PENSIONI – Aumento pensioni 2023 con adeguamento inflazione: come funziona

Aumento pensioni 2023 con adeguamento
inflazione: come funziona


Come funziona, a chi spetta e a quanto corrisponde l’aumento pensioni 2023
stabilito dal MEF in base all’inflazione
Al via l’aumento pensioni 2023, grazie alla perequazione ordinaria e agli
incrementi extra previsti dalla Legge di Bilancio. Il primo aumento, in
particolare, è quello normale del Decreto MEF che dispone, a partire dal 1°
gennaio 2023, un incremento del 7,3% degli assegni in adeguamento
all’innalzamento dei prezzi al consumo.
La Legge di Bilancio 2023 ha poi rimodulato il meccanismo di rivalutazione,
applicandola in modo diverso in base a sei fasce di reddito (e non più a tre
come in precedenza). Aumentano, per il 2023, anche le pensioni minime,
fissate a 600 euro per gli over 75 e rivalutate dell’1,5% extra a prescindere
dall’età.
In questa guida vi spieghiamo in cosa consiste l’aumento pensioni dal 2023,
come funziona, a chi spetta esattamente e quanto peserà nelle tasche dei
pensionati.
COME FUNZIONA L’AUMENTO PENSIONI 2023
Dopo il nullaosta del MEF all’aumento pensioni 2023 connesso al rialzo
vertiginoso dell’inflazione, è operativo anche il nuovo sistema di perequazione
stabilito dalla Legge di Bilancio 2023. Si tratta, in particolare, del Decreto
ministeriale 10 novembre 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie
Generale n.271 del 19-11-2022, che dispone un incremento del 7,3% degli
assegni pensionistici in vigore dal 1° gennaio 2023. La Legge di Bilancio
2023, poi, cambia e aumenta le fasce di su cui questa rivalutazione si applica.
A spiegare i provvedimenti dal punto di vista operativo sono la Circolare INPS
n.135 del 22-12-2022 e la Circolare n. 20 del 10-02-2023 che, di fatto,
chiariscono quanto segue:
● il Decreto MEF applica la cosiddetta “perequazione” delle pensioni,
ossia la rivalutazione annuale dei trattamenti legati all’inflazione, in
adeguamento all’aumento del costo della vita indicato ogni anni
dall’ISTAT. Questa volta, l’inflazione in crescita nel corso del 2022 ha
spinto a degli importanti aumenti sulle pensioni 2023, con un rialzo di
circa 900 euro (netti) all’anno e 75 euro al mese, per le pensioni medie
(da 1.244 euro netti e 1500 euro lordi mensili);
● la Legge di Bilancio 2023, invece, definisce un nuovo sistema di
rivalutazione pensioni a sei fasce (invece di tre). La rivalutazione
dovuta all’inflazione è per intero solo per gli assegni fino a 2.101,52
euro (4 volte il minimo) con un tasso di riallineamento (ovvero un
aumento) del 7,3%. Viceversa, agli assegni superiori a 2.101,52 euro
da marzo 2023 si applicano altre 5 fasce con un tasso di rivalutazione
gradualmente più basso, che va dall’85% al 32% via via che l’assegno
aumenta. In sostanza chi ha una pensione fino a 2.101,52 euro
continuerà ad ottenere un beneficio pieno in termini di aumento, mentre
chi ha una pensione più alta di 2.101,52 euro sarà svantaggiato perché
l’aumento sarà inferiore rispetto a quello che avrebbe ottenuto con il
precedente sistema di rivalutazione a tre fasce. Vi abbiamo spiegato
queste novità in questo approfondimento specifico.
A dire il vero gli aumenti, seppur notevoli, saranno comunque “parziali”.
Infatti, a oggi l’ISTAT segna un aumento dell’inflazione in previsione pari a +8
punti per il 2023, mentre l’adeguamento pensioni 2023 per adesso si ferma
solo al 7,3%. Va anche precisato che l’indice ISTAT preso in considerazione
non è definitivo, quindi, ci potrebbe essere un ulteriore conguaglio se
l’inflazione quest’anno continuerà a salire. Insieme agli aumenti, vi saranno
anche più tasse per le regole della progressività dell’aliquota fiscale, per
cui più si guadagna, più si paga. Vediamo intanto a chi spetta e a chi no
l’aumento della pensione dal 2023, nonché quali sono le fasce di rialzo.
