mentre cambia tutto
per le misure già in vigore nel 2023: Quota 103, Opzione Donna e Ape
Sociale.
Queste ultime due lasceranno il posto ad un unico fondo per la flessibilità in
uscita, che consentirà l’uscita anticipata dal lavoro con 63 anni d’età e 36 di
contributi, 35 per le donne. Per Quota 103, invece, aumenta il requisito
anagrafico.
Il conguaglio con la rivalutazione delle pensioni atteso nel 2024, poi, potrebbe
arrivare già quest’anno, a novembre.
Inoltre, viene eliminato il vincolo legato al pensionamento con sistema
contributivo, per cui l’importo pensione deve essere superiore a 1,5 volte
quello della pensione sociale.
Pensioni 2024: le novità della Legge di Bilancio, cambia tutto per l’uscita
anticipata
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 16 ottobre 2023, ha approvato il
disegno di Legge di Bilancio 2024.
Tra gli interventi in programma, oltre al rinnovo del taglio del cuneo fiscale e
alle misure a sostegno delle famiglie, c’è anche il pacchetto delle pensioni,
anche alla luce di tutti gli spunti emersi dalle riunioni del tavolo tecnico, che ha
visto coinvolti il Ministero del Lavoro, l’osservatorio della spesa previdenziale
e le parti sociali con imprese e sindacati.
L’auspicio per questa serie di incontri era, inizialmente, quello di arrivare a
definire una strategia per la riforma delle pensioni già a partire dal 2024, un
obiettivo che si è allontanato sempre di più con il passare dei mesi.
In vista del 2024 quindi si prevedono diverse novità, soprattutto per quanto
riguarda la pensione anticipata, come dichiarato dal Ministro dell’Economia,
Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa di presentazione:
“Per quanto riguarda i pensionamenti anticipati ci sono delle forme rafforzate e
restrittive rispetto al passato. Per Quota 103 abbiamo alzato il requisito di età
anagrafica fermo restando i 41 anni di contributi.”
Per scongiurare il ritorno della legge Fornero per il prossimo anno, dunque, si
conferma Quota 103 ma con importanti modifiche ai requisiti di accesso, in
particolare quello anagrafico.
Lo strumento introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 attualmente prevede la
possibilità di andare in pensione anticipatamente, uscendo dal lavoro con 62
anni d’età e 41 di contributi.
Dal 2024, invece, sarà necessario avere più di 62 anni. Il requisito esatto non
è ancora stato reso noto, ma non si tratta propriamente di una Quota 104:
“Non è Quota 104 piena perché c’è un meccanismo di, tra virgolette, incentivi
per rimanere al lavoro, la norma Maroni dell’anno scorso, e una
penalizzazione per chi decide di andare in pensione prima. ”
Il bonus maroni, quindi, viene confermato anche per il prossimo anno.
Pensioni 2024: addio ad Ape Sociale e Opzione Donna, saranno
accorpate
La Legge di Bilancio 2024 prevede importanti novità anche per Opzione
Donna e Ape Sociale.
La prima è stata profondamente modificata dall’ultima Manovra, con
l’introduzione di una serie di requisiti di accesso che hanno limitato
notevolmente la platea di possibili beneficiarie.
In più occasioni il Governo ha dichiarato di voler offrire un ristoro alla donne
anche se un ritorno ai vecchi requisiti era subito apparso impossibile.
Secondo quanto anticipato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, le
due misure saranno accorpate e confluiranno in un unico fondo per la
flessibilità in uscita.
“Ape Sociale e Opzione Donna vengono sostituiti da un unico fondo per la
flessibilità in uscita, che consente di andare in pensione a 63 anni d’età con
36 anni di contributi.”
Addio, quindi, alle due misure come le conosciamo oggi.
Nello specifico, potranno andare in pensione a 63 anni d’età con 36 anni di
contributi tutte le categorie precedentemente individuate dall’Ape Sociale:
● caregiver;
● disoccupati;
● lavoratori con mansioni gravose;
● disabili almeno al 74 per cento.
Per le donne in queste categorie il requisito contributivo scende a 35 anni.
Pensioni 2024: aumento per le minime e rivalutazione in anticipo
Per quanto riguarda le pensioni minime, gli over 75 si vedranno riconosciuta
anche quest’anno la rivalutazione già prevista per il 2023. A questo si
aggiunge, poi, la rivalutazione delle pensioni in rapporti all’inflazione.
Le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo saranno rivalutate al 100 per
cento, quelle fino da 4 a 5 volte il minimo al 90 per cento e così via a scendere
man mano che aumenta l’importo della pensione, così come è stato per il
2023.
In materia di previdenza, inoltre, uno degli obiettivi del Governo è quello di
anticipare l’aumento delle pensioni previsto per il 2024.
Il conguaglio con l’adeguamento delle pensioni dello 0,8 per cento non
erogato a inizio anno, infatti, potrebbe essere concesso già a novembre.
Come si legge nella relazione al Parlamento della NADEF, il Governo
intende anticipare i tempi del conguaglio, utilizzando una parte dei 3,2 miliardi
di euro di extra deficit:
“Queste risorse nel 2023, attraverso un provvedimento d’urgenza, saranno
destinate, in particolare, al conguaglio anticipato dell’adeguamento ISTAT per i
trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024, a misure per il personale
delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori.”
Inoltre, la Legge di Bilancio 2024 interviene, sottolinea la Premier Meloni, su
alcune condizioni di squilibrio, in particolare, verso i soggetti che si trovano
interamente nel sistema contributivo.
Nello specifico viene eliminato il vincolo che prevede si possa andare in
pensione nel sistema contributivo, una volta raggiunta l’età prevista,
solamente se è stato raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte quello
della pensione sociale.

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