AUMENTO PENSIONI IN BASE ALLE FASCE DI RIVALUTAZIONE
Come accennato, i trattamenti pensionistici non saranno aumentati tutti allo
stesso modo, ma il rialzo procede a scaglioni in tutela dei pensionati. La
Legge di Bilancio 2023, a tal proposito, ha stabilito un nuovo sistema di
rivalutazione a sei fasce (invece delle tre valide fino al 2022), come vi
spieghiamo in questa guida. La rivalutazione nel 2023, come ribadito anche
Circolare INPS n. 20 del 10-02-2023, dipende dalle fasce di reddito ed è pari
alle seguenti percentuali:
● 100% per chi percepisce una pensione fino a 4 volte il trattamento
minimo INPS, ossia fino a 2.101,52 euro. Determinato per questa
fascia, cioè, un aumento pari a +7,3 %.
● 85%, per chi percepisce una pensione pari o inferiore a 5 volte il
minimo, ovvero tra 2.101,52 euro e 2.627 euro. Determinato per
questa fascia, cioè, un aumento pari al +6,2 %;
● 53%, per chi percepisce una pensione pari o inferiore a 6 volte il
minimo, ovvero tra 2.627 e 3.152,28 euro. Determinato per questa
fascia, cioè, un aumento pari al +3,8%;
● 47%, per chi percepisce una pensione da 6 a 8 volte il minimo, ovvero
tra i 3.152,28 e 4.203 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un
aumento pari al +3,431 %;
● 37%, per chi percepisce una pensione da 8 a 10 volte il minimo, ovvero
tra 4.203 e 5.253,38 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un
aumento pari al +2,701 %;
● 32%, per chi percepisce una pensione superiore a 10 volte il minimo,
ovvero oltre a circa 5.253,38 euro. Determinato per questa fascia,
cioè, un aumento pari al +2,336 %.
TABELLA AUMENTI PENSIONI 2023
Vediamo insieme alcuni esempi di aumenti pensioni 2023, tenendo presente
quanto stabilito dalla Circolare INPS n.135 del 22-12-2022 che riporta il
valore definitivo ISTAT di tutto il 2022 e le percentuali di aumento col nuovo
sistema di rivalutazione spiegato nella Circolare n. 20 del 10-02-2023. La
Circolare riporta anche le fasce di garanzia applicate quando, calcolando la
perequazione con la percentuale della fascia, il risultato ottenuto è inferiore al
limite della fascia precedente perequato. Nel seguente elenco sono riportati
alcuni esempi validi allo stato attuale per la rivalutazione, considerati al netto:
● per l’importo iniziale di 525 euro (pensione minima), in base alla
perequazione l’incremento è del 100% ed è pari a circa 38 euro e
l’importo finale è di circa 564 euro. All’aumento dovuto alla
perequazione, si aggiunge un rialzo dell’1,5% extra previsto dalla Legge
di Bilancio solo per il 2023 per la pensione minima, come vi spieghiamo
in questa guida. L’importo finale sarà pari a 571 euro circa per il 2023.
Questo rialzo vale a prescindere dall’età del pensionato. Per gli over
75, invece, le pensioni minime nel 2023 saranno portate a 600 euro,
come vi spieghiamo in questo focus. Per le pensioni con importi fino al
di sotto di 4 volte il trattamento minimo (2.101,52 euro), la fascia di
garanzia per gli importi da 2.101,52 a 2.123,19 euro è di 2.254,93 euro
di importo garantito;
● per l’importo iniziale oltre 4 volte e fino a 5 il trattamento minimo (cioè
fino a fino a 2.627 euro), la rivalutazione sarà dell’85% e, quindi, ci
sarà un rialzo pari a 6,205%. Ad esempio, per una pensione di 2500
euro, l’aumento sarà pari a circa 155 euro al mese. La pensione sarà
pari, perciò a circa 2655 euro. Per le pensioni con importi fino a 5 volte
il trattamento minimo, la fascia di garanzia per gli importi da 2.626,90 a
2.685,97 euro è di 2.789,90 euro di importo garantito;
● per l’importo iniziale oltre 5 volte e fino a 6 il trattamento minimo (cioè
da 2.626,91 e fino a 3.152,28 euro), la rivalutazione sarà dell’53% e,
quindi, ci sarà un rialzo pari a 3,869%. Ad esempio, per una pensione di
2800 euro, l’aumento sarà pari a circa 108 euro al mese. La pensione
sarà pari, perciò a circa 2.908 euro. Per le pensioni con importi fino a 6
volte il trattamento minimo, la fascia di garanzia per gli importi da
3.152,28 a 3.165,63 euro è di 3.274,24 euro di importo garantito;
● per l’importo iniziale oltre 6 volte e fino a 8 il trattamento minimo (cioè
tra i 3.152,28 e 4.203 euro), la rivalutazione sarà del 47% e, quindi, ci
sarà un rialzo pari a 3,431%. Ad esempio, per una pensione di 3500
euro, l’aumento sarà pari a circa 120 euro al mese. La pensione sarà
pari, perciò a circa 3.620 euro. Per le pensioni con importi fino a 8 volte
il trattamento minimo, la fascia di garanzia per gli importi da 4.203,04 a
4.232,91 euro è di 4.347,25 euro di importo garantito;
● per l’importo iniziale oltre 8 volte e fino a 10 il trattamento minimo (cioè
tra 4.203 e 5.253,38 euro), la rivalutazione sarà del 37% e, quindi, ci
sarà un rialzo pari a 2,701%. Ad esempio, per una pensione di 4500
euro, l’aumento sarà pari a circa 121 euro al mese. La pensione sarà
pari, perciò a circa 4.621 euro. Per le pensioni con importi fino a 10
volte il trattamento minimo, la fascia di garanzia per gli importi da
5.253,80 a 5.272,53 euro è di 5.395,71 euro di importo garantito;
● per l’importo iniziale oltre 10 il trattamento minimo (cioè oltre a circa
5.253,38 euro), la rivalutazione sarà del 32% e, quindi, ci sarà un rialzo
pari a 2,336%. Ad esempio, per una pensione di 6000 euro, l’aumento
sarà pari a circa 140 euro al mese. La pensione sarà pari, perciò a circa
6.140 euro.
Si tratta, come accennato, di importi netti. Ovviamente, bisognerà attendere le
tabelle ufficiali dell’INPS per avere contezza degli aumenti reali. In questa
pagina trovate le tabelle con gli aumenti relativi al 2022.
AUMENTI PENSIONI MINIME SOLO PER IL 2023
Ma attenzione, si ricorda che oltre alla rivalutazione secondo il nuovo sistema
a sei fasce, la Legge di Bilancio 2023 prevede importanti novità
esclusivamente per le pensioni minime (le pensioni uguali al minimo vitale
garantito dallo Stato). Si tratta di due importanti novità in vigore solo nel 2023,
quali:
● un aumento a 600 euro delle pensioni minime per chi ha più di 75 anni
(secondo le regole ordinarie il minimo sarebbe stato uguale a circa 563
euro).
● una rivalutazione straordinaria dei trattamenti minimi, a prescindere
dall’età, rivalutati del 120% – ossia del 7,3% (rivalutazione piena) +
1,5% (il 20% di 7,3%). In sostanza, si tratta di una rivalutazione
integrale, con le regole di cui vi parliamo in questo articolo, a cui si
aggiunge un 20% del totale in più.
Per sapere nel dettaglio tutte le novità 2023 sulle pensioni minime, vi invitiamo
a leggere la nostra guida dedicata.
QUANDO ARRIVANO GLI AUMENTI PENSIONI 2023
Gli aumenti sulle pensioni per il 2023 sono già stati riconosciuti a gennaio
2023 per chi percepisce una pensione di importo fino a 4 volte il trattamento
minimo (ossia fino a 2.101,52 euro). Per tutti gli altri, come chiarito nella
Circolare n. 20 del 10-02-2023, il pagamento dell’importo rivalutato sarà
posto in pagamento dalla mensilità di marzo 2023, unitamente agli arretrati
delle mensilità di gennaio e febbraio 2023.
GLI INTERESSATI DEGLI AUMENTI PENSIONI 2023
Gli aumenti pensione di cui abbiamo parlato in questa guida riguarderanno
oltre 23 milioni di italiani. Nello specifico, l’incremento si applica a tutti i
trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei
lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive,
integrative e aggiuntive. Inoltre, si applica alle pensioni dirette e a quelle ai
superstiti, cioè la pensione di reversibilità e la pensione indiretta,
indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
La perequazione, come riformulata per sei fasce dalla Legge di Bilancio 2023,
influisce sul valore delle prestazioni assistenziali costituite dalle pensioni
sociali e dagli assegni sociali, nonché sulle prestazioni e sugli assegni a
favore di mutilati, invalidi civili, ciechi e sordomuti.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
Decreto MEF 10 novembre 2022 (Pdf 66 Kb) pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale Serie Generale n.271 del 19-11-2022;
Testo integrale (Pdf 1 Mb) della Legge di Bilancio 2023 pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n.303 del 29-12-2022 – Supplemento Ordinario n. 43;
Circolare INPS n.135 del 22-12-2022 (Pdf 1 Mb);
Circolare INPS n. 20 del 10-02-2023 (Pdf 116 Kb).
AIUTI E AGGIORNAMENTI
Se volete conoscere le novità sulla riforma pensioni 2023, vi consigliamo di
leggere il nostro articolo sulla nuova pensione Quota 103, quelli sull’ Ape
Sociale e Opzione Donna, oltre al focus su quanto aumentano gli stipendi
nel 2023 e quello sul taglio del cuneo fiscale

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